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E L’ACCOPPIATA VA …/ METAFORE VIRGILIANE

27 Gennaio 2014 Botanico Palazzo cagliostro, cronache-lozzesi, la-parola-ai-lozzesi

di Cagliostro

Eurialo e Niso
Né Eurialo e Niso e neppure Cidone e Clizio possono essere paragonati ed assimilati in toto all’incrollabile duo che per 10 lunghi anni ha ‘imperversato’ alle nostre latitudini. Doverosa appare, comunque, l’esigenza di sottolineare le analogie (poche) e le a-simmetrie (diverse) che hanno caratterizzato e caratterizzano le figure antiche e quelle moderne, ossia il confronto fra i quattro personaggi ‘mitologici’ da un lato e la ferrea accoppiata locale dall’altro. Analogie sono rintracciabili per via dello stretto legame ed unità di intenti esistente nel solidale connubio locale ed analogo vincolo affettivo intercorrente fra i personaggi virgiliani dell’Eneide.

Per non parlare poi degli aspetti fisionomici, della scultorea, ellenistica bellezza dei profili e della attraente prestanza e presentabilità degli indissolubili nostrani amici, qualità perfettamente in linea con le canoviane fattezze dei due binomi antichi. A mio modesto parere, però, le analogie si fermano qui. Ben più importanti sono le a-simmetrie. Innanzi tutto, diversi appaiono i destini. Nessun Volcente alle viste che faccia varcare al duo nostrano le soglie dell’Ade Eterno, quell’ incognito mar oltre le fatidiche, misteriose Colonne d’Ercole e neppure quelle, altrettanto perigliose, fra Scilla e Cariddi.

Ma un moderno Volcente, tuttavia, c’è ed è una legge italica che non consente più di due consecutivi passaggi sul veliero… Ed allora l’escamotage è subito pronto. Il moderno Niso cede la primogenitura ad ignoto, giovin sodale per trasformarsi in secondogenito, al posto dell’attraente (estatico ma rinunciatario) moderno Eurialo, il quale, da par suo, cede, pure momentaneamente, il passo all’amico di tante avventure. Ofelte ed Itarco hanno invero generato due figli dall’inventiva briosa e brillante. Alle nostre latitudini non c’è un campo dei Rutuli da attraversare per giungere ad Enea. Il campo è libero, semmai occorre il supporto di una squadra amica (tanto per esorcizzare il quorum).

La differenza più marcata, però, fra la cordata attuale ed il doppio binomio antico sta, a mio parere, nelle diverse idealità, nella diversa concezione della mission di servizio, nel diverso spirito di rinuncia al fine di raggiungere l’agognato scopo del bene collettivo. E qui il discorso tocca il campo dell’etica, campo minato per fissare il quale indispensabile appare la cognizione, la ‘informathia’. Per stabilire un giusto rapporto fra l’antico ed il moderno, occorre insomma ‘sapere’, ossia conoscere la letteratura antica (nello specifico, l’Eneide) ed i fatti salienti dell’ultimo nostro strano decennio (da analizzare con un esame approfondito e senza alcuna preclusione e/o prevenzione ma con una oggettività…nuda e cruda…).

 

(foto Wikipedia)

Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite: andamento presenze turistiche straniere dal 2000 al 2012

27 Gennaio 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cadore-diff-2000-2012, cadore-ft-2000-2012, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

La quota di presenze straniere sul totale è andata aumentando dal 2000 al 2012 sia per il Centro Cadore che per la Val Boite attestandosi per il primo al 20,3% e per la seconda al 24,6%; diciamo che per entrambi i comprensori gli stranieri hanno attutito il tonfo delle presenze italiane registrate nel periodo. In Comelico-Sappada invece la quota rimane pressoché costante nel corso degli ultimi dieci anni attestandosi al 7,9% nel 2012, dimostrando con ciò che il calo misurato negli anni ha coinvolto proporzionalmente tanto le presenze italiane che quelle straniere.

Cadore: andamento % anno per anno dal 2000 al 2012 delle presenzeturistiche straniere su quelle totali

sollazzi autonomi a idrogeno trentini e commissariamenti bellunesi

27 Gennaio 2014 Autonomia abolizione-province, autonomia, belluno-autonoma, cronache-relativistiche, fanta-belluno, trentino-alto-adige

estratto prima pagina del Trentino del 27 gennaio 2014

Voi non ve li ricordate i bus a idrogeno della provincia autonoma di Trento, vero? Quei tre bus – anzi, minibus da 18 posti – con il costo dei quali noi bellunesi avremmo chiuso il bilancio del 2010 della Provincia in pareggio, essendo a quel tempo sofferente per circa 8 milioni già per i soli tagli messi in atto dal governo. Era il 24 agosto 2011:

Con 3 bus ‘trentini’ si otterrebbe il pareggio di bilancio della provincia di Belluno per il 2010.

Giampaolo Bottacin, in occasione della protesta messa in atto davanti all’hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore che ha chiamato in causa il trio Bossi-Calderoli-Tremonti, aveva chiarito quanto segue:

[…] «Abbiamo bisogno di mantenere 23 milioni di euro di trasferimenti. Perchè la nostra spesa corrente fino al 2009 era di 44 milioni di euro, ma quest’anno le entrate correnti hanno raggiunto solo i 29 milioni di euro. E noi abbiamo spese obbligatorie per legge di 37 milioni di euro». Morale, la Provincia di Belluno è già in rosso di 8 milioni con i tagli attuali.

«E noi contribuiamo con un attivo fiscale di 700-800 milioni all’anno ai bilanci dello Stato. Come faccio a spiegare ai miei cittadini che non posso garantire i servizi essenziali a causa di un debito pubblico che non hanno causato loro?».

Non è chiaro a quanto salirà il “rosso” in seguito alla seconda tranche di tagli prevista dalla manovra di agosto. Di certo, con i primi, siamo già in rosso di 8 milioni.

Sapete dove va a spendere la Provincia di Trento 9 milioni di euri? Nell’acquisto di 3 minibus a idrogeno:

[…] È di ieri la notizia della spesa, deliberata dalla Giunta provinciale, di 9 milioni di euro per l’acquisto di 3 minibus, da 18 posti, con alimentazione a idrogeno. I veicoli sono destinati al servizio navetta durante i mondiali di sci nordico della Val di Fiemme, nel 2013.

Capito? Sveglia! coglioni.

Dai titoli di oggi sul quotidiano “Trentino” si apprende che la Finanza ha aperto un’indagine “Inchiesta sui bus a idrogeno” (c’è qualche “problema” tra le cifre riportate allora e quelle considerate oggi; presumo poi che i bus a idrogeno siano “quelli di allora”, sperando con ciò che “i trentini” non abbiano avuto la sfrontataggine di prenderne altri anche se, a quelle latitudini, l’autonomia inebria e per l’innovazione si possono fare facilmente spese pazze). Strano che non se ne siano accorti al momento “del lancio“, or sono più di due anni e mezzo fa. Comunque, a noi che ce ne fotte? Allora, almeno, avevamo una Provincia. Povera, poverissima, praticamente con le pezze al culo, ma avevamo un ente nel quale cercare il bagliore di un nostro avvenire di gente di montagna.

Oggi, e da mo’, al posto di una Provincia con le palle abbiamo un commissario che è come un albero di Natale: le palle le ha anche lui ma non servono ad una mazza. E intanto a Roma il menestrello e ministrello del PD Delrio si trastulla col suo ddl che deforma l’ordinamento delle Province preparandone la cancellazione (con metodi staliniani che dovrebbero far insorgere nuovamente la Corte Costituzionale). E intanto a Roma si stanno mangiando i nostri soldi, i soldi creati dal nostro lavoro e rapinati dalle tasse statali, quelli che ci permetterebbero di alimentare la nostra Comunità Alpina Autonoma di Belluno Dolomiti. Elettiva, naturalmente!!

Capito? Sveglia! coglioni.

 

cinguettii sulla corsa elettorale a Lozzo di Cadore per la presa del Botanico Palazzo

26 Gennaio 2014 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, la-parola-ai-lozzesi

(ricevo il cinguettio di un lozzese un po’ burlone a cui è giunto un altro cinguettio che a sua volta … : dunque, cinguettiamo tutti quanti assiem …)

Mi è da poco arrivato un nuovo cinguettio, un po’ strano a dire il vero, ma non molto improbabile data la melodia che grosso modo fa così: cip cip cip, la lista è quasi fatta, cip cip cip,  il numero uno sarà un fiore, cip cip cip, il Lilium MARTAGON, cip cip cip, ma il numero due chi sarà? ciap ciap ciap, sarà l’attuale numero uno, ciap ciap ciap, MANOFREDDA.

Vi chiederete come potrà mai essere possibile una cosa del genere, ebbene l’arcano ve lo svelo subito. Sembra che il BALDOVINO c’abbia ripensato e non voglia più (se l’ha mai voluto) ricoprire un “così alto scranno”.

Il MANOFREDDA, invece, non riesce proprio a ritirarsi e sembra che almeno una poltrona gli si sia avvinghiata alle terga e non lo intenda più lasciar. Altrimenti non potrebbe più giocare col giochetto preferito, il BIM BUM BAM, né potrebbe così alzar la tariffa delle acque a “suo piacer”, dopo che per anni si è cullato, al fianco degli altri 67 sodali dormiglioni, in un sonno per noi molto costoso, vedi il debito del Bim diventato assai gravoso.

Cosi facendo, quello che sarà il numero due tirerà i fili della “marionetta” Lilium, se non altro finché il bulbo non avrà attecchito a dovere. E penso, sempre molto in generale, come sono sempre più disposti a “scendere agli inferi e a cedere l’anima a Belzebù” certi personaggi pur di non mollare il potere e, quando prevista, la vil pecunia.

Ah, che abominio e che letamaio!!

(giunge anche voce che il BORCAROLO – pare proprio Johnny-Jahnny, non si sa se solo in appoggio o con tutta la faccia – stia per spingere in acqua una lancia di salvataggio (una sorta di lista civetta a supporto del FREDDO MARTAGON) con la quale aggirare il problema del quorum qualora nessun altro si presentasse alla giostra. Del prode ALESSIO da Giussano, invece, lo si è visto andar di qua e di là ma di preciso cosa ha fatto ancora non si sa)

metamorfismi: le province autonome cambiano livrea e diventano comunità autonome

26 Gennaio 2014 Autonomia autonomia, bard, belluno-autonoma, trentino-alto-adige

Il sito Salto.bz mette in risalto la notizia secondo la quale il mondo autonomista dei “cugini” trentini ed altoatesini/sudtirolesi si appresterebbe a cambiare nome tanto all’ente Provincia quanto a quello Regione: il primo cambierebbe in “Comunità Autonoma” il secondo in “Unione delle comunità autonome“. L’autore non manca di sottolineare che parte del cambiamento è sicuramente da vedersi legato alla necessità di riciclare quel termine, provincia, divenuto ormai “sinonimo quasi automatico in Italia di spreco”. Le autonomie che funzionano, ma che hanno recentemente sentito il fiato sul collo da parte dell’informazia italiota, sentono insomma il bisogno di rifarsi una verginità rinnovando il logo, l’interfaccia con cui, per l’appunto, si affacciano alla generalità del pubblico.

Addio alla ‘provincia’ anche in Alto Adige Südtirol?

In futuro le province autonome di Trento e Bolzano si chiameranno ‘Comunità autonome’ ed anche la Regione sparirà, dando spazio all”Unione delle comunità autonome’. Il cambiamento è parte del processo che dovrebbe portare al terzo statuto di autonomia e nei giorni scorsi ne avrebbero parlato Arno Kompatcher e Ugo Rossi.

La notizia è stata data dal quotidiano L’Adige. L’accelerazione compiuta a livello nazionale per quanto riguarda la legge elettorale e la riforma costituzionale che dovrebbe portare all’abolizione delle province, potrebbe essere recepita in Trentino Alto Adige Südtirol anche attraverso un significativo cambiamento di denominazione. Via dunque il termine provincia, sinonimo quasi automatico in Italia di spreco, e largo ad una nuova denominazione che mette l’accento sulla dimensione aggregativa: comunità. […](leggi tutto su Salto.bz)

Devo dire che avevo già intercettato un afflato “comunitario” segnalando a suo tempo un impeto retorico di Dellai, allora presidente della PAT, che già nel marzo del 2012 si riprometteva “di cambiare le cose”:

“Il Trentino è Comunità autonoma. Con il dovuto rispetto verso le istituzioni, cercheremo il consenso per cambiare la Costituzione e definire meglio il nostro modello. Noi non siamo una provincia, definizione che è frutto della divisione geografica del centralista Regno sabaudo, noi siamo una comunità che ha nel suo Dna la capacità di autogovernarsi”. […]

A queste chiare, comprensibili oltre che condivisibili parole, che tuttavia non ho potuto non definire seghe semantiche, avevo contrapposto – da bellunese – questo ovvio auspicio:

In buona sostanza Dellai sta spostando il tiro dal concetto di provincia a quello di Comunità. La prima disegnata dal centralista regno sabaudo, la seconda forte di uomini e spirito e cuore. Fa bene, naturalmente, per quanto il concetto di comunità sia viscido e si possa plasmare come meglio si crede (da ambo le parti naturalmente, anche dal lato dello stato centralista intendo). Dellai può farlo dall’alto dei 40 anni di autonomia vera appena “celebrati”.

Dice, Dellai, “noi non siamo una provincia, siamo una comunità che ha nel suo dna la capacità di autogovernarsi”. Cosa dire al riguardo? Semplice.

Niente in contrario che Dellai si spari le sue seghe semantiche tra provincia e comunità. A noi, a tutti i bellunesi, non dispiacerebbe avere la Provincia di Belluno autonoma sul modello trentino, anche se i suoi confini risultano disegnati dal centralista regno sabaudo. Non ce ne fotterebbe proprio niente. Vero è che oggi non puoi aspirare all’Autonomia se non dimostri che ce l’hai nel sangue. Alzando anche barricate.

Non posso infine non evidenziare che anche il BARD, poco prima di Natale, in quello che ho definito pistolotto a cagione della lunghezza espositiva, aveva già capito tutto (c’è anche una spruzzatina di sapore alpino, che non guasta mai): largo alla

Comunità Alpina Autonoma di Belluno Dolomiti

Effettivamente sembra un pistolotto (è un pistolottino, dai!). Tutto pieno di buon senso eh, ma ce ne vogliono tre dietro a spingerti a leggerlo. E alla fine desisti: voi provate, comunque. Sintetizzo: la parola “provincia” è inacidita, proviamo con Comunità Alpina Autonoma di Belluno Dolomiti (detto ladino: anche n tolpo ben vestiu fa la so bela figura). […]

Questo per dire che tra bellunesi, trentini, altoatesini e sudtirolesi … la sintonia non mancherebbe.

 

Lozzo di Cadore: popolazione a fine agosto giù dell’1,9%

26 Gennaio 2014 Cadore - Dolomiti dati-provincia-belluno, demografia, montagna-in-crisi

In questo inizio d’anno m’aspettavo il bolcom augurale e invece m’hanno portato solo il calendario dee scoase. Si vede che stanno preparando la special edition di fine mandato. Sarebbe servito, il bollettone comunale, ad avere l’aggiornamento del quadro demografico lozzese (ricorderete che in un numero passato era stata lanciata la rubrica Quanti siamo, chi siamo, dove andiamo …).

A ottobre del 2013 avevamo già visto che la popolazione italiana era già scesa sotto i 1.300, per la precisine 1.294 (dati riferentesi a gennaio 2013) mentre il gregge era sceso sotto la quota pisicologica (per Lozzo) dei 1.500 individui, presentando un saldo di 1.485 unità. Orbene, a fine agosto il gregge ha perso ancora qualche pecora e siamo giunti a 1.457 (1.88% di calo, quasi 3% a fine anno con pari trend, “meglio” di Erode). Ma confidiamo nel recupero autunno-inverno. Comunque, visto che ero nei paraggi per altre e più nobili cause, ho scattato per voi l’istantanea agostana.

(in provincia, sempre dati agosto 2013, situazione stabile: nati 973, morti 1748, saldo naturale  meno 775, saldo migratorio 691, bilancio fine periodo meno 84 su una popolazione di 209.364 unità)

bilancio demografico di Lozzo di Cadore ad agosto 2013

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