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ora è legge regionale: fusione di Longarone e Castellavazzo col 24% dei SI

22 Febbraio 2014 Politica nostrana fusioni, regione-veneto

La fusione dei comuni di Longarone e Castellavazzo è ora norma di legge. Prendiamo atto:

  • che così è;
  • che lo è in ragione dell’azzeramento del quorum tolto dalle pavide volpi regionali che volevano radere al suolo ogni timore che i referendum non passassero, e che invece se lo son  preso lo stesso nel bagagliaio dall’espressione del voto popolare che in due circostanze – finora – ha sonoramente bocciato le avanzate proposte di fusione;
  • che l’azzeramento del quorum deve essere introdotto come atto di democrazia consapevole e a valenza universale: se lo fai con lo scopo evidente di sostenere una legge regionale, se lo fai con lo spirito del “vinci facile”, se, insomma, giochi sporco per non dire lurido, la gente (forse) se ne accorge e ne tiene poi conto, anche semplicemente disertando il voto;
  • che il peggio dell’Italia nazionale, cioè quel fetido raggruppamento e/o intruppamento di PDL e PDmenoelle, si riversa anche a queste latitudini con le prose ad un tempo banali, vuote, adulterate oltre ogni decenza nel tentativo di magnificare imprese che invece sono la pura testimonianza di un clamoroso flop delle istituzioni regionali e dei loro rappresentanti;
  • ma soprattutto prendiamo atto che, ufficialmente, la Regione fonde Longarone a Castellavazzo (e viceserva) con il 24% di SI  e con un’affluenza totale del 31%;

 
Dalla legge regionale n. 9 del 21 febbraio 2014:

1.         Il referendum consultivo della popolazione interessata ha dato i seguenti risultati:

 

 

Comune di Longarone

Comune di Castellavazzo

Totale

elettori aventi diritto al voto n.    4.510 n.    1.797 n.    6.307
votanti n.    1.204 n.    731 n.    1.935
voti validamente espressi n.    1.197 n.    727 n.    1.924
voti favorevoli n.    1.049 n.    476 n.    1.525
voti contrari n.    148 n.    251 n.    399

 

Svaluto Ferro: è auspicabile riavere la ferrovia aperta per l’estate …

21 Febbraio 2014 Politica nostrana della-confutazione, perle-dialettiche, scripta-manent

Si parla della chiusura della linea ferroviaria tra Ponte nelle Alpi e Calalzo di Cadore che, operante dai tempi delle Grandi Nevicate, è stata ora garantita – la chiusura – fino al 31 luglio, giorno più giorno meno (sempre che non intervengano altre piaghe bibbliche). Interviene in chiusura d’articolo il sindaco di Perarolo:

Il sindaco di Perarolo, Pierluigi Svaluto Ferro, si augura che i lavori terminino prima del 31 luglio: «E’ fattibile se li iniziano subito. E’ auspicabile riavere la ferrovia aperta per l’estate perché è la stagione in cui viene utilizzata di più dai turisti».

Intanto va rilevato che l’uomo è sicuro di sé: “E’ fattibile se li iniziano subito“. Che sia, questa certezza di carattere tecnico-programmatico, retaggio di quando giocava con le macchinine e faceva brum brum? Va rilevato poi che l’uomo ha uno splendido senso della realtà: “E’ auspicabile riavere la ferrovia aperta per l’estate perché è la stagione in cui viene utilizzata di più dai turisti“. E qui, nell’avere amministratori così perspicaci, uno si sente davvero in una botte di ferro.

Vi ricordate Catalano? Diceva che è “meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca che di un mostro, cretina e senza una lira”.

 

da estirpare per prima è la casta dei burocrati (se ne sono accorti anche al Corriere)

21 Febbraio 2014 Criticarium Itaglia perche-secedere, tra-le-righe, verso-il-default

L’ho sempre detto: la casta dei politici è fetente ma costa relativamente poco e si può tentare di cambiare con qualche brusca sterzata (vedi per esempio la mastodontica prova di forza del M5S alle ultime politiche). Ma è la casta dei burocrati, in particolare quella che ha messo radici nei ministeri, che è sede di un potere immane anche se silente e che va estirpata per prima, se solo si vuole provare a rialzarsi dalla polvere. Se ne sono accorti anche Alesina e Giavazzi:

[…] Ma il nuovo governo non farà nessuna di queste cose se non sostituirà radicalmente i burocrati che gestiscono i ministeri (riformando i contratti della dirigenza pubblica e allineandoli a quelli del settore privato) cominciando dalla casta dei capi di gabinetto. Per farlo ci vuole coraggio perché questi signori sono depositari di «dossier» che tengono segreti per proteggere il loro potere. Bisogna aver il coraggio di mandarli tutti in pensione. All’inizio i nuovi ministri faranno molta fatica, ma l’alternativa è non riuscire a fare nulla.

Bond, Reolon e la fusione fredda

21 Febbraio 2014 Politica nostrana belluniadi, bond, della-confutazione, fusioni, politicanti, quelli-del-PD, quelli-del-PDL, scripta-manent

Due dei tre moschettieri regionali dicono la loro sulle fusioni di Longarone e Castellavazzo: Bond e Reolon, la coppia Bondolon già vista all’opera in passato, uno del PDL (che aveva recepito il manifesto di FI, poi è passato al NCD, adesso è tornato a FI …) e l’altro del PDmenoelle. Si dichiarano e fanno di tutto per sembrare diversi e alternativi, ma in realtà sono spudoratamente uguali e, quel che è peggio, consociativi (vedi il letamaio talian renzusconiano).

“Non è un caso che solo nel Bellunese i progetti di fusione abbiano avuto successo, unici caso in tutto il Veneto. Qui si è saputo fare squadra nel tempo, la collaborazione fra enti è stata graduale e metabolizzata dai cittadini. A Treviso e Rovigo esperimenti analoghi sono miseramente falliti. Questo significa”, prosegue Bond, “che le asprezze del vivere in montagna portano a scelte più responsabili e coraggiose, ma soprattutto che certi processi non vanno mai calati dall’alto”. (Bond)

“Le fusioni sono buona cosa se condivise dai cittadini – continua il consigliere bellunese – con questo risultato gli abitanti di Longarone e Castellavazzo hanno dimostrato una grande maturità e consapevolezza verso il territorio bellunese che ha un urgente bisogno di essere riorganizzato a livello comunale. Il raggiungimento di questo traguardo va in controtendenza rispetto ad altre realtà in Veneto, speriamo possa essere un altro passo verso la riorganizzazione dei comuni della nostra provincia”. (Reolon)

La coppia di “pidocchieri” Bondolon (moschettieri è parola fin troppo impegnativa per quel che vediamo fare) fa finta – speriamo faccia solo finta – di non capire e si ostina a magnificare un risultato, quello del referendum fusionista, che invece è stato un clamoroso flop, una fusione fredda che più fredda non si può.

Nonostante, con gran clamore mediatico, si siano promessi al “nuovo comune” fino al 20% in più dei trasferimenti avuti nel 2010 e per 10 anni di fila (promessa che la Regione può disattendere quando vuole, invocando calamità quali le cavallette, per esempio), nonostante i due sindaci la stessero menando da tempo … sulla necessità della fusione, la gente che si è recata alle urne – guardiamo ai longaronesi – non ha raggiunto il 27%. Senza Aire siamo al 40%. In poche parole i SI sono stati il 23% se rapportati al corpo elettorale completo, il 35% se non si considerano gli iscritti all’Aire.

Cari pidocchieri, fantolins de oro, con il 23% o il 35 % di SI, a seconda di come lo si vuol considerare, cioè un FLOP fotonico, la gente ha semplicemente voluto dire, rivolta alla politica regionale – ed ai suoi rappresentanti – “andate a cagare”. E l’hanno detto, nel loro insieme (cioè compresi quelli che sono rimasti a casa), “con grande maturità e consapevolezza” (e qui ha ragione Reolon). Questo e nient’altro hanno detto.

Bond dice inoltre che non è un caso che nel Veneto “solo nel Bellunese i progetti di fusione abbiano avuto successo” (cioè il clamoroso flop che sappiamo). Trascurando l’enorme divario di affluenza tra i referendum “veneti” e quelli “bellunesi”, tutte teste di cazzo, quindi, quelli che hanno votato NO??

 

Bechis, Mentana e Delrio ministro dell’economia (e a me tocca quello degli esteri)

20 Febbraio 2014 Criticarium Itaglia renzie

epperò a me fate fare almeno quello degli esteri !!

bechismentana

(via @FrancoBechis … con video al seguito)

la Lega avvia la raccolta di firme per il referendum sull’Indipendenza del Veneto

20 Febbraio 2014 Indipendenza del Veneto, Perché secedere indipendenza, perche-secedere, veneto-stato

Se non è uno scherzo di carnevale … (dal Corriere del Veneto):

(c’è anche una videointervista a Salvini: straordinario – senza alcuna ironia – il passaggio in cui dice che “la Lega è per le autonomie da nord a sud, per tutti anche a livello condominiale e io sono per l’autogestione pianerottolo per pianerottolo …” . La data è giusta, non ho beccato un articolo d’archivio. Mi sono pizzicato più volte e credo che questa sia la realtà odierna. Boh!! L’attività solare, in effetti, è intensa ma … insomma, se son rose fioriranno. Molti indipendentisti che hanno lasciato la Lega accoglieranno con stupore questa “svolta”, se svolta sarà, come mi auguro)

Indipendenza del Veneto , la Lega parte con la raccolta delle firme

Salvini incontra Zaia per il referendum consultivo. «Abbiamo l’appoggio di oltre 150 Comuni e quattro Province»

VENEZIA – Un referendum consultivo per l’indipendenza del Veneto. Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini è arrivato a Venezia per incontrare il governatore Luca Zaia e spiegare la nuova iniziativa del Carroccio. Il partito raccoglierà le firme sabato 1 e domenica 2 marzo nelle piazze (l’elenco dei gazebo si trova sul sito www.firmaindipendenza.org). Il referendum consultivo è stato indietto ai sensi dell’articolo 9 dello statuto e dell’articolo 72 del regolamento consiliare. In un incontro congiunto tra Zaia e Salvini, è stato ricordato che 167 comuni e le amministrazioni provinciali di Padova, Treviso, Venezia e Verona hanno approvato l’ordine del giorno per sostenere il progetto di legge regionale 342/2013 e indire il referendum per l’indipendenza del Veneto.

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