BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Io, dolomitico, da 2 anni patrimonio mondiale dell’Unesco, e neanche me ne sono accorto (un anno dopo)

26 Giugno 2011 Cadore - Dolomiti blozzando, dolomiti, promozione-turistica, sviluppo-montagna, turismo-alpino, turismo-cadorino, unesco

26 giugno 2009, proclamazione delle Dolomiti a patrimonio mondiale naturale dell’Unesco. Sono passati 2 anni. La prima commemorazione: “io, dolomitico, da 365 giorni patrimonio mondiale dell’Unesco e neanche me ne sono accorto”.

Le Dolomiti si stanno sgretolando. Lo fanno da sempre. Qualche rara volta cade un pezzo grosso, come di recente presso Cima Una, normalmente cadono pezzi piccoli che si raccolgono là dove la gravità li conduce. Niente di nuovo, quindi.

Da segnalare il logo dolomitico (da molti definito olco-dolomitico). Non è piaciuto a nessuno. Quasi tutti hanno tuonato contro la “vergognosa” idea grafica. Ha tuonato anche il CAI. Così hanno fatto fare all’autore un po’ di restyling del logo.  I più non notano alcuna differenza ma, ora, “vuoi mettere?“. Adesso sono tutti contenti, anche il CAI, al quale hanno imbottito la “carega” che ha nella Fondazione. Così fan tutti.

Da segnalare anche la “Campeolata“, modalità alternativa per fare dalla finestra ciò che non si può fare dalla porta (rubricare alla voce: aumento stipendio). Nel frattempo i siti Unesco patrimonio dell’umanità sono aumentati a 916, 706 a valenza culturale, 183 naturalistica, 27 misti.

Nel Veneto si contano 60 milioni di presenze turistiche, in provincia di Belluno non si arriva a 2 milioni, 1.976.914. Ogni 100 presenze turistiche sul suolo veneto 3,3 sono da ascrivere alla provincia di Belluno. Che non vuol dire che il turista scelga le Dolomiti (accontentarsi che scelga la montagna).

E vallo a dire al macellaio di Francoforte, che si è sbatacchiato durante l’anno quintali di costicine,  che deve scegliere le Dolomiti invece dello sdraio al mare dove, solitamente, non fa altro che arrostirsi come un würstel.

Anche a livello nazionale la montagna è il fanalino di coda fra le destinazioni turistiche. Perché uno dovrebbe preferire la dolomia alla cupola del Brunelleschi, la basilica del Santo, quella di San Marco, Pompei, Colosseo? Mare, città d’arte, laghi, terme ed infine montagna. E’ così da sempre.

Così, chi opera nel turismo di montagna sa che se vuole aumentare il proprio flusso di presenze la strada più conveniente è quella di sottrarle ad altre zone montane. E’ più facile, insomma, attrarre in Pusteria uno che va in Valtellina piuttosto che uno che va a Iesolo.

Terra terra (poi, se vogliamo, si può spaccare in 4 il capello): ma chi cavolo se ne frega delle Dolomiti in quanto patrimonio dell’umanità ?

Il logo Dolomiti-Unesco prima del restyling …

delirium tremontis

25 Giugno 2011 Criticarium blozzando, il-parlamiasma, itaglia, tremonti

Prometto che se va in porto una sola delle fanfaronate fatte trapelare dal ministro Tremonti (perché al Corriere e non al Consiglio dei ministri?) per tagliare stipendi, vitalizi, rimborsi, auto blu ecc., mi concedo a lui totalmente.

Se ad agosto torna a visitare la spianata di Loreto insieme a Bossi e Calderoli (come ha già fatto l’anno scorso: Bossi e Tremonti alla chiesetta della Madonna di Loreto, sulle orme del papa), sono pronto a seguirlo in ogni dove con l’ombrellino aperto per proteggerlo dall’accecante sole (Calderoli potrà, nel frattempo, trastullarsi anche quest’anno con la carrucola).

In realtà, non è vero che siano fanfaronate, anzi. Il Mago Tremonti (di lorenzaghese memoria) ha tirato fuori dal cappello, su indicazione dell’elettorato (vedi le due ultime vicenduole delle amministrative e dei referendum), alcune disposizioni di sicuro effetto mediatico-demagogico. Vediamole (tratte da il Post).

 

Stipendi
L’articolo 1 stabilisce che a partire dalle prossime elezioni (o nomine, o rinnovi) i compensi pubblici “erogati a qualsiasi titolo” non possano superare la media europea per i corrispondenti titoli, a esclusione del presidente della Repubblica.

Auto blu
L’articolo 2 stabilisce che le auto di servizio non possano superare i 1600cc di cilindrata, a eccezione di quelle del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio e dei presidenti di Camera e Senato.

Aerei di Stato
Solo il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e i presidenti di Camera e Senato possono utilizzare aerei di Stato, salvo eccezioni motivate e da rendere pubbliche.

Vitalizi
Cancellati vitalizi, pensioni, auto di servizio, uffici, telefoni, eccetera attribuiti ai titolari di incarici pubblici, anche elettivi, dopo la scadenza dell’incarico. Anche questo, tranne che per il presidente della Repubblica.

Dotazioni finanziarie
I fondi di Senato, Camera, organi costituzionali o con rilevanza costituzionale, organi di autogoverno, autorità indipendenti e simili sono ridotti. Non è specificato di quanto: ci sono dei puntini di sospensione.

Finanziamento dei partiti
Anche qui, il finanziamento viene ridotto ma non viene specificato di quanto: i puntini di sospensione indicano che bisogna ancora decidere una percentuale. L’articolo ribadisce poi la norma già approvata per cui i rimborsi per le spese elettorali sono erogati solo in proporzione alla durata della legislatura.

Election day
Dal 2012 in poi le elezioni e i referendum devono essere accorpati in un unico fine settimana.

 

Da queste parti la cosa si liquida con la seguente “battuta”, che trae origine a metà strada tra tradizione e leggenda, e per la quale chiedo scusa ai dirimpettai lorenzaghesi:

effetto acqua Cridola

 

turismo alpino 2010 a confronto: Belluno c’è ancora …

25 Giugno 2011 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni sviluppo-montagna, trentino-alto-adige, turismo-alpino, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

L’Istituto provinciale di statisitica della Provincia autonoma di Bolzano ha pubblicato il rapporto “Turismo in alcune regioni alpine – 2010”. Ne ho ricavato alcuni grafici che aiutano a capire in che “cul de sac” ci stiamo dimenando.

L’ultimo grafico è una rielaborazione di quello proposto nel rapporto e fa vedere l’andamento delle presenze negli esercizi recettivi alberghieri nel “solo” ultimo decennio, avendo come indice base il 1990 posto uguale a 100. Si nota immediatamente che Belluno è sotto l’indice base del 1990; unica consolazione, la compagnia di San Gallo, Ticino, Grigioni e Baviera.

Il confronto delle presenze è quanto meno significativo: Alto Adige 23.000.000, Trentino 11.446.000, Belluno 1.976.000.  Per Belluno c’è un aumento di presenze (1,5%) rispetto al 2009. Siamo in coma, ma è come se avessimo mosso un dito.

 

Italia in declassamento da Aa2, Trento e Bolzano sbandierano la tripla A, Belluno alla canna del gas

24 Giugno 2011 Autonomia autonomia, belluno-autonoma, sviluppo-montagna, trentino-alto-adige

Io non sono fra quelli che vorrebbero “eliminare” le autonomie del Trentino e dell’Alto Adige (TAA) da questo miasma di Stato italiano.

No, sono un baluardo, sono lì a dimostrare che non c’è altra scelta. Per uscire dal corpo incancrenito di questo Stato italico in disfacimento bisogna che ad ognuno venga riconosciuta la possibilità di gestirsi in modo autonomo. Abbiamo, nel TAA, un esempio di federalismo funzionale che vive e pulsa dal 1972. Non è tutto oro, ma questa è l’unica strada.

Detto questo, vi ricordate di Gabriele Cirilli e di “Chi è Tatiana?” . “Tatiana è l’amica mia, quella grassa ma talmente grassa che …”.

Anche per il TAA si potrebbe inventare un tormentone analogo del tipo “Il TAA è talmente autonomo ma talmente autonomo che …” e veniamo al primo esempio.

Moody’s ha in animo di rivedere al ribasso il rating del miasma italico che attualmente è Aa2. Il TAA è talmente autonomo ma talmente autonomo che può permettersi, ed ha ragione a farlo, di alzare la voce su questo trattamento che macchia pesantemente la propria virtuosa gestione. Ne parla l’Adige.it in un articolo (il neretto è mio) dal titolo già eloquente “Il trentino rischia per colpa dello Stato“:

Le Province di Trento e Bolzano sono «troppo» virtuose rispetto allo Stato italiano, il quale ora rischia di trascinarle giù con sé, se mai Moody’s dovesse decidere fra tre mesi di abbassare il rating dell’Italia, al termine della revisione annunciata il 17 giugno scorso.

[…] «Per le province autonome di Trento e Bolzano e per la regione Lombardia, – precisa l’agenzia americana – la revisione si focalizzerà sui fattori istituzionali che hanno consentito ai loro rating di restare sopra al livello nazionale». Viene ricordato infatti che Trento e Bolzano hanno un rating Aaa – il massimo – e la Regione Lombardia Aa1.

[…] Oltre alla Provincia di Trento è stata messa sotto osservazione anche Cassa del Trentino spa, che è la società che è stata costituita allo scopo di andare sul mercato ed emettere le obbligazioni per conto della Provincia. Ora, il problema sta nel fatto che in tutto il mondo non c’è un caso in cui Moody’s abbia riconosciuto una differenza di tre gradini nel rating fra uno Stato nazionale e un ente locale.

Tutto ciò mentre la Provincia di Belluno è quasi alla canna del gas.

Domegge di Cadore batte Lozzo 93 a 92

23 Giugno 2011 Cadore - Dolomiti, Criticarium blozzando, porta-a-porta, raccolta-differenziata

Di primo acchito sembrerebbe il risultato di una partita fra i giganti del basket dell’NBA. Sono invece le percentuali di raccolta differenziata relative al mese di maggio appena trascorso, che ci sono state comunicate per il tramite della stampa locale dai primi cittadini di Domegge e di Lozzo di Cadore.

Una sana competizione non fa mai male, soprattutto se finalizzata al miglioramento della vita della comunità. Siamo in trepidante attesa dei risultati di Calalzo e Pieve di Cadore che, par di intuire, saranno anch’essi in quell’intorno.

Il sindaco di Domegge, fra l’altro e senza saperlo, fa un regalo a quello di Lozzo suggerendo una nota che quest’ultimo potrà usare in una prossima uscita pubblica. E’ già pronta e non costa nulla.

[…] La buona riuscita della differenziazione», aggiunge, «non è altro che il risultato di una politica attenta al comportamento dei cittadini, che tiene però in evidenza le loro necessità e che sa confrontarsi con loro fornendo anche delle indicazioni chiare e facili da seguire»

Per ricambiare il sindaco di Lozzo è in grado di offrire alcune linee guida sui metodi repressivi da introdurre (tolleranza zero) per colpire chi sgarra nel conferimento (sembra essere questa una necessità anche per Domegge). Sforzandomi di essere super partes, devo però ammettere che questa prima partita del campionato cadorino della differenziata è stata giustamente vinta da Domegge. Se non altro in virtù di due elementi che andrò ad esporre.

Primo, Domegge non ha mai vinto una maglia nera. Pieve e Calalzo sì, insieme a Lozzo nel 2008, ma Domegge mai. Lozzo, si sa, dal 2008 è “The Black One” avendone vinte tre di fila.

Secondo, anche nei dati storici relativi alla differenziata nuda e cruda Domegge si è sempre comportato meglio di Lozzo (nel 2009 sono alla pari). Appena appena, ma quel tanto che basta per riconoscergli il primato odierno.

Sì, è vero, nel 2009 (per il momento ultimo anno di dati disponibili) quasi tutte le perle centro cadorine viaggiavano sotto al 35% di differenziata (con le eccezioni di Lorenzago al 38, Calalzo al 36 Auronzo al 41). Comelico e Val Boite viaggiavano nello stesso anno intorno al 60%.

Poi è arrivata la “Primavera dell’Umido” e con essa prima il bidone e poi il porta-a-porta (come nel …  nel B… nel Bu… nel Burkina Faaaaaso).

 

Fonte dati: Arpav

 

il sindaco di Lozzo di Cadore in versione amarcord: ‘Avevamo la maglia nera’

22 Giugno 2011 Botanico Palazzo, Digo la mea cecità-della-giunta, maglia-nera, raccolta-differenziata, tra-le-righe

Lo dicevo tempo fa in un titolo che già da solo spiega tutto: “il sindaco di Lozzo di Cadore, come Fonzie, fa fatica ad ammettere i propri sbagli, ma sta iniziando a chinare il capo”.

E’ riuscito infatti a dire (nel solito articolo), in una struggente atmosfera di amarcord, «Avevamo la maglia nera». Ma non lo ha detto come una ammissione di colpa, che io invece circoscrivo senza appello alla cecità giunto-manfrediana. Ci accontentiamo. La redazione ci ha poi messo del suo nel tentare di redimere il povero ed afflitto sindaco sottotitolando: “Un anno fa il Comune indossava la maglia nera: solo il 35%”

Anche nell’articolo l’estensore accenna al fatto che “Lozzo, come altri comuni del Centro Cadore, non superava fino ad un anno fa il 34-35 per cento“, guardandosi però ben bene dall’informare noi tutti che:

  • Lozzo di Cadore ha conquistato ben tre maglie nere, da cui Zozzo di Cadore;
  • che i pochi altri comuni che ci hanno fatto talora compagnia (in ambito cadorino) sono stati, per il 2008 Pieve e Calalzo, per il 2009 nessuno, per il 2010 Perarolo.

A chiarire la faccenda dovrebbe bastare la seguente infografica che si basa sui dati ufficiali messi a disposizione dalla Regione Veneto (2008, 2009, 2010). Si vede come l’ecotassa sia distribuita su tutto il territorio cadorino. La classifica è su base regionale, cioè la maglia nera è conquistata fra tutti i 500+ comuni veneti.

Chi non supera la soglia minima di differenziata (i neri) paga l’ecotassa per intero (100%) ossia 25,82 €/t); chi è un po’ più bravo (grigi) paga il 65% ossia 16,78€/t e chi è virtuoso (verdi)  paga solo il 30%, 7,75 €/t. Tradotto: nero= inferno, grigio=purgatorio, verde=paradiso.

C’è da dire che, secondo una proiezione da me stimata, la quarta maglia nera ce la schiviamo di un pelo. Adesso sono contento. E ora andiamo e … differenziamo.

 

 


 

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