BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Tremonti a Lorenzago di Cadore: visti i tempi, cene sobrie!

22 Agosto 2011 Criticarium Itaglia bastardos, bossi, della-crisi, politicanti, tremonti

Ci sono articoli, gemme di giornalismo, che andrebbero incorniciati. Come quello scritto da Filippi su “il Giornale“.

C’erano Bossi, Calderoli, Brancher, Petroni. E anche Luca Antonini, presidente della Commissione per il federalismo fiscale: tutti radunati in Cadore a festeggiare i 64 anni di Giulio Tremonti.

«Una cena tra amici, in un clima sincero e familiare, chiusa cantando canzoni di montagna e anni 60», racconta Antonini. Soprattutto sobria, visti i tempi: nella baita del ministro manca la luce elettrica, le lampade funzionano a gas.

Giù, a Roma, nell’appartamento che il fido Milanese gli aveva affittato e che gli costava 4.000 € al mese (pagati in contanti), le cene erano altrettanto sobrie? E la luce, l’energia elettrica, dobbiamo ritenere che ci sia o le lampade funzionano, anche a Roma, a gas?

Visti i tempi …

l’elitaxi per il rif. Ciareido: solo invernale, un po’ primaverile, ma in fondo anche estivo!

21 Agosto 2011 Pian dei Buoi, Turismo e dintorni promozione-turistica, sviluppo-montagna, sviluppo-pian-dei-buoi, turismo-alpino, turismo-cadorino

Premessa valida per tutti ma in particolare per Lorenzo De Meio, presidente della sezione di Lozzo di Cadore del CAI, che prima o poi leggerà questo articolo.

Quantunque, personalmente, ritenga l’utilizzo dell’elicottero per il trasporto di persone tra valle e rifugi di monte (che giustifica la qualifica di elitaxi data al “servizio”) una pratica non utile e soprattutto non consona alla tipologia di sviluppo più idonea per l’altopiano di Pian dei Buoi, avevo colto, durante l’inverno passato, la sua esortazione a non scrivere articoli sull’argomento. Lorenzo mi aveva riferito che la cosa si sarebbe limitata a qualche domenica nei dintorni delle “feste” invernali, anche se poi l’elicottero si è alzato in volo anche in aprile: in ogni caso, sembrava che quei piccoli drappelli di persone elitrasportate fossero “essenziali” per aiutare a mantenere aperto il rifugio durante la stagione invernale (l’inverno del 2010 ha rappresentato per il rif. Ciareido il primo tentativo in questo senso). Ho promesso che non avrei scritto una parola ed ho mantenuto questa mia promessa.

Ma in seguito, parlando sempre con Lorenzo, mi ricordo che era stato categorico nel sottolineare che durante l’estate “non era pensabile, neanche lontanamente, che il servizio di elitaxi potesse essere utilizzato dal rifugio Ciareido“. Siccome così non è stato, mi sento ora libero di dire quello che penso, tenuto conto che sull’argomento elitaxi estivo non so come Lorenzo e direttivo CAI la pensino.

Già durante il mese di luglio mi era stato segnalato l’arrivo di un grosso elicottero (bianco), tanto grosso da non poter atterrare presso l’elipiazzola del rifugio (quindi è dovuto atterrare più in basso, presumo nei pressi della Forzelùta; è poi da tener conto che l’elipiazzola dovrebbe servire solo per servizi di soccorso e/o emergenza); successivamente vennero rilevati altri atterraggi direttamente al rifugio. Ma una “nuova” cosa accomunava questa pratica: gli elicotteri non passavano “da Lozzo” ma giungevano “da Cortina”, da nord, quasi per evitare di essere notati. Non ho fatto altro che portare a conoscenza del fatto un consigliere della sezione CAI, perché ne potessero discutere. Da parte mia avevo scelto comunque il silenzio.

Ma il 14 agosto scorso (3 corse, per un totale di 12 trasvolate: 3 voli di andata + 3 voli di ritorno per “portare la gente”, altrettanti nel pomeriggio per andarli a riprendere) ed oggi, credo siano state 7 corse per un totale di 28 trasvolate, l’elitaxi è passato “per Lozzo”, e non vi sono dubbi circa la destinazione, rif. Ciareido (1).

Il rif. Ciareido è classificato “alpino“, diversamente dal vicino rif. Baion che è classificato “escursionistico“. La distinzione è tale perché al primo si può (in teoria) giungere solo a piedi (la norma regionale prevede infatti che per essere considerato alpino un rifugio debba avere la sbarra di stop alle auto almeno a 20 minuti di cammino da esso). Per il Ciareido una pacchia: essere considerato alpino anche se, effettivamente, è come se lo potessi raggiungere in auto, la salita a piedi non richiede infatti più di 15-20 minuti. I rifugi Chiggiato, Carducci e Vandelli, solo per  fare qualche esempio, non vedono le auto … neanche con il binocolo.

Orbene, si presenta ora il caso paradossale che un rifugio alpino, che per essere tale non può essere raggiunto in auto (se non dal gestore), venga ora raggiunto da un servizio di elitaxi. Bello no? Nel 1992, la presenza di un’auto nei pressi del rifugio comportò una denuncia da parte di un escursionista/cittadino alla Regione Veneto che, nel giro di pochi giorni, ci declassificò il rifugio. Solo la dimostrazione,  sottoscritta dal sindaco di allora Silvano Da Pra, che quell’auto era dell’E.N.E.L. e che era lì per un disservizio nella rete elettrica (dalla foto allegata alla denuncia si vedeva solo la capotta dell’auto), convinse la Regione a soprassedere sull’accaduto e mantenere la classificazione originale.

Cosa sarebbe accaduto se la declassificazione fosse veramente intervenuta? Siccome il rifugio aveva ottenuto finanziamenti regionali, proprio in virtù della sua classificazione di “alpino”, la Regione avrebbe potuto intimare alla nostra sezione CAI la restituzione delle somme percepite nel corso degli anni, essendo venuto a mancare il determinante criterio assegnativo. Per restare ai termini normativi, non so come la cosa possa funzionare oggi, tanto per eventuali auto, jeep, quad, moto, suv eventualmente fotografati nei pressi del rifugio, quanto soprattutto per un servizio di elitaxi. Non so e … non voglio saperlo.

Immaginiamo ora che non vi sia alcuna normativa che limiti l’uso dell’elitaxi per raggiungere i rifugi alpini di montagna (il limite alle auto risulta invece, come detto, ancora normato).

Da liberista potrei rispondere di “lasciare al mercato” il destino di questa pratica. Se l’elitaxi inizia a rombare in presenza di turisti che vogliono pace e tranquillità, questi ultimi toglieranno dalla loro lista il rifugio che nega loro la pace cercata, e si metteranno in cerca di altre mete più adatte ai loro bisogni. In un tempo relativamente breve  i rifugi aperti all’elitaxi riceveranno solo turisti da esso trasportati, eventuali turisti ignari (che potranno poi decidere in quale categoria porre il rifugio, tra i “ci ritorno” o fra i “mai più qui neanche se mi pagano”) e turisti per i quali risulta indifferente essere sdraiati a prendere il sole dopo aver pranzato al rifugio e sorbirsi, contemporaneamente, “enne” decolli-atterraggi dell’elitaxi.

Siccome sono un liberista, posso supporre che anche il rif. Baion, per non essere da meno (sto ipotizzando), possa decidere di aprirsi alla pratica dell’elitaxi. E così il Chiggiato, cosicché i rombi delle loro turbine ed i battimenti delle pale potrebbero dilatarsi su tutto il versante sud orientale della Marmarole da mane a sera. Ah, mi dimenticavo della possibile nuova new entry: l’albergo ex caserma Soracrepa (ripeto, sto ipotizzando).

In questo discorso mi sto dimenticando del fatto che:

  • il rif. Ciareido è ancora un rifugio del CAI (con tutto ciò che ne dovrebbe conseguire in termini di politiche a valenza ambientale);
  • che l’edificio del medesimo è compreso nell’area di protezione SIC-ZPS (sito di importanza comunitaria, zona di protezione speciale) “Marmarole, Antelao, Sorapiss“;
  • che è inoltre compreso nella “buffer zone” dell’area designata dall’Unesco a “patrimonio dell’umanità”;
  • l’altopiano di Pian dei Buoi non coincide univocamente con il rifugio Ciareido che, per quanto importante, ne è solo una parte (non mi risulta che il valore di Pian dei Buoi decada a rifugio chiuso).

 

(1) la certezza “matematica”, per oggi, non c’è, l’elicottero potrebbe essere atterrato anche a Col Vidal … Ma basta aspettare questa sera o al massimo domani e, vedrete, vi sarà la conferma.

viaggio tra le povertà e le ricchezze del Nord e del Sud dall’Unità (forzata) ad oggi

21 Agosto 2011 Criticarium autonomia, fresche-limpide-letture, itaglia

Partiamo dalla fine:

Nel complesso, la ricerca conferma la visione tradizionale di un Sud molto più arretrato del Nord (anch’esso povero e arretrato) e non porta alcun elemento di sostegno alle nostalgie neo-borboniche.

Io ho sempre creduto (o forse ho voluto credere) che il Sud, prima dell’Unità d’Italia, fosse davvero migliore di come è ora.  La loro “decadenza”, quella dei terroni, certificava in qualche modo anche la nostra, quella dei polentoni, anche se la gente del Nord, nel fluire della storia, sembra essersi attrezzata meglio contro la peste della politica-politicante (vedi anche i commenti suscitati dall’articolo L’Italia è un paese da distruggere, un posto bello e inutile).

Ed ora torniamo all’inizio, all’articolo-recensione di G. Federico su noiseFromAmerika:

Il centocinquantenario dell’Unità d’Italia ha prodotto qualche libro tossico (un titolo per tutti “Terroni” di Pino Aprile), molta carta inutile, ridicoli processi storici a Cavour e Garibaldi ma anche qualche buona ricerca. Fra queste, spicca il lavoro co-ordinato da Giovanni Vecchi (Università di Tor Vergata), che ha riassunto i risultati in un volume dal titolo “In ricchezza ed in povertà. Il benessere degli italiani dall’ Unità ad oggi”.

Dichiaro subito il mio conflitto di interesse. Il libro usa, per piccola parte, i risultati di alcuni miei lavori e, soprattutto, Giovanni Vecchi è un mio amico. Ciò detto,  credetemi: Il libro è molto bello ed interessante. Esorto tutti coloro che vogliono informarsi sul serio sulla nostra storia a comperarlo e leggerlo. Fra l’altro è anche scritto bene: l’autore ha fatto un lodevole sforzo per rendere comprensibile e attraente un soggetto non esattamente semplice per lettori non specialisti, riducendo al minimo il gergo tecnico e aggiungendo aneddoti e citazioni da opere letterarie per alleggerire la descrizione.

Per chi è interessato alle dinamiche dei “divari regionali” dovrebbe essere un libro essenziale. Spero ci sia utile anche nel 2016, se c’arriviamo interi, quando la retorica dell’Unità d’Italia ci sommergerà una seconda volta, a cagione dell’annessione forzata di questa Nostra Terra al resto d’Italia.

Calderoli, Montezemolo e le scoregge di umanità

21 Agosto 2011 Criticarium Itaglia della-crisi, itaglia, politicanti

Secondo Calderoli:

«I Montezemolo sono scoregge di umanità, che non hanno mai lavorato in vita loro».

Il ministro della semplificazione ha avuto un sussulto di acutezza e realismo, è rinsavito. Ma è stato un brevissimo flash.  Da tutti i “montezemoli” del mondo, infatti, ci aspetteremo qualcosa di più di una loffa. Anche dalle “marcegaglie”, se è per questo.

A Calderoli un +3 che lo porta a -97.

E’ venuto un presidente, l’altro giorno, a fare casino in Cadore. Ma non aveva capito che era salvo

20 Agosto 2011 Criticarium Itaglia belluno-autonoma, bossi, della-crisi, itaglia, politicanti

Bossi se ne è andato dal Cadore verso quel di Schio. Lì ha tentato di dire qualcosa. Al comizio ha sparato (anche) la seguente gigantesca cazzata (bossata):

Il pubblico ulula: «Via le Province». Lui va piatto: «No, sono una questione di identità e non si risparmierebbe nulla. E’ venuto un presidente, l’altro giorno, a fare casino in Cadore. Ma non aveva capito che era salvo».

Continua poi con le solite (non gigantesche) cazzate, quelle classiche da comizio:

Il Senatùr ripete dieci volte «abbiamo salvato le pensioni», «facciamo gli interessi del Nord», «la colpa è di Bankitalia che non vuole bene a questo governo» e assicura: «Ci avete mandato a Roma e noi sappiamo cosa fare: non molliamo!». Ma nessuno si aspetti miracoli dal passaggio della manovra in parlamento: «Abbiamo la crisi che bussa alla porta: è una svolta storica, non una cosa da niente, la gente capisce che l’Italia sta finendo male e bisogna prepararsi al dopo, che per noi è la Padania ».

Il riferimento è alla protesta messa in atto da Bottacin che si è presentato all’Hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore con la bandiera della provincia listata a lutto per chiedere a Bossi-Calderoli chiarimenti sul futuro del nostro territorio.

Forte sto Bossi. Ha scambiato l’ipotesi di accorpamento con la provincia di Treviso (che non si farà in ragione della superficie territoriale bellunese che supera i 3000 kq) con lo stato reale delle cose che Bottacin deve affrontare come presidente dell’ente Provincia di Belluno. Si, è vero, sembra poi che nell’autunno arriverà anche qualche soldino per “puntellare” il bilancio, ma è tutto da vedere e verificare.

Caro Bottacin, adesso puoi finalmente dormire sonni tranquilli. Ti sei dato da fare per niente, era già tutto a posto, aveva già pensato a tutto lui, il Leone Padano. E se poi sarà Padania, tanto meglio, no?

Noi, per fortuna, ci possiamo consolare con Gianfranco Miglio.

Bottacin e Pizzati su Radio 3 intervengono sulle conseguenze dei tagli in provincia di Belluno

19 Agosto 2011 Criticarium Itaglia belluno-autonoma, della-crisi, itaglia, veneto-stato

Da Press News Veneto:

Lodovico Pizzati, segretario di Veneto Stato, viene intervistato a “Tutta la città ne parla” programma di Radio 3 in onda alle ore 10 del 19 Agosto 2011. Interviene in risposta il presidente della provincia di Belluno, Giampaolo Bottacin.

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Sulla questione dei 150.000 € percepiti dai nostri parlamentari rispetto alla media europea di 50.000 €, vedi questo articolo.
 

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