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il sindaco di Comelico Superiore è pieno di specificità

19 Marzo 2014 Autonomia belluno-autonoma, referendum-comunali, referendum-secessionisti, trentino-alto-adige

Mica si dice contrario al referendum eh!!!, “siamo in democrazia”, è un regalo che ci fa la Costituzione. Però niente, secondo lui quella del referendum non è la strada giusta: quella giusta è la specificità garantita da due parole scritte sullo statuto veneto (art.15). Che se venivano scritte sull’acqua riusciremmo ancora a vederne i contorni.

Intanto il sindaco si sta inumidendo le dita perché tra un po’ gli toccherà di contare tutti i soldini che i fondi Brancher faranno giungere in queste “desolate” terre di confine (fa niente se il comune rinnova le cariche tra poco, ci siamo capiti). E’ che ai suoi cittadini il sindaco non dice che quei soldi giungono, inaspettato regalo, per opera dei referendum “secessionisti o separatisti” già svolti – con coraggio e fermezza – da qualcun altro in provincia di Belluno.

Com’era quella: “Bello fare i froci con il culo degli altri” (chiedo ancora scusa alla categoria).

Storia già vista, storia già nota. Del resto, uscire dalle caverne, con tutta qualla luce che ti inonda, non è cosa facile per nessuno. Speriamo che i “suoi” cittadini – i comeliani che saranno tra pochissimo chiamati al voto referendario – appendano le “specificità”  ricordate dal “loro” sindaco ai sacchetti scrotali dei loro antenati.

Da segnalare, alla fine del servizio, che il sindaco si sta ancora arrovellando – come un gatto attorno al gomitolo che gli rotola tra le gambe – nel cercare di capire la controversia tra unità della provincia e le forze centripete centrifughe che la vorrebbero compromettere, non capendo che sono due facce della stessa medaglia (un po’ come la diatriba filosofica tra il tutto e il niente…). Ma anche i gatti capiscono, prima o poi, che sono loro stessi all’origine di tutto quel parapiglia.

Arno Kompatscher a servizio della gente di montagna (un po’ caruccio …)

19 Marzo 2014 Autonomia, Politica nostrana autonomia, belluno-autonoma, della-confutazione, trentino-alto-adige

I Meficiti (ossia i Magnifici sindaci dell’altrettanto Magnifica Comunità di Cadore) hanno invitato in terra cadorina Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano, per un’intervista pubblica (si assogetterà alle graffianti domande poste dal Fabio Fazio de noaltri, tale Casagrande, – già ospite del BLOZ qui e qua – che modererà la serata).

Lodevole e graziosa la locandina cui è affidata la pubblicità dell’evento, che potrà essere agevolmente riciclata da Signorini su Chi, nella quale AK (non 47, semplicemente e amichevolmente Arno) sorride, placidamente soddisfatto, sullo sfondo di un rassicurante paesaggio alpestre, alpiano, alpino, fate voi.

Ma è il leit motiv che accompagna il pastorale sorriso che colpisce come e più di una sferzata di gelida tramontana mattutina: ““a servizio della gente di montagna”.

E la cosa è ripresa anche sul sito dei Mefitici:

A SERVIZIO DELLA GENTE DI MONTAGNA

[…] L’incontro, promosso dalla Magnifica, si inserisce nell’ambito delle iniziative messe in calendario in vista delle prossime elezioni amministrative che coinvolgeranno 14 dei 22 Comuni del Cadore.

L’intervista con Arno Kompatscher  verterà sulle motivazioni che lo hanno indotto a mettersi al servizio della sua gente. Sarà sollecitato a spiegare quale senso viene ad avere oggi – secondo lui – lo spirito di servizio e come può riacquistare credibilità la politica.

Ora, se l’argomentazione “mettersi al servizio della gente” fosse stata testimoniata – chesssò – da un sindaco della Val d’Ultimo/Ultental (tanto per dire), la cosa sarebbe rientrata nel novero degli scambi culturali-etno-linguistici-socialmente-utili-che-bello-il-confronto-poi-veniamo-su-noi.

Ma se mi chiami uno che si becca 25.000 euri al mese …

Noi abbiamo difeso AK da quel crotalo di Vespa. Veramente abbiamo difeso l’Autonomia, in particolare quella espressa dall’Alto Adige (che ci pare un esempio da seguire, anche se non mancano le pustole infette…), in quel momento rappresentata da AK e posta sotto attacco da parte dei “taliane”, dall’odiato “stato centralistico”.

Ma quando si “gioca in casa”, ce ne frega niente se uno è presidente dell’Alto Adige/Südtirol, anzi. Chiamalo per discutere di autonomia, di come e perché la SVP (sud-tirol-folcs-partai) si stia rivelando un letamaio nonostante l’ostentata “purezza etnica”, di come riescano a produrre tutti quei pikoli-pampini che arginano il declino demografico, di … di … di ecc..

Ma uno che prende più di Obama …

… cazzo, uno che prende più di Obama (anche se qualche ritocchino mi sembra l’abbiano fatto) non me lo porti qui per chiedergli “quali motivazioni lo hanno indotto a mettersi al servizio della sua gente“.

E’ come se si invitasse Dracula al convegno dell’AVIS per farsi dire quanto sia bello (e soprattutto buono) donare il sangue. E’ come se le nostre care Zoccole di Montagna invitassero Rosy Bindi alla Festa della Vulva. E ‘ come se pretendessimo che tre quattro sindaci-sciacalli – quelli del buco del BIM-GSP – ci illustrassero buone pratiche amministrative.

Tra l’altro, non è rispettoso.

Non è rispettoso perché la nostra terra è da più di due anni senza guida politica e lo stato centrale non ci lascia tornare al voto; non è rispettoso perché l’intera provincia sta per essere consegnata in mano ai sindaci, dio ce ne scampi e liberi: in particolare sta per essere consegnata nelle mani del sindaco della città capoluogo, che dovrà governarla – l’intera provincia – “a gratis” (già quando prendono soldi fanno stronzate abominevoli …) e mentre dorme (o credete che si dimentichi di Belluno città, dove i voti li deve prendere davvero?).

Caro Arno, niente di personale, ci mancherebbe. Se crede può farsi accompagnare da Richard Theiner, “dimissionario” segretario politico della SVP, quello recentemente travolto dallo scandalo dei vitalizi d’oro – ne sa niente? – così facciamo due chiacchiere sul futuro della Stella alpina. Speck offerto dai Mefitici (niente paura, è un prodotto d’importazione).

(sullo sfondo si vedono le lunghe e ricurve ombre dei sindakos – i mefitikos – che col cappello in mano, chini, si recano con l’animo gonfio di apprensione ad elemosinare i soldini del fondo Brancher. Non le vedete? No eh?! Ne ero certo. Magari un giorno si sveglieranno leoni e li vedremo combattere, fieri e determinati, come un tutt’uno, per la conquista dell’Autonomia … e pijate nartro litro va’)

 

arno

28.000 bellunesi hanno già votato per l’Indipendenza del Veneto (700.000 in tutto il Veneto)

18 Marzo 2014 Indipendenza del Veneto indipendenza

Secondo quanto riportato da plebiscito.eu:

PLEBISCITO.EU: SONO GIA’ OLTRE 700.000 I VOTI NEL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO

Alle 18 di lunedì 17 marzo al voto il 18,7% dei veneti. Emerge con grande forza e visibilità mediatica internazionale lo spaccato di un Veneto determinato a decidere il proprio futuro.

Alle ore 18 del 17 marzo, secondo giorno di votazione del Referendum di indipendenza del Veneto, sono 700.837 gli elettori che hanno espresso il loro voto via internet sul sito www.plebiscito.eu, al telefono al numero 0423 40 20 16 e nei seggi predisposti nel territorio.

Continua ad essere Vicenza la provincia con più affluenza (oltre 182.000 elettori), seguita da Treviso (179.000), Padova (166.000), Venezia (143.000), Verona (92.000), Belluno (28.000) e Rovigo (29.000). […]

vota per l’Indipendenza del Veneto

 

Delrio, l’euro e i 7 nani nobel (della serie: i sindaci ci provano ancora)

18 Marzo 2014 Criticarium Itaglia, Ecco Nomia europatia, no-euro, perche-secedere, quelli-del-PD, renzie, verso-il-default

Di sindaci entrati in parlamento e diventati ciofeche ce ne sono diversi. L’ultimo che ricordiamo è Zanonato, mentre saltava spensierato da un ramo all’altro. Ora c’è anche un sindaco giullare a capo del governo (al quale la Merkel ha fatto mangiare crauti amarissimi) e un aiuto sindaco-giullare, sindaco anch’esso, tale Delrio (già ospite del BLOZ qui e quo), che aiuta il primo a dire e fare più fanfaronate di quelle cui ci aveva abituato favoLetta. Insomma, “la carica dei sindaci” (vedrete che prima o poi la carica … fa boom).

Si parla di euro e il compassato endocrinologo, rivolgendosi a Claudio Borghi durante la trasmissione Piazza Pulita di ieri, sostiene che le teorie che vedono nell’euro “il problema” dell’Europa non sono molto quotate fra gli economisti:

[…] Faccio notare che la sua tesi non è molto prevalente tra gli economisti, tra le analisi degli economisti quando dicono dei benefici e malefici dell’euro…

 

No eh!?

 

per 7 Nobel l'euro è una patacca insostenibile

(per la disamina completa del pensiero dei 7 nani nobel leggi tutto su scenarieconomici.it)

Sindaci, e sai cosa bevi …

(scusate, ma da queste parti i sindaci si sono rotolati a lungo nel … ehm … fango, anzi, ce l’hanno ancora fino al collo, sicché, un po’, mi stanno sui coglioni)

 

dalle misure impressionanti di monti a quelle di Renzi

17 Marzo 2014 Criticarium Itaglia renzie

Anche in occasione della visita di monti la Merkel disse, riguardo alle “misure” da lui messe in campo, che erano “impressionanti“. Lo ha ripetuto adesso che il giretto con la lingua di fuori l’ha fatto il bomba (è rimasta molto colpita, anche se ha poi aggiunto che il 3% di deficit è già “sforato”: detto altrimenti, se la traduzione è corretta, è meglio che Renzi tiri fuori la clava e inizi a tafazzarsi).

Ora, non so se vi ricordate come è andata a finire col ragioniere. Se tanto mi dà tanto, speriamo che il giullare fiorentino non bissi il successone dell’ormai dimenticato manico di scopa. Anche perché la culona porta un tantino di sfighen.

SI CHIUDE UN DECENNIO!!! SI VA VERSO IL VENTENNIO?

17 Marzo 2014 Botanico Palazzo cagliostro, cronache-lozzesi, la-parola-ai-lozzesi

di Cagliostro

Il 25 Maggio prossimo anche gli abitanti di Lozzo rinnoveranno (?) il Consiglio Comunale e sceglieranno il nuovo (vecchio?) primo cittadino. Perché questi punti di domanda fra parentesi? E’ presto detto! Non si sa (“non v’è certezza” direbbe il poeta) se il decreto Delrio verrà approvato in tempo con la prevista cancellazione del blocco dei due mandati consecutivi e la reintroduzione dei vecchi, più ampi limiti nella composizione di Consiglio Comunale e Giunta. Ma se anche il buon Delrio non ce la facesse, le mie parentesi sono comunque un pleonasmo nel senso che “l’homo politicus” resterà in sella in ogni caso e guiderà la compagine attraverso qualche suo buon uomo compiacente, che si assiderà nominalmente al suo posto ma dovrà necessariamente subire l’influsso decisionale di una personalità così ingombrante ed..autorevole.

Quindi, è vero che si chiude un decennio ma non si tratterà di un punto fermo, di un girare pagina definitivo; la pagina è scritta (scarabocchiata) soltanto a metà, l’altra metà è in bianco ed attende di essere scritta, ahimè, ahinoi, quanto meno per un altro decennio. Non si tratta di un semplice maleficio per il nostro paese, si tratta di una valutazione cruda e netta della realtà , di conseguenza, le conclusioni si possono trarre celermente. Perché un giudizio così tranciante? Semplicemente perché solo una piccola parte del nostro corpo elettorale è solita documentarsi sull’operato di chi siede sugli scranni di Palazzo Venzo. Parlo di chi, ovviamente, esercita il diritto di elettorato attivo, escludendo cioè chi marina le urne.

Per il resto, si tratta di cittadini elettori che frequentano i seggi ogni 5 anni con una certa nonchalance, trovano stucchevole informarsi sugli atti di giunta e di consiglio e, pertanto, fanno ricorso a una delega fiduciaria in bianco, forti della convinzione che trattasi di eligendi ‘probi viri’, ossia di uomini virtuosi, che per lo più frequentano la chiesa, che sono altruisti, disinteressati, prodighi nei confronti del prossimo, tutti dediti alla promozione del bene comune, amanti della terra natia (o terra di elezione, magari per meriti… sponsali). Ci sono infine i bevitori “dei vuove de dugo”, quelli cioè che credono ciecamente alla Pravda locale, il così detto Bol-Com, Bollettino Comunale, stampato a spese della intera Collettività, voce della sola maggioranza, distribuito dal personale in pianta organica dell’Ente e molto, molto, troppo autoreferenziale ed autocelebrativo (di che cosa, poi, è tutto da vedere). Ecco perché il potere oligarchico ha trovato da noi un humus così fecondo!!

Ma sarà poi giusta ed opportuna la delega fiduciaria? Sarà credibile un tale modo di fare, almeno in riferimento ai giovani, che dovrebbero essere, visti i tempi procellosi che attraversiamo, i più disincantati e i meno creduloni? Sarà poi vero che tutto questo incenso usato dai vari turiferari sia dovuto a veri meriti dei detentori dei ‘pubblici uffici’ o non, piuttosto, sinonimo di adulazione mista a dabbenaggine, ipocrisia e soggezione al ‘potere’?

In questi 10 anni spesso mi sono sorpreso a pensare: “forse è la mia intransigenza, il mio spirito un po’ calvinista che mi fa giudicare in modo prevalentemente negativo l’operato di lor signori in questo lungo lasso di tempo”. Ed allora vado ad analizzare, con molto scrupolo, con distacco ed in modo il più possibile asettico ed oggettivo, gli atti salienti di questa compagine amministrativa, sforzandomi di trovare validi giustificativi e motivazioni commendevoli a supporto di una azione che dovrebbe sempre ispirarsi ad una visione alta del Bene Comune, essere cioè aliena da ogni forma di concezione oligarchica e manichea del ‘Potere’.

Potere che, per sua stessa natura, tende sovente, nel medio/lungo periodo, ad incrostarsi di autoreferenzialità e di distacco da una corretta visione di compiti e mansioni di un amministratore pubblico degno di questo nome (le cui principali caratteristiche dovrebbero essere quelle di soggetto serio, competente, compreso fino in fondo della sua missione di servizio). Per quanto però riesca a ricordare, andando a ritroso nel tempo fino al Maggio 2004, il mio sforzo di dare un voto positivo alle azioni messe in campo da questi signori, riesce alquanto problematico. La prima legislatura ha visto mettere nel carniere un numero di provvedimenti ben più numerosi di quelli attuati nel corso del secondo mandato, ciò a motivo anche della crisi economico-finanziaria intervenuta negli anni 2008/2009, con vincoli e limitazioni pesanti soprattutto sulla operatività degli Enti pubblici.

Tuttavia, sono proprio quei provvedimenti, che ad un osservatore superficiale potrebbero apparire opportuni e meritevoli di plauso, a suscitare perplessità e riserve non peregrine in chi guardi alle cose con maggior attenzione e senza intendimenti da…’turiferario’. Sono i modi di attuazione, la mancata valutazione sul rapporto costi/benefici, le scelte tecniche ed operative messe in campo al fine di raggiungere un obiettivo purchessia che lasciano basiti. Anche se non sono esenti molte riserve di merito rispetto a certe scelte di fondo e ad una attuazione programmatica via via aggiustata con decisioni di eclatante, non lodevole impatto.

Ma ancor più rimarchevole è il fatto che alcune determinazioni non hanno tenuto, e tuttora non tengono, in alcun conto il principio del bene collettivo, il rivolgersi cioè alla totalità degli amministrati, o, quanto meno, ad una ampia platea di beneficiari, peccato questo fondamentale che trascura il principio fondante e basilare di qualsivoglia legge e/o ordinamento e che, di contro, contraddistingue la logica di ogni oligarchia. Senza contare che, sotto il profilo sociale, a crisi aperta, molto si è cianciato anche sulla stampa e sulle TV, ma nulla di concreto è stato realizzato.

L’elenco di errori, manchevolezze, omissioni, insipienze, scelte operative opinabili o non comunque valutate secondo una scala di priorità funzionale alle esigenze più sentite della intera collettività sono state sempre dettagliatamente elencate su questo blog. Pleonastico quindi ripetere ciò che è agli atti. Se, comunque, taluno non fosse sufficientemente provvisto di memoria o non avesse proprio nozione di qualche specifico, criticato provvedimento, non fa che richiedere una informativa ed il sottoscritto sarà sempre disponibile a riprendere il discorso.

A questo punto, credo che i lettori più politicamente ‘scafati’ abbiano capito il mio attuale intendimento. Per me si tratta di valutare freddamente la tetra prospettiva della nostra Comunità ormai impelagata in un circuito politico privo di ogni possibilità di rinnovamento, circuito condannato a perpetuarsi in una specie di nepotismo e familismo lobbistico nei cui gangli o si entra ( e quindi si conta), oppure si rimane all’esterno e quindi si è destinati alla emarginazione in senso lato (con tutte le implicazioni civili, sociali, economiche ect. ect.).

Che l’onnipresente Duetto abbia capito da tempo di avere in mano un gioco facile, data la ampia possibilità di manovra su di una pubblica opinione in gran parte fragile, distratta, apatica, credulona, non ci piove. Tanto è vero che il ‘Potere’ ha allargato i suoi tentacoli e, quale espressione di una oligarchia ‘sindacale’, siede su mediatiche poltrone, pontifica e organizza convegni megagalattici dove si parla di massimi sistemi, ossia di…fuffa.

 

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