BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

CiaspDoloMitica e Ciaspolada, alba e tramonto sulla neve

16 Gennaio 2011 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni fare-turismo, marketing-turistico, promozione-turistica, trentino-alto-adige, turismo-cadorino


Bisogna premettere che il consorzio Valcomelico è, lo dimostra la Comelgo Loppet archiviata solo da qualche giorno, un ente vivo ed intraprendente.

La seconda premessa riguarda il turismo che, dal punto di vista del mercato, è da considerarsi un segmento maturo a bassa se non bassissima intensità di innovazione la quale, quando si manifesta, lo fa in relazione a particolari nicchie del segmento stesso.

In questo brevissimo quadro si innesta la seguente ed altrettanto breve considerazione. La trentina Ciaspolada in Val di Non è giunta alla sua 38a edizione e si parla di un suo prossimo paventato tramonto (vedi anche qui) cui fa da contraltare, in terra cadorina, la novella edizione della CiaspDoloMitica.

Al di là del fatto che ogni manifestazione può essere utile in senso generale, non ci si può sottrarre ad una lettura “sociologica” dei due fatti comparati; eventi di questo tipo hanno senso solo se servono, come nel caso della CiaspDoloMitica, a tentare di far conoscere a fette di pubblico più vaste possibili realtà marginali com’è oggi quella del Comelico (e ancor più il Centro Cadore fatta l’eccezione, con cautela, di Auronzo). Oppure hanno il senso di continuare una tradizione (nata con l’intento già descritto) che nel tempo si è radicata diventando un momento di fidelizzazione (ed è il caso della Ciaspolada).

Quello che è incredibile, è che queste due realtà siano separate da 38 anni di tempo.

Nell’organizzazione di questo importante evento sembra che il Comelico voglia spingersi a vivere una nuova era pionieristica, alla ricerca di una “nuova identità”. Ma cosa troverà il turista indotto a calpestare la terra comeliana? Un nuovo ed inesplorato Far West o una riserva indiana, ormai piegata su se stessa, che organizza danze della pioggia?

Notiziona: l’amministrazione troglodita di Lozzo di Cadore diventa digitale

15 Gennaio 2011 Informa-Lozzo local-politik, pubblicazione-delibere

Speriamo solo che non sia “in fase sperimentale“. Frank, all’inizio dell’anno, si era subito preoccupato di saperne di più.

Mi lascia un po’ perplesso il fatto che tutta la documentazione digitale stia sotto l’ala di un server privato (scponline.it). Si vede che la gestione della pubblicazione dell’albo pretorio digitale va oltre le capacità del myportal comunal-regionale? Mah, quanti castelli di carta!

Avete visto? L’ho detto più volte. Ci siamo seduti sulla riva del fiume e … paff, ce l’hanno fatta anche loro, i trogloditi dell’informazione pubblica.

Corre voce che abbiano fatto un’ultima mesta cena dove, sgomenti, hanno accettato l’imposta gogna governativa di pubblicare online gli atti amministrativi. Ora mi aspetto solo che sul prossimo bolcom si aprano i megafoni sulla lungimiranza e la modernità del nuovo servizio ai cittadini, frutto di una profondo e consapevole desiderio di “tenere informata la cittadinanza tutta”.

La notiziona alla fine. Albo pretorio digitale di Lozzo di Cadore (ovvero il muro del pianto del sindaco). Ebbene sì, sembra siano usciti dalle caverne. Ora dovranno imparare la stazione eretta.

Alcune (vecchie) letture sull’argomento per il fine settimana:

  • Caro Sindaco, spiega alla gente di Lozzo perché non vuoi pubblicare via internet i vostri atti amministrativi
  • i trogloditi sono (finalmente) usciti dalle loro oscure caverne
  • libertà di informazione a Lozzo di Cadore: Davide ha steso senza appello il gigante Golia
  • Per la Gente di Lozzo: anche noi abbiamo a cuore la trasparenza e più ancora la libertà d’informazione
  • la minoranza di Lozzo di Cadore richiama all’ordine il sindaco
  • Il sindaco di Lozzo, con tutta l’amministrazione, a lezione di civiltà dalla Minoranza

Per una serie più completa basta cliccare qui!

Fondo Brancher, Durnwalder e la Strafexpedition

15 Gennaio 2011 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana analisi-politica, local-politik, trentino-alto-adige

Che Cagliostro sappia “leggere fra le righe” del BLOZ non è una novità. Che vi apporti costantemente interessanti, intelligenti, argomentati e chiari contributi anche.

Vi è però un articolato commento da lui recentemente vergato che, se non spiegato, rischia di non essere ben interpretato dalla gente che è, lo riscontro dalle statistiche, tornata numerosa.

Il commento in parola lo si trova in coda all’articolo “Federalismo municipale: chi ci guadagna e chi ci perde in provincia di Belluno”. Cagliostro fa riferimento ad una mia “battuta” lasciata sul mio profilo di FriendFeed, che qui di seguito riporto:

Fondo Brancher, il Cadore si ribella a Durnwalder. «Se il popolo si incavola, non so cosa ne sarà di Durnwalder», dice il sindaco di Lozzo, Mario Manfreda. | Straf Expedition? – http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca…

Inizialmente avevo scelto un “profilo basso” perché non mi sembrava opportuno dare pubblicità di una affermazione che, data tra l’altro attraverso la stampa, non fa certo onore ad un sindaco che, se non altro per dovere istituzionale, dovrebbe rapportarsi con le istituzioni in modo più elegante. Al bar possiamo dirne anche di peggio, nei confronti di Durni, ma un sindaco è un sindaco.

La mia battuta finale è stata “Straf Expedition?”, volendo ricordare con essa la “spedizione punitiva” messa in atto durante la Grande Guerra sull’Altopiano di Asiago da parte delle forze austriache nei confronti di quelle italiane (qui prevedevo invece, ironicamente, una rocambolesca inversione delle parti).

Luis Durnwalder, i nostri sindaci, se li mangia a colazione, uno per uno. Lui è, sostanzialmente, un “capo di Stato” mentre i nostri sindaci sono a capo del proprio villaggio e dipendono, più o meno servilmente, dalla Regione Veneto prima e dallo Stato italiano poi (con ciò non intendo biasimare i nostri sindaci, intendo semplicemente delineare ciò che a me appare il quadro più realistico della loro presenza e valore in termini politici).

Credo che ora sia più chiaro per tutti ciò che Cagliostro intendeva dire affermando (nel commento) che:

[…] Quello però che ha suscitato la mia attenzione, in tutta questa misera vicenda, è la levata di scudi del nostro sindaco il quale si è espresso con un linguaggio ed un frasario davvero criptici e non in uso alle nostre latitudini. Il sig. Manfreda è giunto ad affermare che “se il popolo si incavola, non so cosa ne sarà di Durnwalder”. A parte il richiamo al ‘popolo’ tipico di un perfetto militante leghista (ed a me non risulta che Manfreda lo sia, salvo mancate informazioni aggiornate), la predica mi giunge da un pulpito del tutto sbagliato. […]

Non conosco i termini specifici dell’accordo cosiddetto Brancher sulla distribuzione dei fondi ai comuni di confine, ma non posso non sottolineare la solita arroganza di Luis. Del resto, la recente astensione della SVP al voto di sfiducia al governo, controbilanciata dall’immediato sblocco di fondi (peraltro dovuti) all’Alto Adige, non rappresenta certo una immacolata espressione di “civiltà politica”, essendo soprattutto una realistica conquista della cosiddetta “realpolitik” (in chiave territoriale, chi è che non sarebbe d’accordo con un tale modo di fare?).

Devo rimarcare, nel contempo, che non è con espressioni come quelle pronunciate dal sindaco di Lozzo che si deve affrontare (degnamente) il problema. Espressioni populiste, che fanno a pugni con quanto detto dallo stesso sindaco in seguito (… «Il Cadore non ha bisogno di conflittualità»), quantomeno “strane” se rapportate alla “politica dell’anguilla” fin qui da lui perseguita. Vista l’uscita su un argomento così “sentito”, non mi resta che pensare che abbia inteso provare a sgomitare (nell’agone politico) per mettere in luce la sua baldanza dialettica, investendo in una futura e sempre possibile ricompensa (ovviamente in termini politici). Libero di farlo, ma per essere credibile avrebbe dovuto vestire ben prima i panni di un improbabile Robin Hood istituzionale.

Non ho sentito gli altri sindaci cadorini esprimersi direttamente nei riguardi dell’uscita così poco elegante del sindaco di Lozzo. Può darsi che siano compiaciuti dal fatto di avere un “agnello sacrificale” da proporre sulla scena politica cadorina, così come può darsi che abbiano finalmente trovato, “i codardi cadorini”, un coraggioso cavaliere senza macchia e senza paura in grado di portarli oltre la palude di questa politica così vessatoria nei confronti della montagna. Se invece la “boutade” è coniata da sé stesso, ha tutto il tempo per ricredersi e tornare fra le fila della protesta “civile” (per lo meno che si addica al ruolo che deve avere un sindaco).

Segnalo, sempre per mettere qualche argomento in più sul tavolo dell’eventuale discussione, che poco tempo fa il sindaco di Calalzo ha fatto un cenno al clima di violenza … che sta prendendo piede a tutti i livelli. Sembrava che ad alimentarlo fossero “certi blogger”. Noto che ai blogger si può affiancare, con una certa facilità, anche qualche sindaco.

Referendum per Belluno Autonoma: iniziano i concerti (giornalistici) per solo trombone

14 Gennaio 2011 Autonomia autonomia, belluno-autonoma, referendum-autonomia, trentino-alto-adige

Riguardo al voto favorevole espresso l’11 gennaio scorso dal Consiglio provinciale di Belluno per l’indizione del referendum per Belluno Autonoma, ho letto sul quotidiano la Stampa l’articolo di Ferdinando Camon “Senza Belluno non è più il vero Veneto”.

Di sciocchezze (eufemisticamente) ne ha scritte tante, ve ne cito solo alcune:

«Perché dire Trentino è un po’ come dire Alto Adige, e l’Alto Adige non è italiano».

Sorvolo sulla storiella del cassonetto e della bolzanina che dice «Non usarlo tu, quello è mio» perché non ho tempo da perdere.

«Se dall’Alto Adige passi in Austria, vedi subito un crollo di ricchezza. Non è ricco il loro Tirolo, è ricco il nostro Sud-Tirolo». Il PIL del 2008 in € per Bolzano 34.366, per il Tirolo 30.952 , ma con un export tirolese di 13.166 contro 5.893 di Bolzano. C’è quindi un divario di circa il 10% ma che certamente non può determinare quel “crollo della ricchezza” che invece Camon sembra certificare, neanche fosse un misuratore del PIL in diretta (vedi tabelle “Attività delle forze lavoro, occupati per settore, unità locali, PIL ed export procapite” su Belluno Autonoma).

«Ma se dall’Alto Adige scendi a Cortina, hai la stessa impressione: corre meno denaro, i prezzi son più alti, le attrezzature più povere» (una 1/2 verità camuffata). Il PIL del 2008 in € per Belluno è di 30.279 con export per 11.264, appena appena al di sotto di quello del Trentino che raggiunge i 31.093. Al momento di produrre ricchezza Belluno non si discosta molto da Bolzano e Trento. E’ che poi lo Stato italiano se la porta via, questa ricchezza, senza lasciare che sia utilizzata sul territorio (come invece possono fare TN e BZ).

Ma la sciocchezza più grande è questa: «La Provincia autonoma ha un “servizio fiori”, che rifornisce di fiori alberghi e case. Ma può farlo perché riceve dallo Stato assai più di quel che dà allo Stato: il rapporto vien calcolato al 120 per cento».

A parte il patetico ricorso all’esempio della “piccola fioraia”, è ora di finirla di credere (e ripetere ad uso e consumo degli ignari lettori) che le province autonome di Trento e Bolzano ricevano più di quanto diano allo Stato in ragione del 120%, perché non risponde a verità (ricevono qualcosina in più, è vero, ma il residuo fiscale cumulativo, calcolato nell’arco di una decina d’anni, è sostanzialmente pari a zero). Quello che è vero, e lo ho già detto quindi mi ripeto, è che ricevono più di quanto riceva la nostra provincia di Belluno (come buona parte delle province del nord Italia) in virtù dei meccanismi dei trasferimenti Stato-Regioni che incidono pesantemente sul residuo fiscale.

Che cos’è il residuo fiscale? Per residuo fiscale si intende la differenza tra quanto una regione (o provincia) riceve sotto forma di spesa pubblica e quanto paga di tasse. Una Regione che ha un residuo fiscale negativo versa quindi più tasse di quanto riceva poi in spesa pubblica.

La situazione italiana relativa al residuo fiscale regione per regione? Appuntamento ad un prossimo articolo. Appena mi passa il mal di pancia di origine “camonasca”.

11 gennaio 2011: il Consiglio Provinciale dà il via libera al referendum per Belluno Autonoma

12 Gennaio 2011 Autonomia autonomia, referendum-autonomia, sviluppo-montagna

copiato pari pari dal sito di Belluno Autonoma …
11 gennaio 2011 il consiglioprovinciale dà il via al referendum per Belluno Autonoma

Oggi 11 gennaio 2011, alle ore 17,30 il Consiglio provinciale di Belluno ha votato una delibera nella quale si chiede al Governo nazionale di indire un referendum con il seguente quesito: Volete voi che l’Amministrazione provinciale di Belluno promuova la procedura per il referendum previsto dall’art. 132, comma 2, della Costituzione affinché il territorio della Provincia di Belluno sia separato dalla Regione Veneto per entrare a far parte della regione autonoma Trentino Alto Adige?

La decisione è stata sollecitata dal Comitato “Belluno Autonoma, Dolomiti Regione” che ha raccolto 17.500 firme per chiedere al Consiglio la delibera approvata oggi. Il Comitato propone questo referendum perché le politiche sociali ed economiche della regione Veneto non sono in grado di affrontare e risolvere gli specifici problemi della montagna bellunese. Ciò provoca una costante emorragia di residenti, la chiusura d’imprese e servizi pubblici e privati, e lo spopolamento delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità, sempre meno ospitali per i popoli che le abitano da secoli.

Per dare un futuro alle comunità delle Dolomiti bellunesi è necessario dotarci di politiche e strumenti amministrativi su misura della montagna. L’autonomia che desideriamo non serve per isolarci dal mondo ma per affrontare a viso aperto, con le nostre forze, e con l’auto della comunità nazionale ed europea, le sfide della globalizzazione e dei mercati internazionali. Siamo orgogliosi di vivere in uno dei posti più belli al mondo e siamo determinati a rimanerci e per questo abbiamo il dovere di salvarci dal declino e dall’estinzione. Confidiamo nella comprensione delle istituzioni pubbliche regionali e nazionali e nella intelligente ricerca di una soluzione praticabile, legale e pacifica che ci permetta di garantire una vita serena alle generazioni future delle Comunità bellunesi.

Il Comitato manifesta la propria profonda soddisfazione per la delibera del Consiglio Provinciale.

Eccoci qui.

Abbiamo raggiunto il secondo dei nostri obiettivi impossibili.

Volevamo una delibera unanime del Consiglio Provinciale di Belluno. Abbiamo chiesto a tutti i Gruppi e a tutti i Consiglieri di decidere liberamente ma di considerare l’importanza di un pronunciamento unitario, per iniziare un processo referendario che non divida i Bellunesi ma permetta a tutti di riflettere su come costruire un comune futuro. Oggi il Consiglio Provinciale ha votato. Vent’uno consiglieri su 23 (uno era assente) hanno votato a favore del referendum.

Un risultato eccellente. Un fatto di grande rilevanza sociale e politica. Le comunità bellunesi trovano nel loro Consiglio Provinciale l’istituzione che raccoglie la proposta di Referendum popolare sostenuto da 17.500 elettori firmatari.

Ogni Consigliere ha le proprie idee e convinzioni che non sono state elemento di divisione ma di condivisione di una proposta che segna un cambiamento nella politica bellunese. Finalmente un obiettivo comune di elettori e eletti. La fiducia riposta nelle persone e nelle istituzioni ha dato i suoi frutti. I Consiglieri Provinciali hanno dimostrato di saper ascoltare le richieste dei cittadini. C’è ancora spazio per la buona politica, per la faticosa ricerca del bene comune. Basta volere.

Molte cose sono cambiate da quando abbiamo iniziato quest’avventura e molte ne cambieranno nei prossimi mesi. Non dobbiamo guardare al futuro con paura e rassegnazione, non lo dobbiamo guardare con gli occhi del presente. Solo comunità forti, sicure di sé, con adeguati strumenti amministrativi, con una coesione fondata sulla leale collaborazione, possono affrontare il mare aperto della competizione internazionale. Non è più tempo di liti e divisioni, è il tempo di remare insieme per decidere quale futuro dare ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Ora la richiesta di Referendum arriverà sul tavolo del Ministro degli Interni, sarà sottoposta al Giudizio della Cassazione e del Governo. Quando sarà indetto il Referendum avremo bisogno di una discussione serena, non di divisioni tra i cittadini. Saremo capaci di farlo? Non abbiamo motivi per dubitarne.

Vogliamo alimentare la speranza in una via possibile, lecita e pacifica per ottenere gli strumenti amministrativi necessari per governare il cambiamento e rispondere ai bisogni delle comunità bellunesi. Niente di più e niente di meno.

Come vedete non manchiamo di altri obiettivi impossibili.



comunicato stampa in formato PDF



Belluno Autonoma è solo una tua scelta.

Qui trovi tutta la documentazione per capire che non abbiamo alternative: o conquistiamo la nostra Autonomia, o siamo condannati all’estinzione.

Consulta il sito, informati, ragiona e diventa anche tu un convinto Autonomista.

Facci conoscere a tutti i tuoi amici, aiutaci a diffondere in ogni angolo della provincia questa nuova coscienza Autonomista.

Federalismo municipale: chi ci perde e chi ci guadagna in provincia di Belluno

11 Gennaio 2011 Attualità, Cadore - Dolomiti federalismo, sviluppo-montagna

Il senatore Marco Stradiotto ha elaborato una simulazione sulla base dei ritrasferimenti che entrerebbero in gioco con l’approvazione del federalismo fiscale che riguarda i comuni (federalismo municipale), comparandoli con gli attuali trasferimenti. Ne esce una situazione che vede alcuni comuni estremamente avvantaggiati (S. Vito di Cadore con un + 443%) e altri che invece sono colpiti dalla sfortuna più nera (Ospitale di Cadore -88%). Lozzo si attesta su un -17%, Auronzo su un +203%. E’ anche una questione “immobiliare”.

Sull’Amico del Popolo del 9 gennaio 2011 si può leggere un articolo che riassume i dati della relazione Stradiotto per la nostra provincia; l’articolo è ottimamente illustrato da una infografica che ripropongo qui sotto.  Quello cha va sottolineato è che la provincia di Belluno, nel suo insieme, avrà qualche trasferimento in più rispetto ad ora e parecchi trasferimenti in meno rispetto alle altre province (ad esclusione di Rovigo che sta ancora peggio). Tanto per prenderne atto (nella Relazione Stradiotto ci sono tutti i dettagli).

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