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Salvini, Enzo Biagi, l’autonomia di Belluno e quella ragazza incinta ‘solo un pochino’

4 Marzo 2014 Autonomia, Criticarium Itaglia belluno-autonoma, indipendenza, scripta-manent

Salvini, segretario della Lega Nord, ieri a Belluno:

«Siamo in una provincia che è vicina all’autonomia e più di altre soffre la concorrenza» continua Salvini, «noi come Lega ci siamo, Belluno merita più indipendenza degli altri quindi mi farò portavoce dei suoi problemi con il governatore Luca Zaia».

Meglio chiarirlo subito per sedare facili entusiasmi. Che la nostra provincia sia “vicina all’autonomia“, come detto da Salvini, è ovviamente in virtù dei confini – che da Belluno lambiscono il Trentino e l’Alto Adige -, non certo per l’approssimarsi del fatidico momento in cui i vincoli nazionalistici e centralistici che oggi ci soffocano verranno meno.

Inoltre c’è un altro punto poco chiaro che suscita un certo prurito semantico.

E’ quel confondersi, nel parlare, tra “autonomia” e “indipendenza”. Perché tu puoi avere “più autonomia”, ma non puoi essere “più indipendente“: insomma, indipendente o lo sei o non lo sei. E allora, quando Salvini dice “Belluno merita più indipendenza degli altri” mi torna in mente l’indimenticabile Enzo Biagi allorquando, parlando di una giovane ragazza rimasta incinta anzitempo, ricordava che la madre della figliola, in un affannoso quanto vano tentativo di “difenderla”, sosteneva che “Sì, è incinta, ma solo un pochino“.

 

solo uno di sciolta civica travestito da Popolari per l’Italia

4 Marzo 2014 Criticarium Itaglia bastardos, della-confutazione, europatia, lista-monti, mestra-menistra, perche-secedere, repubblica-bananiera

Non è per il ”Vorrei mandare a fare in culo quelli che ce l’hanno con l’Europa“, cioè per la parte “formale” dell’espressione pronunciata da Mario Mauro sulla rete pubblica Rai Tre durante la puntata odierna di Agorà, anche se da un ex ministro della difesa della repubblica italiana – pur bananiera – ci si aspetterebbe un linguaggio un attimino meno ruspante, ma per la parte relativa al contenuto.

Perché “contro” l’Europa, un certo tipo di Europa che non si palesa da oggi ma che è così da sempre, si sono schierati da tempo fior fior di intellettuali (anche de sinistra) con argomentazioni tutt’altro che vaghe, anzi, ben radicate nei fatti che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. E senza neanche tirar fuori l’euro, perché fra i “contro” si possono annoverare ben sette, diconsi sette, premi Nobel per l’economia.

Ma siccome l’omuncolo è uno di sciolta civica che si è travestito da Popolare per l’Italia, tutto diventa più comprensibile.

presenze invernali ed estive ad Auronzo di Cadore, Cortina d’Ampezzo ed altre località bellunesi

3 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Con i distinguo comunque evidenziati in il collegamento tra Auronzo di Cadore e il Comelico (o il ricovero in un reparto di lungodegenza), sinteticamente dicevo che:

Tuttavia, dovendo valutare l’ipotesi del collegamento Auronzo-Comelico nella sua formulazione “onirica”, sono portato a credere, per quel che può contare, che l’idea proposta abbia più di qualche ragion d’essere (altrimenti tanto vale ricoverare Auronzo in un reparto di lungodegenti ed aspettare che si spenga con in mano le cartoline di “quando eravamo belli e bravi”). […] A parziale supporto a quanto affermato pubblicherò in un prossimo articolo qualche dato riguardante l’affluenza invernale ed estiva ad Auronzo e dintorni.

Quel momento è arrivato. La suddivisione delle presenze in “inverno-estate” è stata misurata per il 2013, per gli ultimi tre anni e per gli ultimi 14 anni in modo da poter valutare eventuali variazioni tra periodi di tempo corti e lunghi. Quello che si nota senza ombra di dubbio per Auronzo di Cadore, diversamente dalle altre località che contano, è la schiacciante predominanza delle presenze durante l’estate (mesi di apr-mag-giu-lug-ago-set), pari all’81%, rispetto a quelle del periodo invernale (ott-nov-dic-gen-feb-mar) pari al 19%.

Nelle altre località dove esiste una stagione invernale il peso di quest’ultima in termini di presenze va sempre oltre il 40%: 46% per Cortina d’Ampezzo, 42% per Borca, 41% per San Vito e Sappada. La media delle presenze ricavata dalle prime nove località cadorine si attesta al 39% per quelle invernali e al 61% per quelle estive.

In altre località come Alleghe, Falcade, Selva di Cadore e Zoldo Alto le presenze annuali si dividono quasi equamente tra invernali ed estive (a Zoldo Alto una curiosa parità in termini assoluti); Livinallongo del Col di Lana presenta invece una forte preponderanza delle presenze invernali (66,3%) rispetto a quelle estive (33,7%). Da notare che le suddivisioni inverno-estate comune per comune sono allineate nel tempo: ciò che è stato vero in media per 14 anni di fila (cioè dal 2000), viene sostanzialmente confermato dalla media degli ultimi tre anni e dal dato dell’ultimo anno (cioè la suddivisione inverno-estate ha carattere “sistemico”).

Alla iniziale tabella dei dati segue la loro rappresentazione grafica che mette in evidenza l’anomalia, tutta auronzana, del considerevole divario tra presenze invernali ed estive. La successiva tabella (terza figura) riporta la differenza tra i valori delle presenze di Auronzo, posti uguali a zero, e quelli delle altre località considerate per avere un’idea immediata dello scarto fra essi. Lo scarto nelle presenze invernali tra Auronzo e Cortina è del 27,7%, analogo a quello tra le altre più importanti località invernali che è mediamente del 30% (Livinallongo si discosta con un 47,5%); lo scarto con Borca, S. Vito e Sappada è invece mediamente attorno al 22%.

Nella quarta e quinta figura sono rappresentati rispettivamente il grafico dell’andamento 2000-2013 della suddivisione inverno-estate e i relativi dati tabellati in termini assoluti e percentuali riferentesi ad Auronzo. In questa tabella trovano posto anche i dati delle presenze percentuali calcolate anno per anno rispetto al 2000 preso come anno base (le tre colonne più a destra) con il relativo grafico.

Dalla lettura di questi dati si può verificare che le presenze invernali rispetto a quelle estive sono andate aumentando anno per anno e in valore assoluto dal 2003 al 2007, anno di apertura della nuova seggiovia quadriposto, nel quale giungono al culmine. In termini relativi anche nel 2008 si registra un aumento della quota invernale (24,5%) che poi inizia a ridiscendere verso i valori medi per giungere al 18,8% del 2013. Il grafico sotto la tabella mostra l’andamento della percentuale delle presenze di ogni anno rispetto al 2000 preso come anno base; in esso è messa ancor meglio in evidenza la “salita” dei dati invernali con il culmine raggiunto nel 2007 con il 19,5% di presenze in più rispetto al 2000. Purtroppo si legge altrettanto bene la caduta occorsa da allora che ha portato le presenze nel 2013, sia estive che invernali, al 20% di quelle espresse nel 2000.

Infine (sesta figura) ho riportato la stessa categoria di dati discussi precedentemente ma riferiti a Cortina.

Suddivisione delle presenze invernali ed estive in alcune delle maggiori località turistiche della provincia di Belluno

Grafico della suddivisione delle presenze invernali ed estive in alcune delle maggiori località turistiche della provincia di Belluno

Valori percentuali differenziali tra le presenze invernali ed estive di Auronzo di Cadore - poste uguali a zero - e alcune delle maggiori località turistiche della prov. di Belluno

Suddivisione delle presenze invernali ed estive ad Auronzo di Cadore dal 2000 al 2013

Tabella della suddivisione delle presenze invernali ed estive ad Auronzo di Cadore dal 2000 al 2013 - % delle presenze inv-est di ogni anno rispetto a quelle del 2000 preso come an

Tabella della suddivisione delle presenze invernali ed estive a Cortina d'Ampezzo dal 2000 al 2013 - % delle presenze inv-est di ogni anno rispetto a quelle del 2000 preso come an

 

Gentile chi? (le piaghe di Renzi)

3 Marzo 2014 Criticarium Itaglia mestra-menistra, perche-secedere, quelli-del-PD, renzie, repubblica-bananiera, verso-il-default

Tanto Gentile e tanto onesto … Caro Renzi, va a ca..fonare da un’altra parte.

Caso Gentile emblema di una Calabria inghiottita da spazzatura umana, oltre che da rifiuti reali

Tutta la stampa nazionale si dichiara contro la nomina a sottosegretario del governo Renzi del senatore calabrese del Ncd Antonio Gentile. I direttori Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (Repubblica), Mario Calabresi (La Stampa), Enrico Mentana (Tg La7) e Roberto Napoletano (Il Sole 24ore) chiedono le dimissioni o la rimozione dalle Infrastrutture del politico accusato di aver esercitato pressioni per censurare la notizia del figlio indagato (che viene data tempestivamente dal Corriere della Calabria on line).

Qui la registrazione della telefonata tra lo stampatore del giornale, nonché presidente di Fincalabra (che fa da intermediario) e l’editore Alfredo Citrigno (in rappresentanza legale del padre condannato per usura).

leggi tutto su L’Antidiplomatico)

Ulteriori approfondimenti su Dagospia1 e Dagospia2.

 

Bressa, il ddl Delrio e ‘facce ride’

2 Marzo 2014 Autonomia abolizione-province, bard, belluno-autonoma, trentino-alto-adige

Bressa è stato nominato sottosegretario al ministero degli Affari regionali. In questo articolo, dopo essersi vestito da clown con il chiaro intento de facce ride (tutti i bellunesi ma non solo), il sottosegretario alza il gomito e frigna, in buona sostanza, che col decreto Delrio la provincia “avrà più poteri e funzioni” e che “Quando c’è la specificità l’elezione diretta è secondaria“.

Dal BARD gli ricordano che le sue sono solo fregnacce. In poche parole TUTTO FALSO ! Notare la perfetta velenosa perfidia del primo punto (mi par di vedere Bressa col nasone rosso da clown: chi? come? dove? quando? perchè? Ve le immaginate – vero – le Autonomie speciali di TN e BZ guidate dai sindaci … ?):

Quello che afferma l’on. Bressa è falso per almeno 2 motivi:

  • se l’elettività non serve a nulla, proponga lo stesso trattamento anche per la Provincia di Bolzano (in cui è stato eletto)
  • Il DDL Delrio serve per depotenziare le Province, in attesa dell’eliminazione definitiva dalla Costituzione. Compresa Belluno, ha rimarcato nella sua ultima visita.

A noi invece servono istituzioni forti ed autorevoli, ‪#‎elezionisubito‬ ed ‪#‎autonomia‬.

falsobressa

Cadore: bilancio demografico a fine settembre 2013 a -0,37% (stima fine anno a -0,49%)

2 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti dati-provincia-belluno, demografia, montagna-in-crisi, politiche-cadorine, politiche-sociali, sviluppo-montagna

Visto che c’ero ho stilato un aggiornamento dei dati del bilancio demografico per il Cadore e le sue suddivisioni, come già visto nel 2012. I dati sono però relativi alla fine del mese di settembre e offrono quindi un quadro parziale (nove mesi) rispetto ai dati annuali: si tenga presente che la proiezione a fine anno dei dati riportata nel grafico è una semplice proporzione lineare sulla base dei dati di fine settembre, quindi non tiene conto di eventuali particolarità “stagionali” che possono influenzare sia i saldi naturali che quelli migratori.

Nel suo complesso il Cadore sta procedendo verso il proprio annientamento demografico: -0,37% a settembre (-0,49% stima a fine anno). Peggio sta il Centro Cadore che a settembre registra un -0,60%, seguito dal Comelico con -0,54% mentre la Val Boite chiude in pareggio a 0,08%. La provincia di Bolzano svetta a 1,05% seguita dal FVG con 0,83% e la provincia di Trento con 0,60% (il TAA come regione è a 0,82%). Per i dettagli valutare i singoli comuni: ci sono gli “orrori” di Lozzo con -2,15% e Borca con -2,27% e le “perle” di San Vito 2,84% e Perarolo 1,60%.

Bilancio demografico in Cadore - situazione a fine settembre 2013

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