BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Tremonti snake 2

9 Luglio 2011 Criticarium blozzando, il-parlamiasma, itaglia

No, Tremonti non è uno “snake” per questo:

Tremonti adesso basta.

Basta. Dalla finanziaria dell’etica e del rigore, alla casa in affitto senza etica e senza rigore. Imporre sacrifici , lacrime e sangue e abitare gratis in una casa da 8.500€ al mese. Dalla finanziaria in stile Prodi-Visco allo Stato di polizia tributaria (che tanto criticava). Dalla stretta sulle pensioni alla reintroduzione del ticket. È tutto quello contro cui il centrodestra ha sempre lottato. Ora basta.

Ma l’uomo del rigore non doveva scivolare su una casa

Sulla casa gli italiani non transigono. I padani e i milanesi tanto cari a Tremonti, poi, no parliamone. Tanto più se a “pasticciare” sull’affitto e la casa è Giulio Tremonti: il ministro del rigore, dei soldi che non ci sono, dei tagli lineari. Lui, che tanto ha lavorato per conquistare la stima internazionale, sa meglio di tutti che nei paesi che prende a modello ci si dimette per molto meno?

Tremonti e la casa, che figura barbina

I traffici di Milanese e la giustificazione “ingiustificabile” del ministro dell’economia.

Ho trascurato le analisi ed i commenti di area più “progressista”.

Tremonti snake

8 Luglio 2011 Criticarium blozzando, il-parlamiasma, itaglia

Non so a voi, ma a me la foto di questo serpente fa venire in mente il ministro Tremonti.

via Amazing Pics

Cadore, regno dei rifiuti …

7 Luglio 2011 Cadore - Dolomiti, Criticarium blozzando, local-politik, raccolta-differenziata

A conferma del fatto che, come sottolineato da xy sono un caso umano, ma fin dalla nascita, il ché dovrebbe assolvermi da parte delle colpe, vi voglio rendere partecipi di quanto mi è successo recentemente.

Lunedì scorso sono passato dal buon Ferruccio (oreficeria De Meio) e, mentre lui mi illustrava le eroiche gesta della domenica sulla ferrata Tomaselli, gli occhi mi sono caduti su un depliant lì in distribuzione. Ho subito e ad alta voce detto: «Porca pupazza, si son fatti anche il sito …». «Ma chi?» fa intanto Ferruccio. «I sindafiuti del Cadore», rispondo io. CHI????

Insomma, il resto del tempo Ferruccio lo ha passato a convincermi che non c’è scritto “Regno dei Rifiuti” ma “dei R-i-f-u-g-i“, che il sito non è www.rifiutidelcadore.it ma bensì www.rifugidelcadore.it.

Mi sono stropicciato gli occhi più e più volte ma niente. Eppure so di aver scritto qualcosa sulla lunga marcia della differenziata in Cadore, mi ricordo anche di aver parlato di Calimero e della grande svolta, e di averlo fatto anche confrontando Lozzo con Domegge e poi e poi … tutti quei grafici e … l’erba cipollina.

Ho preso un appuntamento. Da uno bravo, naturalmente.

l’Autonomia viva del Trentino e quella morta e sepolta del Cadore (e della provincia di Belluno)

6 Luglio 2011 Autonomia, Cadore - Dolomiti autonomia, itaglia, magnifica-comunità, trentino-alto-adige

C’è chi, oggi, si può permettere di vivere la quotidianità della propria Autonomia e, nel contempo, ricordare quanto siano profondamente spinte nel passato le sue radici. Traggo da un interessante articolo che andrebbe letto per intero:

L’Autonomia trentina compie 900 anni. Nel luglio del 1111, nove secoli fa, nasceva la Magnifica Comunità di Fiemme, e con essa il riconoscimento delle autonomie territoriali, consacrate nei Patti Ghebardini sottofirmati dal potere centrale.

In un tempo in cui le autonomie speciali sono messe in forte discussione nel nostro Paese, e giudicate dai più come un privilegio – un ingiusto privilegio – rispetto allo status di altre province e regioni italiane, forse ai trentini sono chiesti una maggiore consapevolezza e uno scatto in più rispetto alla stizzita reazione di chiusura e di autocompiacimento, di fronte alle invidie e alle contestazioni che ci provengono dalle regioni vicine e dallo stato centrale. […]

Spesso, infatti, nei trentini non c’è coscienza di cosa significhi nel profondo «Autonomia», e cosa ciò comporti, anche nella diversità di modo di governare e di gestire i beni pubblici.[…]

E la continuazione ai giorni nostri di un modo di gestire e di amministrare la «res publica» in maniera diversa, mutualistico e con la responsabilità diretta di tutti, senza delegare ma attraverso un controllo sociale diffuso. Non basta avere le competenze e i soldi per potersi dire «autonomi». Occorre anche sapersi governare da soli, averne le capacità e la legittimazione diffusa, e soprattutto mostrare di saper amministrare in maniera diversa rispetto ad un potere centrale, riuscendo a governare meglio, con minor spesa, meno sprechi, più risultati e maggiore coinvolgimento (e responsabilità) dei cittadini. […]

E, presto o tardi, verranno meno anche le risorse e il riconoscimento esterno della propria legittimità ad essere considerati «autonomi». Del resto lo diceva lo stesso Alcide De Gasperi: «Le autonomie si salveranno, matureranno, resisteranno, solo a una condizione: che dimostrino di essere migliori della burocrazia statale, migliori del sistema accentrato statale, migliori soprattutto per quanto riguarda le spese…». […]

Le Comunità rurali del Trentino facevano così: gestione del bene collettivo in maniera democratica, custodendo e controllando l’uso che se ne faceva, attraverso una diffusa coscienza di diritti e doveri. Noi oggi abbiamo ridotto i Comuni ad enti erogatori di servizi, secondo l’impostazione napoleonica, che è sempre stata ostile alle autonomie.

Ricordare in questi giorni i 900 anni dei «Patti Ghebardini» deve significare questo: riattingere alle sorgenti cosa vuol dire «autonomia» per tradurlo in fatti. Altrimenti ci resterà un grande, pomposo, autocelebrativo simulacro, ma grattando un po’ scopriremo che dentro è vuoto. Basterà un po’ di vento avverso per farlo crollare su se stesso.

Anche la Magnifica Comunità di Cadore può vantare una storia plurisecolare. E’ del 1200 il laudo di Candide, del 1321 quello di Auronzo. Ma è del 22 agosto 1188 l’atto col quale Auronzo cede Sovergna a Lozzo in cambio di Larieto. Un’ Autonomia durata fino all’arrivo di Napoleone. E persa definitivamente, soprattutto nel cuore, con l’arrivo dello Stato italiano.

Quest’ultimo, occupante al pari di quello austriaco, ma accolto dai cadorini con un flebile sorriso di speranza, non tardò a palesarsi per quello che era, ipocrita alfiere della libertà e spietato vessatore. Fu così che ci vedemmo imposta la più odiata fra le tasse, quella sul macinato, mai prima pretesa, neanche dai francesi. E piombammo quindi dalla povertà dignitosa alla più acuta indigenza, non lasciandoci altro spazio che l’emigrare in terre lontane. Dolorosa piaga, quest’ultima, da affiancare alla seconda e più spaventosa che lo Stato italiano ci avrebbe di lì a poco imposto, ammantandola di bieco patriottismo, la Grande Guerra.

Da segnalare il recente fremito referendario per Belluno Autonoma, sterilizzato dal gerontocomio della Corte di Cassazione e, solo di qualche ora fa, la non approvazione alla Camera della norma, presentata dall’IDV, che prevedeva la cancellazione delle Province. La norma, certamente voluta come misura di contenimento della spesa pubblica e razionalizzazione della infernale macchina statale, avrebbe avuto come logica conseguenza, perlomeno per quanto riguarda la provincia di Belluno, lo strangolamento di qualsiasi anelito autonomista, per quanto essi appaiano, allo stato, niente più di un fremito.

Il Vaticano chiude il 2010 con utili per 10 milioni di euro: soldi santi!

5 Luglio 2011 Criticarium chiesa-vaticano

Ogni tanto devo fare una buona azione. Stavo già provando un certo prurito e la lettura di questa vignetta ha fatto il resto (solite cose eh …). Leggi tutto su Parole sante.

 

Lozzo di Cadore: ‘trovare i soldi necessari per questi interventi non è stato facile’ – epilogo

4 Luglio 2011 Decoro urbano cura-di-bellezza, Decoro urbano, finanziamenti-a-Lozzo, il-disinformatico, lavori-pubblici

Qui a Lozzo l’hanno tolto da poco. Forse l’hanno semplicemente spostato. E’ esposto in tutto il Veneto, così come da disposizioni della Giunta Regionale. Bisogna infatti dare la giusta pubblicità al piano di sostegno all’economia veneta su tutti i cartelli di cantiere. Li stiamo ammirando anche a Domegge, Lorenzago, Auronzo …

Sto parlando del MAC: Misure Anti Crisi del governo veneto a sostegno della ripresa economica (rubricare alla voce “aumento spesa pubblica”).

Ne ho già parlato diffusamente nella Quadrilogia dal titolo: “Trovare i soldi necessari per questi interventi non è stato facile” ( uno – due – tre – quattro).

La scintilla è stata la solita perla bolcomiana (traggo dal primo articolo della quadrilogia):

Nel decorino-portaportino, l’ultimo bolcom in distribuzione (numero 4), un piccolo esempio di tutto ciò. Il sindaco fa dire alla sua assessora una cosa di grande importanza, in relazione alla cura di bellezza che ci si appresta a fare al paese, anzi no, al centro di Lozzo:

“Trovare i soldi necessari per questi interventi non è stato facile”.

E noi siamo i primi  a sapere quanto difficile sia trovare dei soldi. Tutte le mattine infatti, appena usciti di casa, cerchiamo avidamente tagli da 100 e 500 € per strada, quelli con su scritto “ecco 100 € per te”, ma è quanto mai raro trovarne.

Mi mancava la parte grafica, per completezza d’informazione.

 

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