BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Lozzo di Cadore: giovani esuberanti o baby-alcolizzati?

23 Maggio 2011 Informa-Lozzo, Mondo Giovani alcolismo, politiche-giovanili, politiche-sociali

Le tempeste in un bicchier d’acqua non mi piacciono e non vorrei che le righe successive provocassero proprio questo. Partiamo dal fatto che l’utilizzo dell’alcol fra i giovani è un problema serio che non è negabile da nessuno. Do spazio al commento di @rosellina che richiama una lettera, scritta da una nostra concittadina, apparsa sul Gazzettino di qualche giorno fa.

Il commento di @rosellina:

La denuncia, pubblicata il 18 maggio dal Gazzettino tra “Lettere al direttore”, lettera scritta da una nostra compaesana è una cosa molto seria che mi sembra però abbia suscitato poco clamore in paese. In questa lettera la signorina denuncia, senza mezzi termini, lo stato in cui vivono i ragazzini di 10-11-12-13-14 anni del nostro paese, paese inteso come Lozzo, dice testualmente “parlo del mio piccolo paese di 1600 anime” dove, dice lei spaventata, questi ragazzini si ubriacano il sabato sera e li trovi agonizzanti sulle panchine…. dove i proprietari dei locali fanno ballare le ragazzine di 11-12 anni in minigonna in cambio di consumazioni gratuite, dove in branco importunano le persone e feriscono gli anziani …
Sindaco, amministratori tutti, con questa denuncia pubblica, scritta e circostanziata, è vostro obbligo informare le autorità di pubblica sicurezza di quello che sta accadendo nel paese affinchè vengano effettuate le più scrupolose indagini sui fatti denunciati e puniti severamente i colpevoli.
Anche questo è fare turismo ….
W le donne

La lettera apparsa sul Gazzettino con relativa risposta:

Mi spaventa questa società… e non parlo del mondo, della capitale, della mia nazione, della mia provincia, ma parlo del mio piccolo paese di 1600 anime, dove sembra che il rispetto sia solo un ricordo lontano… Questi ragazzini di 10, 11, 12, 13,14 anni mi spaventano… Mi spaventa che si ubriachino il sabato sera e che li ritrovino sulle panchine agonizzanti… mi spaventa che i proprietari dei locali facciano ballare le ragazzine in minigonna e tacchi sul cubo, di 11 e 12 anni, in cambio di consumazioni gratuite.
Mi spaventa che in branco questi ragazzini importunino le persone, feriscano gli anziani, deridano i più deboli. Ma soprattutto mi spaventano i genitori di questi ragazzini, che li credono adulti e che li difendono a spada tratta. Non sono loro a sbagliare ma sbagliano gli educatori, gli insegnanti, il sindaco, i negozianti, gli anziani, i parroci, il comune, gli altri adulti, gli altri ragazzi…
Loro, i figli creduti adulti, sono sempre e comunque innocenti, sempre difesi, sempre messi sotto una magica campana di vetro… non importa se arrivano ad ammazzare qualcuno… perché è colpa di quest’ultimo se casualmente si è trovato nella loro strada.
Chiara Lora

Lozzo di Cadore

———————-
Cara signora, una volta ho letto questa frase che trovo, nella sua estrema sintesi, assai efficace e istruttiva: “Avere un figlio non ti rende genitore, più di quanto aver un pianoforte in casa ti renda musicista”. Anche quello di genitore, infatti, è un mestiere, probabilmente uno dei più difficili. E come tutti i mestieri va imparato, sperimentato, facendo tesoro di errori, ambizioni mal risposte, piccole e grandi sconfitte. Purtroppo molti oggi scambiano il ruolo di genitore con quello di tutore o di “sindacalista” dei propri figli: da difendere e proteggere, ovunque e comunque. Nei confronti della scuola, degli insegnanti, della parrocchia, delle regole. E l’esercizio della severità, quantomai doloroso e faticoso quando deve essere indirizzato verso i propri figli, è spesso confuso come una forma di violenza. Meglio allora chiudere un occhio e, se del caso, anche tutti e due. Ma la peggiore violenza di un genitore nei confronti dei suoi figli è quella di non usare la propria autorità per insegnar loro quali sono i confini fra il bene e il male.

Palchi trionfali, profughi rifiutati e vittime della pedofilia

23 Maggio 2011 Criticarium blozzando, chiesa-vaticano, fresche-limpide-letture

Il 22 febbraio 2011 scrissi l’articolo La religione organizzata. Non c’è gara! Il papa a Venezia nel quale facevo cenno alla prossima visita del papa a Venezia ed Aquileia. Partii dalla pia considerazione del patriarca Angelo Scola che, in ragione del momento di crisi non particolarmente favorevole, sosteneva che i costi andavano contenuti.

Ad un certo punto mi chiedevo: “Suppongo che lo “Spirito di Gioele” sia quanto meno inquieto. Chissà se la messa-trasmessa in mondovisione riuscirà, in qualche modo, a placare la collera evangelica dello spirito. Certo, il papa ce la metterà tutta a trasmettere l’originalità del messaggio di Cristo. Con una mitria di seconda mano gli sarà anche più facile”.

Di questo fatto lo SpiritodiGioele ne ha parlato nel post La Chiesa del Nordest fra trionfalismo e indifferenza:

[…] Anziché venire in sordina e incontrare i vescovi e quanti partecipano alla fase preparatoria del convegno, papa Ratzinger viene a Nordest nel fragore e nel trionfalismo che contraddistinguono le uscite dei papi, così come le ha rese famose papa Wojtyla. Grandi raduni, messe con folle oceaniche, costi di organizzazione enormi, che hanno richiesto la devoluzione delle offerte di tutte le parrocchie del Nordest in una domenica di febbraio, per dimostrare che la Chiesa cattolica c’è, conta e vuole rilanciarsi.

Ma non era finita. Eccolo ancora, recentemente, inquieto, tirare in ballo la vicenda fin dal titolo, Il palco trionfale e i profughi rifiutati:

[…] Per chi conosce la situazione delle comunità parrocchiali e delle diocesi nel Nordest la contraddizione di questa “chiesa trionfante” è evidente. Parrocchie vuote e piazze oceaniche. Magari con la convinzione di qualche dirigente ecclesiale che “ci siamo ancora; siamo ancora capaci di radunare folle”. Si è speso una cifra spropositata per la coreografia al Parco di San Giuliano a Mestre: c’è chi ha detto un milione di euro, per una messa!

Lo SpiritodiGioele termina dicendo:

[…] Anch’io, insieme a tanti, dico che quel milione di euro per il trionfo papale di san Giuliano a Mestre, come altri milioni buttati via in pubblicità per l’Istituto del sostentamento del Clero, avrebbe dovuto essere dato ai poveri e a far diventare la Chiesa povera e umile, come richiede la fedeltà al vangelo.

Ed io aggiungo che, magari, parte di queste cifre potrebbero essere impiegate anche per iniziare a risarcire le vittime della pedofilia tra le mura del clero.

Non prendeteci in Giro: Belluno Autonoma subito!

22 Maggio 2011 Autonomia, Cadore - Dolomiti autonomia, belluno-autonoma, blozzando, sviluppo-montagna

Fin dall’inizio mi sembrava che il luogo si potesse collocare lungo la gola del Piave, tra la stretta di Tre Ponti e quella di Ponte Nuovo. E ad un certo punto la cosa fu chiara: il luogo era proprio fra Campopiano e la stretta di Ponte Nuovo, lì dove le Crode Àute concedono al passaggio solo 10 metri di carreggiata, oltre la quale vi è il precipizio che giunge piombante nelle magrissime acque del Piave.

E proprio lì un manipolo di audaci, nel giro di non più di due minuti, recidendo e facendo rovinare due grossi e sommessi abeti, avvinti da tempo immemore a quelle crode, bloccarono il sudaticcio serpente del Giro d’Italia.

Quando l’ultimo stridore di freni dell’ammasso di biciclette frenanti si dileguò nell’aria, un secondo e terzo manipolo agirono nello stesso modo con perfetta sincronia, poco prima del ponte di Cornon e lungo la strada per Pinié, ingabbiando l’anaconda rosa.

Apparvero infine, come appare una scintilla, due lunghi striscioni che fiondarono il proprio messaggio di protesta nel tubo catodico dei cameramen, incollati ad increduli elicotteri appesi nel vuoto, rimbalzando impazziti nell’etere per spiaccicarsi sugli schermi dei devoti del pedale.

Fu così che l’Italia intera venne a sapere di questo angolo remoto di mondo.

Poi, in qualche modo mi svegliai. Devo smetterla di fumare la sera quell’erba cipollina …

Il Giro d’Italia in Cadore ed il saluto dei Parchi

19 Maggio 2011 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dolomiti, marketing-turistico, promozione-turistica, tra-le-righe, turismo-cadorino

Fosse l’ufficio stampa di un sindaco di qualche paesotto alpestre (due a caso, quello di Calalzo e di Lozzo di Cadore, in ordine di sforzo mediatico), si potrebbe anche sorvolare sulla cosa ma, trattandosi dell’ufficio stampa della Regione Veneto, tale cosa va perlomeno evidenziata.

L’assessore ai Parchi del Veneto Manzato così si esprime: “Alla vigilia dell’arrivo del Giro d’Italia nelle montagne venete, voglio porgere agli organizzatori, ai corridori e a tutti gli appassionati il saluto delle Dolomiti bellunesi e dei Parchi che insistono su questo territorio, che sarà per quattro giorni uno degli scenari più belli della più avvincente e storica corsa ciclistica nazionale”.

Secondo noto principio di comunicazione, se proprio ti interessa veicolare i parchi “che insistono su questo territorio” (anche se, lasciatemelo dire, fa un po’ impressione essere salutati da un parco), li dovresti perlomeno citare per nome: “sono il Parco Tizio e ti dò il benvenuto, sono il Parco Caio ecc. ecc.”.

Parlando dei corridori l’ufficio stampa ci mette anche questa ciliegina “… che certamente e comprensibilmente saranno più impegnati a superare le difficoltà di percorsi e circuiti di altissimo livello tecnico, piuttosto che a guardarsi attorno…”. Ma l’assessore va oltre: “Ritengo di alto significato – ha detto ancora Manzato – che la Cronoscalata del Nevegal cada di martedì 24 maggio, data nella quale si festeggia la ‘Giornata Europea dei Parchi’, in un anno, il 2011, dichiarato ‘Anno internazionale delle foreste’…”.

Che coincidenze fortunate. Come invidio Nespoli ed il suo soggiorno spaziale.

Ma non finisce qui. Perché l’ufficio stampa della Regione Veneto dà questa descrizione della 14a tappa:

[…] Il primo “assaggio” della “quattro giorni” di Dolomiti bellunesi è per sabato 21 maggio, 14ª tappa del Giro, la Lienz – Monte Zoncolan, che toccherà tra gli altri i Comuni di Comelico Superiore, Auronzo di Cadore, Lozzo e Lorenzago di Cadore.[…].

Vigo di Cadore se lo son dimenticato.

Anche se il Giro non calpesta un centimetro quadrato del territorio lozzese, noi (lozzesi) non possiamo che gioire per l’apparizione nel grafico di tappa. Per fortuna che il neo-eletto sindaco di Vigo ha altro a cui pensare ora. Speriamo che l’elicottero della Rai faccia almeno una zoomata sul papale “Parco di Loreto” (a proposito di parchi) e che successivamente faccia almeno un bel primo piano della piscina dello Sporting Hotel di Pelos (qualcuno avvisi l’operatore di non zoomare sulla Tour Vidal, potrebbe mettere in cattiva luce il Parco della Memoria di Pian dei Buoi).

La colpa è in capo a quegli intelligentoni della Gazzetta dello Sport che organizza la corsa. Sono loro ad aver inserito nella grafica di tappa (senza alcun merito) Lozzo di Cadore ed essersi dimenticati di Vigo (o meglio di Pelos). La tappa passerà per Lorenzago, altro sito papale, per poi tuffarsi in Carnia e bla bla fino ad arrivare “al mostro” (Zoncolan). L’ufficio stampa della Regione Veneto deve aver copiato come un’oca giuliva. Per i nomi dei Parchi chiamare Manzato, assessore competente.

Parla ladin, siéntete cadorin. 30 ane de Union Ladina del Cadore de Medo

17 Maggio 2011 Cadore - Dolomiti, Mondo Ladino autonomia, minoranze-linguistiche, noi-ladini

Parla ladin, siéntete cadorin: vox clamantis in deserto. Tuttavia …

 

Convegno sulla ladinità sabato 21 maggio con inizio alle 9 nell’ Auditorium Cos.Mo. di Pieve in concomitanza con lo spegnimento delle 30 candeline da parte dell’associazione dell’Unione ladina del Centro Cadore che lo ha organizzato in collaborazione con l’Istituto ladin de la Dolomites. A seguire Disnà ladin a Vallesella di Cadore…

Il meeting vuole sollecitare tutta una serie di riflessioni sui percorsi e sugli strumenti per la tutela delle minoranze linguistiche in un’ottica europea. Il tema è: «Parla ladino: sentiti cadorino! 1981-2011: 30 anni di Union Ladina del Cadore de Medo».

Fitto e di spessore il programma che prevede, dopo il benvenuto del coro della Scuola primaria di Calalzo e i saluti delle autorità locali, la partecipazione di rappresentanti regionali del Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. I deputati Gianclaudio Bressa e Karl Zeller illustreranno quindi la nuova legge sulla minoranza ladina del Veneto, in discussione in Parlamento.

Alle 11 interverranno quindi esperti di lingua minoritaria come Luigi Guglielmi, che relazionerà su «Ladino: l’isola che non c’è?», e Marco Stolfo su «Tutela, diritti, opportunità. L’Europa batte dove la lingua duole». Sabrina Rasom invece proporrà l’opportunità «Può diventare lingua ciò che si vuole che lingua diventi». A chiusura ci sarà il dibattito.

Siccome oltre che giornata di impegno lo è anche di festa, l’evento si sposterà a mezzogiorno al Parco di Vallesella, dove sarà allestito il pranzo con specialità cadorine, proposto dal Centro Enaip di Calalzo all’insegna della tradizione e della riscoperta di antichi sapori. Aldo De Lotto & Band intratterrà infine i presenti con musica e cabaret in ladino cadorino. Il costo del biglietto è stato fissato in 15 euro (gazzettino).

a Caralte Stazione Dolomiti: Slackline Park ispirato alla precarietà del ‘Centro Informativo’

13 Maggio 2011 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni marketing-turistico, promozione-turistica, turismo-cadorino

Lo slacklining può essere inserito in vari contesti, da quello urbano del video sottostante a quello più selvaggio e precipitevole stile gran canyon o alpine rock. Lo Slackline Park che verrà inaugurato (sabato 14 maggio 2011) presso SD10 Stazione Dolomiti a Caralte deve aver tratto ispirazione dalle modalità che hanno contraddistinto il servizio di informazioni turistiche che fa capo a qualche IAT cadorino, che come è noto è ospitato (cella dormiente) all’interno del citato negozio di articoli per outdoor e montagna.

Faccio riferimento al modello proposto nel corso della stagione estiva 2010 nel quale durante il mese di agosto, nel corso della settimana, il Centro Informativo di Caralte non era presidiato da nessuna “signorina”, che con qualche fortuna si poteva invece trovare (a singhiozzo) durante i fine settimana. Una condizione … di precarietà, come quella che si prova avventurandosi sulla fettuccia dello slacklining.

E dire che il centro informativo di Caralte doveva essere la “porta delle Dolomiti”.

Todo cambia, come dice la canzone. Magari quest’anno il centro informazioni sarà presidiato costantemente ed il viandante potrà essere accolto, oltre che dalla figura di cartone di un orso (quest’anno dedicata a Dino), da un appartenente al genere umano, magari in grado di raccontare, fra le tante cose, anche le “campeolate” nell’esteso pascolo della fondazione Dolomiti Unesco.

E’ veramente tanto che non percorro il Canal del Piave: i maxischermi, sono mica stati installati?

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