BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

oh che meraviglia, al campo di Lozzo è ancora ferma lì quella ramaglia

15 Giugno 2011 Botanico Palazzo Decoro urbano, parcheggi, urbanistica

Una prima considerazione, leggermente fuori argomento, è per i “titolisti”: fanno davvero un gran brutto mestiere. All’inizio era un “La giunta, canaglia (1), non sposta la ramaglia”, e lo dovete pensare scandito come nei cortei a guida sindacale.

Ma avrebbe avuto una connotazione politica troppo profonda giacché, con ogni probabilità, anche il sindaco non sapeva dell’esistenza della discarica dei parcheggi del campo sportivo prima che la minoranza di Per la Gente di Lozzo non glielo evidenziasse con questa interpellanza. Il titolista ha quindi preferito virare verso un titolo vagamente più tecnico.

Fatto sta che, diversamente dagli incitamenti elevati anche da queste righe (in questo articolo),

«Comunque, non dimenticatevi della ramaglia. E per il futuro, mi raccomando, solo piccoli accumuli temporanei»

la parte di discarica già terrosa che doveva costituire il primo gradone del “nuovo assetto” del parcheggio è stata portata via molto alle svelte, mentre la parte terrigena, la ramaglia, è rimasta a fare bella o brutta, a seconda dei punti di vista, mostra di sé.

C’è qualcuno disposto a credere che ciò che ho scritto «Comunque, non dimenticatevi della ramaglia […]» l’abbia scritto per caso? Nessuno. OK!

La spinta innovatrice, sia chiaro, non può esercitarsi all’infinito. Innovare costa fatica e, talvolta, una pausa di riflessione può essere più che giustificata. Sul destino della ramaglia, che potrebbe ancora nelle prossime ore prendere la via di una discarica autorizzata, si possono in ogni caso formulare alcune ipotesi, tra il serio ed il faceto, per restare in sintonia con questa amministrazione. Prossimamente su queste righe.

 

(1) nel senso di burlona, naturalmente.

http://www.lozzodicadore.eu/blog/parcheggi-del-campo-sportivo-a-lozzo-di-cadore-fare-e-disfare-e-tutto-un-lavorare.htmlComunque, non dimenticatevi della ramaglia. E per il futuro, mi raccomando, solo piccoli accumuli temporanei.

Comunità montana Centro Cadore: il bando per lo sfalcio e lo sfalcio al bando (un anno dopo)

13 Giugno 2011 Ambiente, Politica nostrana comunità-montana, sviluppo-montagna, tutela-ambiente, verde-pubblico


Un anno fa appariva il bando per lo sfalcio promosso dalla Comunità Montana Centro Cadore (vedi articolo del 16 giugno 2010).

La cosa ovvia che subito emerse fu il ritardo con cui il bando venne pubblicato rispetto alla stagione vegetativa e, quindi, alle scelte che la gente può fare affrontando le connesse problematiche (acquisto capre e asini per esempio).

In poche parole, sarebbe stato conveniente proporre l’iniziativa all’inizio della primavera in modo che la gente avesse il tempo di focalizzare ecc ecc..

Ma a quel tempo tutti capimmo che il gregge dei sindaci, che così tanta fatica aveva fatto a designare il nuovo presidente (giunto solo a fine dicembre), non avrebbe espresso politiche efficienti a breve termine. E così tutti ritenemmo che il ritardo del bando per lo sfalcio fosse giustificabile dal necessario riavvio della macchina comunitaria.

Orbene, a distanza di un anno ci si potrebbe aspettare, al riguardo, una tempificazione più consona. Tuttavia, se non mi è sfuggito qualcosa, la stampa non ne ha ancora parlato e quindi delle due l’una: o il bando è allo sbando o è semplicemente, e questa volta colpevolmente, in ritardo.

Io credo che sia “allo sbando” per mancato interesse da parte della popolazione (non è poi detto che il mancato interesse sia da addebitare alla popolazione medesima). Per esserne certi sarebbe bello che i dati relativi alla passata stagione fossero resi pubblici, tanto per chiarire come sono andate le cose.

C’erano in ballo 20.000 euro: sono stati utilizzati e in che modo? da ciò si può trarre qualche utile indicazione per il futuro?

Foto: Wikipedia

se anche l’Austria vende le proprie crode …

11 Giugno 2011 Ambiente, Criticarium dolomiti, itaglia, sviluppo-montagna, tutela-ambiente

Vi ricorderete la paventata vendita delle “Montagne” e quindi, per noi, delle Dolomiti, all’indomani dell’approvazione del decreto attuativo sul federalismo fiscale. Alcune stime del Demanio davano il Cristallo a 259.000 euro. Il bisogno di cassa dell’Itaglia è talmente grande che nessuno si è a suo tempo sorpreso, anche se poi tutti hanno subito dichiarato che si tratta di stime nominali e che i comuni non sborseranno un euro per entrarne in possesso.

E’ di poche ore fa la notizia che la Società immobiliare federale (Big), che le aveva acquistate nel 2001 dalla repubblica austriaca, intende mettere in vendita alcune montagne, fra le quali il Große Kinigat, il Monte Cavallino sulle comeliane creste di confine.

Il povero sindaco di Kartitsch:

“In Grecia si vendono le isole – ha commentato Josef Ausserlechner, sindaco di Kartitsch, piccolo centro alpino da 800 anime – e qui si vendono le montagne”. […]

Secondo il primo cittadino, prima di vendere le due montagne, in ogni caso, la Big dovrebbe informare il Comune. “Noi abbiamo manifestato pubblicamente di essere interessati”, ha aggiunto fra l’altro. Il Comune non intenderebbe però affrontare una spesa di 121 mila euro: le acquisirebbe per una cifra simbolica di circa 1000 euro.

Sembra di stare assistendo ad una italianata, invece siamo in Austria. Non c’è più religione.

Il sindaco di Kartitsch sostiene che “Recintarle e chiuderle, ovviamente, non è possibile”. A questo punto non ne sarei più tanto sicuro.

Per i dettagli toponomastici vedi il mio libro: Panorami dall’altopiano di Pian dei Buoi

il commissariamento della Provincia di Belluno e le alberature particolari di Loreto

10 Giugno 2011 Botanico Palazzo, Parco di Loreto lavori-pubblici, loreto, spazi-pubblici, verde-pubblico

L’Amministrazione provinciale non ce la fa a chiudere il bilancio: mancano 8 milioni di euro. Si respira addirittura aria di commissariamento, alcuni politikos si sono recati a Roma implorando la sopravvivenza al gentilissimo Letta che parlerà con Giorgetti che ne parlerà con Tremonti.

In un recente articolo si parlava di “Lacrime e sangue. E’ la ricetta di Palazzo Piloni per salvarsi, in attesa della ciamebella di salvataggio del governo. L’alternativa era il commissariamento”. Ancor più recentemente si paventava la vendita di Dolomiti Bus ma si è deciso infine di sacrificare una parte di Dolomiti Ambiente.

Ed allora mi è venuta in mente la delibera che ho definito “delle foglie di fico”. Spiego.

Vi ricorderete che il sindaco di Lozzo di Cadore, subito dopo le elezioni amministrative (giugno 2009), così aveva pontificato (vedi anche questo articolo):

[…] «Un altro progetto, che speriamo si concluda entro agosto, comprende la valorizzazione dell’area circostante il santuario della Madonna di Loreto, in cui saranno installati vari pannelli geografici, storici e naturalistici ed un’alberatura particolare dedicata a Papa Benedetto XVI, che visitò la storica chiesetta di Lozzo durante la sua ultima vacanza in Cadore» (Gazzettino).

Con ogni probabilità l’intendimento era proprio quello di “installare” un’alberatura particolare dedicata a papa Ratzinger, “che visitò la chiesetta di Lozzo durante la sua ultima vacanza in Cadore”. Ma la borsa dei soldi a disposizione dei Servizi forestali, evidentemente, restò senza brustoi prima di poter compiere la messa a dimora di questa “particolare alberatura” (se è per questo, a due anni di distanza, anche la tabellonistica è da completare così come l’impianto di illuminazione; qui l’intera trattazione).

Dopo un impegno così ufficiale ad onore di una così alta figura di prelato, sbugiardato dal BLOZ, il sindaco è caduto in una forte depressione fino a quando l’amministrazione provinciale non è fortunosamente venuta in suo aiuto attraverso la misura 313 – azione 1 “Itinerari e certificazione” – progetto del Gal Alto Bellunese – che prevede un intervento alla Madonna di Loreto: “messa a dimora di alberi e alcune sagome di animali”. Che coincidenza!

La nostra amministrazione, piena di giubilo, ha naturalmente deliberato (6-10-2010) a favore di questo intervento, concedendo l’autorizzazione ad operare all’amministrazione provinciale.

Ora, ne converrete, non essendo i fondi del GAL vincolati al destino dell’amministrazione provinciale, sarebbe quanto mai ridicolo vedere gli operai della provincia mettere a dimora le “alberature particolari” (foglie di fico) a Lozzo di Cadore, mentre a Belluno Bottacin e tutto il consiglio stanno rantolando per mancanza di fondi propri. E’ da tanto che non passo più a Loreto: non è che magari l’hanno già fatto?

 

I perché di una precipitosa e vergognosa retromarcia

8 Giugno 2011 Botanico Palazzo, Informa-Lozzo cagliostro, Decoro urbano, la-parola-ai-lozzesi, non-trasparenza, parcheggi, tutela-ambiente, urbanistica

Amministratori impreparati o, peggio, colti in flagranza di…reato?

di Cagliostro

Tempi perigliosi anche per chi oggigiorno detiene il Potere e non lo sa usare, oppure lo usa (volutamente?) in modo non appropriato!!

I vari articoli scritti dal redattore in riferimento al quesito “Parcheggi o discarica?” e la copiosa documentazione fotografica ad essi allegata a testimonianza di un uso improprio ed illecito del territorio pongono i cittadini di fronte alla esigenza di un approfondito esame di merito della questione ed a varie considerazioni sul modus operandi degli attuali inquilini del ‘nostro’ Palazzo Venzo.

Ogni cittadino responsabile ed amante della propria Terra, di fronte a queste problematiche, dovrebbe porsi l’interrogativo sullo specifico comportamento della Giunta la quale dimostra, in fatto di tutela ambientale, una così poca sensibilità; e ciò anche in riferimento a quello che vogliamo sia il nostro paese da consegnare alle future generazioni. La materia, come dice il redattore, è complessa e richiede molta prudenza valutativa trattandosi di situazioni di fatto che, per loro stessa natura, necessiterebbero della massima trasparenza e di esaustive informazioni agli ignari concittadini, informazioni tuttora del tutto assenti. Quello che però lascia perplessi è il subitaneo cambiamento intervenuto nella questione della gestione della intera vicenda, cosa che proverebbe, quanto meno, una insipienza di fondo, se non qualche cosa di ben più grave.

Ma veniamo ai fatti.

Da tempo l’area interessata alla segnalazione fatta da Danilo è oggetto di un vero e proprio deposito di materiali inerti e di detriti e rifiuti vari insistenti sull’(ex) parcheggio, e ciò proprio su superfici aventi vincoli di destinazione urbanistica di natura turistico sportiva ed in più gravate da vincoli del tutto speciali sotto il profilo idrogeologico (su questo sono sempre in grado di produrre idonea documentazione).

Per di più, in fatto di discariche (abusive), la normativa recentemente varata è particolarmente severa e tassativa. I Comuni possono effettuare depositi-cumuli temporanei di materiali vari, distinguendo quelli pericolosi dagli altri (speciali), purché tali depositi non eccedano il volume di 30 mc con l’impegno ad un periodico ‘svuotamento’ ed asportazione. Nel caso di specie, la volumetria è immensamente eccedente e la natura del materiale fotografato è la più varia (ramaglie, residui d’asfalto ecc.)… Inoltre la inopportuna destinazione d’uso avrebbe dovuto contemplare, se corrispondente ai parametri di legge, idonea recinzione… Ma si poteva e si può dare all’area soggetta ai vincoli sopra menzionati la veste e la destinazione messe in risalto da quanto segnalato sul Bloz? Va aggiunto che, ove fosse appurato che i detriti ivi depositati fossero speciali od addirittura nocivi, il loro trasferimento su idoneo sito avrebbe dovuto essere effettuato da ditta opportunamente autorizzata alla bisogna.

Che hanno fatto invece i nostri baldi amministratori? Prima hanno sversato l’improprio materiale in vari cumuli il cui impatto -anche visivo- era alquanto degradante. Poi, siccome nel frattempo era intervenuta la presentazione di una specifica interpellanza e c’era stata la segnalazione sul Bloz, in fretta e furia si era provveduto a nascondere la polvere (i detriti) sotto il tappeto (livellamento e terrazzamento del materiale). La classica toppa peggiore del buco. Alla fine, avendo avuto sentore che la vicenda stava assumendo pericolose derive e forse avendo preso atto che le sanzioni in capo agli autori (ma anche all’Ente Comune) stavano per piovere loro addosso, ecco la corsa forsennata ai ripari, con la subitanea riesumazione del mal nascosto ed il suo trasferimento ad altro sito del quale nulla è ancora dato sapere…

Tanto per delineare la rigidezza della attuale normativa, se la Forestale scorge in un cumulo anche di dimensioni non eclatanti, un semplice mattone, provvede ad indagini ed al sequestro preventivo dell’area occupata…

Ad onor del vero, va detto che nel nostro caso esiste un intreccio di elementi fattuali, di materie, di competenze, di normative in cui non è facile districarsi ed il redattore ha delineato le problematiche afferenti alla ‘materia del contendere’ nella maniera più prudente possibile ma anche analizzando a dovere tutta una serie di possibili implicazioni negative.

Anch’io, sulle prime, ho ragionato in termini problematici e mi son detto: “E’ mai possibile che lorsignori non abbiano esaminato la questione in tutte le sue sfaccettature con scrupolosa attenzione, che non si siano premuniti delle necessarie autorizzazioni e di tutti permessi che la delicata materia sottende?”

Poi però le mie perplessità sul comportamento del Comune sono aumentate allorché ho sviscerato a dovere la questione (discarica sì-discarica no; rispetto dei duplici vincoli; stoccaggio e natura dei rifiuti ect.) ed ho notato i contraddittori provvedimenti adottati. Perché prima si sotterra il materiale e poi, urgentemente, lo si dissotterra e lo si trasporta altrove? Perché questa subitanea marcia indietro? Forse che si abbia la coda di paglia? Quesiti tutti legittimi, come legittime sono le domande poste dalla interpellanza e negli articoli di Danilo.

Urge un riscontro esaustivo e tranquillizzante da chi ha in mano, temporaneamente, le sorti ed i destini del paese, con inevitabili ripercussioni anche sulle gestioni della cosa pubblica prossima ventura e sulle conseguenze ipotetiche della mancata cura del territorio per le nuove generazioni.

Ora però, nella ‘deprecata’ ipotesi che le mie valutazioni risultassero giuste in tutto od in parte (nessuno pretende di essere il depositario della verità assoluta, nessuno è ‘Onnisciente’, come direbbe un imberbe cittadino), il Comune dovrebbe –DEVE- farci sapere:

  1. chi ha effettuato la asportazione era autorizzato?;
  2. quanto è costato lo sversamento, il terrazzamento (livellamento e sotterramento) e quanto il dissotterramento e trasporto altrove?;
  3. dove sono finiti i detriti (l’auspicio è che siano finiti in una discarica idonea)?;
  4. si è consci di aver esposto l’Ente a sanzioni gravose (tuttora possibili)?

Tutto quanto qui esposto e presupposto denota, in ogni caso, una leggerezza, una dabbenaggine ed una insipienza ormai ‘collaudate’ nel prendere provvedimenti e porre in atto comportamenti economicamente dispendiosi , seguiti da altri magari ancor più dispendiosi (diceva un osservatore: ‘l’é tutto un fare ed un disfare”) al solo fine di tentare di coprirsi le spalle da possibili responsabilità non solo di natura civile…

Amministrare la Cosa Pubblica con oculatezza, serietà e preparazione evidentemente non è alla portata di tutti… Se poi esiste l’alea di essere chiamati a rispondere, nelle appropriate sedi, allora si corre ai ripari con aggiustamenti che possono però rivelarsi peggiori della toppa (tanto paga sempre Apo). L’auspicio è che la cosa possa servire di esempio e che la bontà dei segnalanti non venga fraintesa con la dabbenaggine (della quale gli improvvidi e mancati ‘deturpatori’ hanno dato ormai più che sufficiente prova).

parcheggi del campo sportivo a Lozzo di Cadore: fare e disfare è tutto un lavorare

6 Giugno 2011 Botanico Palazzo Decoro urbano, parcheggi, urbanistica

Il 3 giugno scorso ho segnalato una situazione quanto meno anomala riguardante i “movimenti terra” presso i parcheggi del campo sportivo, mettendo in evidenza alcune mie perplessità. Tutti i dettagli con la relativa documentazione fotografica (dal 19 al 31 maggio) all’articolo a Lozzo di Cadore zona campo sportivo: parcheggi o discarica?

Dovendo perdere 6 chili, anche oggi mi sono fatto un giretto. Dando un’occhiata al “cantiere” ho subito notato che “mancava qualcosa”. Una buona parte del terrazzamento che era stato creato nei giorni scorsi, ammassando e ricoprendo i vari mucchi di “materiale” che ben si vedono nelle fotografie proposte all’articolo citato, livellando e spianando poi il tutto, è stato portato via, non c’è più.

Ma la sorpresa si è arricchita ulteriormente quando ho visto la macchia rossa della pala meccanica del comune che si muoveva. Qualche minuto dopo ecco apparire due grossi camion. Chissà, mi son detto, forse hanno dato una occhiata al commento che ho postato ieri nel quale si vedono le macchine pargheggiate lungo la strada ed hanno pensato di ridare la giusta dignità al parcheggio inferiore. Ma allora, perché far fare il terrazzamento a san Bruno Montin per poi farlo portare via? Mahhh! Fare e disfare è tutto un lavorare …

Comunque, non dimenticatevi della ramaglia. E per il futuro, mi raccomando, solo piccoli accumuli temporanei.

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