BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

grazie Mura Pagani, grazie!

21 Giugno 2011 Botanico Palazzo porta-a-porta, propaganda, raccolta-differenziata, tra-le-righe

Come consueto, quando il sindaco di Lozzo esterna sulla stampa locale lo fa con l’efficiente formato della multi-cavolata. Prendete, per esempio, la recente affermazione relativa alla gestione degli RSU:

[…] Secondo Manfreda, a frenare la corsa, era il sistema di allora (neanche un anno fa, ndr): «Non ci potevamo sottrarre, era adottato da un intero territorio e quindi c’era una minima percentuale di differenza tra un paese e l’altro, a dimostrazione che all’origine del disastro non c’era la mancanza di volontà dei cittadini.

Una cosa giusta l’ha detta: “all’origine del disastro non c’era la mancanza di volontà dei cittadini”. E bravo, ci voleva la laurea, in rifiutologia.

A frenare la corsa quindi sarebbe stato il sistema di allora dal quale, dice il sindaco-rifiutologo, «Non ci potevamo sottrarre …».

Perché, non ci potevamo sottrarre???

Sembra di rivivere le atmosfere dei piani quinquennali della vecchia Unione delle repubbliche socialiste sovietiche in cui, per cambiare qualcosa, bisognava aspettare che scadesse il piano. Oggi neanche il satrapo presidente bielorusso Lukashenko, che pur si dichiara disposto a picchiare chi incita allo sciopero, ragiona più così.

Come abbiamo fatto allora a sottrarci? Chi è il minuendo e chi è il sottraendo e, soprattutto, chi è l’autore della intervenuta sottrazione?

Io ho la risposta: la divinità sanante Mura Pagani. Al pari delle altre divinità che venivano adorate a Lagole, l’intervento di Mura Pagani è stato determinante per il raggiungimento della salute pubblica.

Se la discarica di Mura Pagani non fosse stata chiusa, portando i costi a tonnellata da 80 a 200 euri, col cazzo che si sarebbe dato avvio alla “Primavera dell’Umido” e alla “Revolution del porta-a-porta”, lo stesso “fermento” che ha portato il Burkina Faso a precederci nelle coraggiosissime e, soprattutto, originalissime scelte messe in campo, prima fra tutte l’adozione del bidone dell’umido o di Didone.

Foto: Wikipedia

il bidone del pitone del ditone di Didone …

21 Giugno 2011 Criticarium blozzando

@osservatore osserva:

Danilo diciamocela tutta, come critica ormai sei al bidone.

In un breve commento di risposta ho già esortato @osservatore, qualora la lettura del BLOZ non fosse gradita,  a  “non ti curar di me ma guarda e passa …”. Tuttavia, riconoscendo che non ha poi tutti i torti propongo un pezzo del professor Anatoli Balash. Si parla di Ulisse e poi di Enea. Del bidone si parla verso la fine, a proposito del ditone di Didone …

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ma allora, che cos’è l’accumulo di ramaglia presso il campo sportivo di Lozzo di Cadore?

20 Giugno 2011 Botanico Palazzo Decoro urbano, parcheggi, spazi-pubblici, urbanistica

In un mio precedente articolo sull’argomento mi ripromettevo di approfondire… “tra il serio ed il faceto”.

Un affezionato lettore del BLOZ mi scrive: “Caro Danilo, ma l’accumulo di ramaglia che staziona presso i parcheggi del campo sportivo, in definitiva, che cos’è?”. Provo a dare una risposta.

O è una risorsa o è un rifiuto.

Se è una risorsa ne dovremmo intravvedere l’utilità. Per esempio, se l’amministrazione avesse in testa di dotarsi di una centralina a biomassa, l’accumulo di ramaglia potrebbe funzionare da primo innesco del focolare. In ogni caso, se la ramaglia avesse un qualche valore economico, sarebbe il caso di conferirla subito per evitare che col tempo se ne alteri la bontà. Magari si potrebbe portarla ad Ospitale e, col ricavato, pagarsi il nolo per il trasporto.

Se non è una risorsa, allora è un rifiuto, lo dice la legge.

Definizione di rifiuto (art. 183, c. 1, lett. a del DLgs 152/06): qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore

  • si disfi
  • abbia l’intenzione di disfarsi
  • abbia l’obbligo di disfarsi

Se la ramaglia è un rifiuto, il suo accumulo si può fare solo ricorrendo a queste modalità:

  • deposito temporaneo
  • discarica

Il deposito temporaneo di rifiuti non pericolosi va asportato o ogni 3 mesi o al raggiungimento di 20 mc. In ogni caso, il deposito non può avere durata superiore ad un anno.

Sia utilizzando il criterio temporale (ogni 3 mesi) che quello quantitativo (al raggiungimento dei 20 mc) sia, inoltre, in ragione del fatto che nessun deposito temporaneo può superare la durata di un anno, mi sembra di poter dire che la ramaglia del campo sportivo si configura come una discarica, al pari di quella a lei vicina “trasferita” nei giorni scorsi.

Questa, naturalmente, è la mia opinione. Per avere risposte più pertinenti dovreste chiedere lumi al sindaco di Lozzo di Cadore, noto rifiutologo.

La differenziata, se a Prou ci fossero le campane per il vetro e per la carta? Almeno al 99% …

19 Giugno 2011 Botanico Palazzo, Criticarium blozzando, porta-a-porta, raccolta-differenziata

 

Rilevo e liberamente interpreto, anche alla luce delle percentuali raggiunte nella raccolta differenziata ed ultimamente partorite dall’amministrazione (da un commento di  Uno di Prou):

A Prou mancano addirittura i bidoni per il vetro-lattine-plastica e per la carta-cartone. Si vede che le nostre tasse sono diverse da quelle degli altri concittadini. Giustamente dice Talaren e gli anziani ed i vecchi? Non si pensa anche per loro? Che poi vengano ancora per le porte a vedere del mio voto che li mando a cag..e!

Dando per scontata la lamentata affermazione di Uno di Prou, chiedo ora, perlomeno a quanti di voi non sono già paralizzati dalle risate, come sarebbe cambiata la percentuale di differenziata se il sindaco fosse stato messo al corrente di questa falla? Si possono già fare delle proiezioni.

Sarebbe giunta almeno al 99%.

Io, del resto, sono stato fra i primi a credere innanzitutto nella “Primavera dell’Umido” e poi nella “Revolution del porta-a-porta“, prefigurando un avvenire luminoso per il nostro paese (perlomeno lato RSU). Così scrivevo il 9 gennaio 2011:

[…] Tuttavia, non illudiamoci: il “porta a porta” non è un servizio che costa necessariamente meno. E’ semplicemente un servizio che fa pagare in base al rifiuto secco prodotto e, quindi, ha l’enorme merito di spingere il cittadino a differenziare (oltre ad essere equo nel senso di “pago in relazione a ciò che produco”).

Date queste premesse, per un comune piccolo come il nostro, non dovrebbe essere difficile in un futuro non lontanissimo svettare fra i comuni “ricicloni”. Tanto più ora che “quelli della maglia nera” si sono decisi ad introdurre la tolleranza zero.

Ehhh, il talento non si compra !

ora non ci sono davvero più dubbi: per il Cadore la ‘colpa’ è loro, per Lozzo la ‘colpa’ è proprio sua …

19 Giugno 2011 Botanico Palazzo, Criticarium maglia-nera, porta-a-porta, raccolta-differenziata

«Cari concittadini, la raccolta differenziata con le modalità dell’umido e della raccolta del secco porta a porta sta procedendo con risultati più che incoraggianti … chiedo pertanto alla popolazione, che fin qui si è dimostrata partecipe, di continuare in questo sforzo …».

Se questo fosse stato l’appello di un nostro amministratore nulla avrei scritto. Un amministratore accorto a questo si sarebbe limitato, ma i Nostri cadorini hanno la coda di paglia e sentono imperioso il bisogno (anche chi è entrato per la prima volta nell’agone all’ultima tornata elettorale) di scrollarsi di dosso il pantano nel quale loro stessi sono andati a sprofondare: il pantano della gestione dei rifiuti solidi urbani al 35%.

Tra loro ce n’è uno, il sindaco di Lozzo, che, oltre al pantano, negli anni scorsi si è cucito addosso ben tre maglie nere, vinte ufficialmente nella “competizione” (regionale eh, mica locale) per la gestione degli RSU. Un vero e proprio “Calimero degli RSU”.

Per sbiancarsi il Nostro sceglie di proclamare al mondo il raggiungimento del 92% nella raccolta differenziata. Molti commentatori qui sul BLOZ hanno già detto la loro sull’argomento, sottolineando anche la quanto mai intempestiva proclamazione ad un solo mese dall’avvio della nuova era di civiltà (prima era il Medioevo RSU).

Nei primi commenti però non è stato messo in luce un fatto semplice ma di determinante rilievo. Non importa che sia il 92%, potrebbe essere benissimo anche un 80%, un 70%, finanche un 65%.

Queste percentuali hanno un solo significato, che ho condensato nel titolo: “ora non ci sono davvero più dubbi: per il Cadore la colpa è loro, per Lozzo la colpa è proprio sua …”

Sì, perché tutto ciò è la prova incontrovertibile che nel Medioevo-RSU eravamo mantenuti dai signorotti-sindaci centro-cadorini, e noi qui a Lozzo dal “Calimero degli RSU”, anzi dal “Tri-Calimero” o dal “Calimero tri-campione”, fate voi.

Non è con ironia che scrivo che anche nel Burkina Faso si è iniziata la raccolta dell’umido prima che in Centro Cadore (trascuro i riferimenti alla consorella Val Boite per ovvi motivi di pietas). I lozzesi sono ancora quelli di un tempo, anche il sindaco è ancora quello di un tempo: sono cambiate solo le modalità di raccolta, la rivoluzione è iniziata con l’arrivo del bidone dell’umido seguìto dal porta-a-porta, come nel Burkina Faso.

Ecco cosa significa quel 92% (ma, come detto, potrebbe essere anche un più ragionevole 65%). Tuttavia, può darsi che qualcuno sia disposto a credere “all’Ava come lava …” ed inizi a considerare il “Calimero degli RSU” un po’ meno nero. Un lungo cammino dal Medioevo attraversando l’Era Moderna per giungere fino ai nostri giorni, a quella Contemporanea. Come il Burkina Faso.

i parcheggi del campo sportivo, l’Opera Romana Pellegrinaggi e la pio-massa

17 Giugno 2011 Botanico Palazzo Decoro urbano, iniziative-turistiche, parcheggi, spazi-pubblici, urbanistica

Premessa: nel mio precedente articolo sull’argomento mi ripromettevo di approfondire… “tra il serio ed il faceto”.

Non sarà per quest’anno. C’è già la faccenda del Miesna, di San Vittore e Corona, che va seguita a dovere. Ma già dalla prossima estate l’evento potrebbe concretizzarsi.

L’ Opera Romana Pellegrinaggi si è detta più che interessata. Le ho mandato tutto l’apparato iconografico a dimostrazione che lo spazio c’è.

Il nostro problema, quando organizziamo qualche iniziativa, è che vi sia un minimo di gente. Il loro è che di gente ce n’è sempre troppa. E la gente, la massa, ancorché pia, va gestita.

Tarcisio, ad oggi che il ciellino Scola è in procinto di trasferirsi a Milano a capo della diocesi più vasta del mondo (dopo S. Paolo in Brasile), non è certamente di buon umore. Ma c’è tempo, c’è tempo per convincerlo che Lozzo di Cadore val bene una messa.

Certo, se nel frattempo vi fosse un segno di santità tangibile, che ne so, se le campane della chiesetta di Loreto si mettessero a suonare da sole, se tutta l’erba della spianata si mantenesse rasa per intervento spirituale (senza cioè l’aiuto degli asini della Comunità Montana), se la stessa alberatura (delle foglie di fico) dovesse trovare dimora senza l’intervento della rantolante Provincia, be’ allora una messa papale non ce la risparmierebbe nessuno.

Un semplice quanto decoroso palco ligneo per sostenere il papa, costruito col sudore di tutti gli artigiani della zona e senza bisogno alcuno di architetti (altrimenti i costi vanno alle stelle): il tutto al campo sportivo, gremito di gente come si conviene in queste eccezionali occasioni. A parte Lozzo di Cadore, non c’è nessun altro paese che sia attrezzato con gli spazi necessari per ospitare un evento del genere. Ora che l’area è stata in buona parte liberata.

Manca da portar via la bio-massa, la ramaglia che è rimasta come un cadavere stecchito ad ingombrare una parte del conquistato spazio. L’amministrazione, con un orgoglioso colpo di reni si è liberata della discarica con un matto e disperatissimo “carica evvvvai” durato per giorni e giorni. Ma ha lasciato lì la ramaglia.

No, così non va bene, neanche per l’Opera Romana Pellegrinaggi.

P.S. argomento affrontato in versione ecumenica.

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