BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Pieve di Cadore volta le spalle a Lozzo appoggiando la candidatura di Auronzo a sede Dolomiti-UNESCO

23 Giugno 2010 Cadore - Dolomiti, Palazzo Pellegrini dolomiti, turismo-cadorino, unesco

Noi ci tenevamo davvero che palazzo Mubarak (Olcoloz, Pellegrini) potesse diventare sede della fondazione Dolomiti-UNESCO. Nell’articolo la sede Unesco a Lozzo di Cadore presso Palazzo Pellegrini sottolineavo che:

[…] L’idea grandiosa, però, è portarci dentro [a Palazzo Mubarak] tutto il personale del comune, sindaco compreso, vendere palazzo Venzo e, con quei soldi, pagare la sistemazione della caserma di Soracrepa.

No Signori, a questo gioco non ci sto. Qui a Lozzo si può fare di più.

La destinazione d’uso alla quale lo stabile è vincolato dal finanziamento della Regione Veneto è infatti “finalizzato alla creazione di un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale”. Sindaco e assessore ai lavori pubblici sostengono che questo è un vincolo insuperabile che, peraltro, impedisce il trasloco a Palazzo Pellegrini della nostra biblioteca.

Ma chi ci crede? Un mese dopo l’inaugurazione, ci potreste mettere dentro anche una bisca clandestina che, alla Regione, non gliene fregherebbe sostanzialmente niente. Ma sono soldi pubblici! Appunto.

Continuavo poi tirando in ballo l’allora assessore Toscani che prevedeva (era il 26 febbraio) di lasciare 20 giorni di tempo ai Comuni perché dessero le proprie indicazioni su quale avrebbe dovuto essere la sede della fondazione Dolomiti-UNESCO. Avanzavo infine l’ipotesi che proprio Palazzo Mubarak avrebbe potuto diventare la sede operativa della fondazione, così almeno sapevamo a cosa sarebbe servito il palazzo per i prossimi tre anni (perché poi la sede, in base agli accordi presi, migra in altra provincia a rotazione alfabetica).

Veniamo invece a sapere che il comune di Pieve di Cadore ha appoggiato, con propria delibera n.72, la candidatura di Auronzo, affossando probabilmente quella di Lozzo. A meno che, sostiene qualcuno, Toscani che ora è vicepresidente del Consiglio regionale, e che si è intrattenuto nei giorni scorsi a Pian dei Buoi rimpinzato a dovere con il “catering di Stato”, non tiri fuori una soluzione all’ultimo momento che rimetta in corsa il nostro piccolo borgo (col relativo palazzo).

Auronzo, si legge in delibera, ha le Tre Cime: ma anche Lozzo ha le sue tre cime, non sono dolomitiche, ma ce le invidiano in tutto il comprensorio. E poi solo Lozzo può contare sul Pupo di Lozzo, meraviglia (rigorosamente dolomitica) della natura. Peccato che la minoranza si sia appropriata di un simbolo di tutti e l’abbia schiaffeggiato nel proprio contrassegno.

La questione è controversa. Magari domani anche Lozzo farà la sua delibera di appoggio ad Auronzo. Suvvia, siamo cugini in fondo. Magari Auronzo, per contraccambiare, ci lascerà esporre qualche poster dolomitico nell’inaugurando (prima o poi) “centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale”.

Sito e blog non funzionante … 500 internal server error

22 Giugno 2010 Senza categoria Segnalazioni

Dalle 21 di ieri alle 11.45 di oggi i domini lozzodicadore.eu ed anche paesaggiodolomitico.it non erano raggiungibili. Direttive software che permettevano di velocizzare il caricamento delle pagine si sono rivelate improvvisamente incompatibili con i server che provvedono al loro invio in rete. Ne ha sofferto anche il BLOZ che, poveretto, non aveva colpa alcuna (se non di far parte del medesimo dominio cui appartiene il sito Lozzo di Cadore – Dolomiti).

Qualche settimana fa avevo notato un notevole aumento delle pagine lette sul sito www.lozzodicadore.eu (il sito inizia ad essere conosciuto ed i turisti cercano notizie …) e così avevo provveduto a modificare alcuni parametri per migliorare la velocità che, per una quindicina di giorni, hanno funzionato a dovere. Ieri alle 21 si sono rifiutati di fare il loro lavoro. Me ne scuso e, come si suol dire, mparada anche chesta.

È potere per il potere

21 Giugno 2010 Informa-Lozzo cagliostro, itaglia, la-parola-ai-lozzesi, local-politik

di Cagliostro

Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky, nel nostro Paese, sono attualmente considerati i massimi giuristi/costituzionalisti viventi. Entrambi sono presidenti emeriti della Corte Costituzionale. In questi giorni ho letto l’intervista rilasciata dal Prof. Zagrebelsky ad un noto giornalista/politologo per conto di un settimanale di grande tiratura. Il concetto base che domina l’intero disquisire del luminare del Diritto è questo: l’Esecutivo ed il suo presidente stanno letteralmente svuotando la Democrazia dal suo interno, soprattutto mediante attacchi e strappi alla Costituzione, l’assenza quasi totale di controlli, il legiferare per decreti ponendo quasi sempre la questione di fiducia, il tutto poi condito con l’azione deleteria delle Oligarchie imperanti.

Mi limito, per ragioni di spazio, a riportare alcune delle domande essenziali formulate al Professore e le taglienti, esaustive risposte date dall’intervistato.

  • La sovranità appartiene al popolo ma possiamo smettere di essere una Democrazia senza neppure accorgercene? La risposta dell’eminente costituzionalista è un rotondo “sì, si può perdere la democrazia senza un cambiamento formale delle regole. Un tempo la legittimazione del potere era trascendente. Con la secolarizzazione della politica, il potere è stato reso del tutto immanente e chi governa ha dovuto trovare una nuova forma di legittimazione: ‘governare in nome del popolo’. Anzi, oggigiorno, tale formula è stata integrata in: ‘governare per amore del popolo’. Perfino le leggi ad personam sono proposte e sostenute in nome di interessi generali. La governabilità, la privacy, la rapidità della giustizia, la legge Bavaglio ecc. non sono esigenze che voglio io in quanto capo dell’esecutivo, le chiedono i cittadini. Proclamarsi democratici quindi conviene”.
  • Come si può definire questo nuovo sistema se la regola della democrazia si è invertita? “Le difficoltà odierne della democrazia non sono più interpretabili alla stregua di ‘promesse non mantenute’; Norberto Bobbio diceva: promesse non mantenute ma sempre nell’orizzonte del possibile e ciò malgrado tutte le difficoltà esse (promesse) non contraddicono il paradigma… Pedrag Marvejevic ha coniato il termine ‘democratura’ che è la contrazione di democrazia e dittatura. Le democrazie insomma sono esposte a tendenze oligarchiche: concentrazione del potere, insofferenza verso i controlli, nascondimento del potere reale e rappresentazione pubblica di un potere fasullo. Oggi la democrazia ha bisogno di esibirsi in pubblico, tende a mutarsi in teatrocrazia…”
  • Del berlusconismo si dice che è una visione del mondo. Quale è la sua ideologia? “Nell’insieme, il berlusconismo a me pare un cortocircuito tra mezzi e fini. Il potere per il potere, il mezzo che diventa un fine. Non c’è progetto diverso da quello di restare sempre con le vele spiegate al vento, cioè sempre al potere. Il rapporto tra consenso e politiche si è corrotto. Non si cerca consenso per un progetto, ma il progetto è avere consenso. I sondaggi hanno fatto irruzione nella politica, è un mutamento d’essenza. Sarebbero il segreto del potere eterno, se poi non ci fosse la dura replica dei fatti e dei problemi, come quelli che nascono da una crisi economica e sociale, che chiedono ai governanti di produrre politiche, non di seguire i sondaggi….”
  • Siamo al punto: possiamo smettere di essere una democrazia senza accorgercene? “La democrazia è un sistema molto accogliente, tollerante. Le sue procedure possono essere, e sono state utilizzate perfino per fini anti-democratici, come sappiamo dalla storia recente. Nelle società complesse, con apparati pubblici smisurati, il colpo di mano, il colpo di Stato, il golpe non sono più ipotizzabili. Creerebbero caos e il caos fa paura. Sono divenuti strumenti della archeologia politica. Oggi la conquista del potere si fa dall’interno….”
  • Come sta reagendo la società civile: gli intellettuali, le forze sociali, le categorie economiche? “Una società democratica è quella in cui ci sia una tendenziale uguaglianza. Il contrario di quella in cui, diceva Rousseau, ‘c’è chi è così povero da essere costretto a vendersi e chi è così ricco da potersi permettere di comprarlo’. Una Società democratica è quella in cui la cittadinanza è attiva:cittadini istruiti ed informati. Se una società non è democratica, le procedure smettono di produrre democrazia. Più che la casta o la cricca, a preoccupare ci sono i giri di potere in cui bisogna entrare per sentirsi inclusi: protezione in cambio di servigi. Oggi, per difendere la democrazia, è urgente l’istruzione pubblica, contro l’incretinimento di massa. La scuola è trattata come un’appendice, i figli della classe dirigente che vanno a studiare all’estero sono la prova del tradimento che i governanti si assumono, su questo, davanti al loro Paese.”
  • Perché un potere che si concepisce senza limiti attacca istituzioni di controllo come magistratura e stampa e risparmia l’opposizione politica? “Perché, in fondo, anche l’opposizione, volente o nolente, è coinvolta nella stessa logica della maggioranza. Ci sono metodi che, una volta adottati da qualcuno, diventano omnicomprensivi. Per esempio, fare politica consultando i sondaggi, significa correre tutti nella stessa direzione. Sono sempre i poteri di controllo quelli che possono andare contro corrente, Per questo sono quelli più attaccati.”
  • Come finirà la legge sulle intercettazioni? “Chi può dirlo? Però, la mobilitazione in corso dimostra che si sta muovendo qualche cosa di profondo. Il diritto non è fatto di “parole messe per iscritto”, quali che siano. Esistono principi che stanno ben prima dei pezzi di carta scritti da chiunque, sia anche da una maggioranza parlamentare.”
  • Quale è il principio in gioco, in questo caso? “La trasparenza del potere. Un potere avvolto nel segreto è un potere totalmente antidemocratico. Solo Dio nasconde il Suo volto: ma non direi che Dio possa essere assunto come esempio di democrazia.”



BREVE COMMENTO

Questo è il pensiero di un esimio giurista/costituzionalista, che vede abbastanza nero nella situazione attuale della politica italiana e, senza enfasi, giudica anche i politici italiani attuali con non molta benevolenza. Calandoci nella realtà del nostro piccolo paese di Lozzo, a me ha fatto molta impressione la risposta data da Zagrebelsky all’ultima domanda dell’intervistatore: “UN POTERE AVVOLTO NEL SEGRETO E’ UN POTERE TOTALMENTE ANTIDEMOCRATICO”. Questo principio vale, evidentemente, a Roma, a Venezia, a Belluno e, purtroppo, anche a Lozzo!!!!

Il rifugio Ciareido è a Lozzo di Cadore, non ad Auronzo

20 Giugno 2010 Pian dei Buoi, Turismo e dintorni sviluppo-pian-dei-buoi, turismo-cadorino

Il recente passato è costellato di errori di attribuzione di carattere geografico che coinvolgono le nostre martoriate mete turistiche. Non passa giorno che Cortina venga attribuita al Trentino o all’Alto Adige, forzando virtualmente un passaggio di provincia voluto fortemente dal referendum, ma congelato da qualche parte nell’iter parlamentare “italiota“.

Succede però che questo tipo di errori di attribuzione abbia anche una caratura locale. Un lettore del BLOZ mi ha infatti segnalato che sull’Amico del Popolo in lettura in questi giorni appare un breve articolo che si riferisce all’inaugurazione della nuova gestione del Rif. Ciareido. Le quattro righe sono sovrastate da un “titolotto”, ben evidente, riportante la dicitura AURONZO, ad indicare la localizzazione della notizia. A voi la lettura … ci vediamo sotto l’articolo per i miei commenti.



Ora, se nel frattempo la nostra giunta comunale non ha provveduto ad altra compravendita un tanto al chilo, il rif. Ciareido risulta ancora appartenere saldamente al comune di Lozzo di Cadore.

Non solo, chiariamo. Il rifugio Ciareido, perla architettonica del periodo pre-bellico (Grande Guerra), struttura ricettiva alpina d’alta quota di prim’ordine, è anche parte del Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO (nel senso che la struttura è inserita all’interno del cuore pulsante del citato patrimonio). Tuttavia, deve essere chiaro, prima di essere patrimonio di tutta l’UMANITA’, e quindi anche di Auronzo, è un patrimonio della sezione CAI di Lozzo di Cadore, e per estensione di tutta la Comunità ladina di Lozzo, senza la quale sarebbe rimasto abbandonato e oggi non potrebbe servire neanche come ricovero per le pecore.

L’articolo offre anche un altro spunto di riflessione perché si dà risalto alla presenza, all’inaugurazione della nuova gestione, della figura del sindaco e del suo vice. La cosa è da ritenersi in relazione all’importanza turistica che la struttura riveste. Mentre il vice, per sua stessa ammissione, ha detto più volte di non capire un’H di turismo, il sindaco si è già distinto (qui e qui), anche in questi giorni, per le larghe vedute in tema.

La cosa buffa è che, associando il titolotto all’articoletto, chi non conosce la realtà è portato a pensare che gli alti papaveri citati (a proposito, Bepi Casagrande non c’era?) siano sindaco e vice del comune di Auronzo.

Orbene, cari cugini auronzani, se proprio ve li volete tenere, vi possiamo dare anche l’attendente (prossimo aspirante sindaco), con ciò proponendo una vantaggiosa offerta 3×1. Ma il rifugio NO, il rifugio resta di Lozzo di Cadore, non se ne parla.

L’articolista poi (a parte invecchiare di 10 anni la già vetusta struttura eretta nel 1890) sfodera a piene mani il bon ton quando riesce, cosa che non è da tutti, a parlare del CAI senza citare la sezione che si è fatta carico, fin dalla sua nascita nel 1971, del salvataggio dall’abbandono e della gestione del rifugio Ciareido. Nell’articoletto si parla infatti di “sezione locale del Cai“: con il titolotto Auronzo in mostra, uno cosa può pensare? Sezione di Auronzo! Costa tanto citare la sezione di Lozzo di Cadore del CAI? (per inciso, a me interessa la sezione di Lozzo, non il CAI nazional-italiota).

Insomma, cari lettori del BLOZ, secondo me l’articoletto ha avuto un suggeritore (pragmatico, in termini di marketing turistico). Lozzo, quando circolavano i pieghevoli in tutto il Cadore, era perlomeno “presente sulla scena” e soprattutto conoscibile; ora, che gli strateghi della promozione turistica fanno fare fotocopie (costose) nel sottoscala, si ha evidentemente il bisogno di sfruttare il traino del nome di Auronzo. Una genialata!

Consiglio al gestore di issare, oltre alla rituale bandiera italiota, anche quella bianco-celeste e di proporre un ricco “menù laziale” accanto a quello più spartano ladino. Se poi il sindaco (di Lozzo) mette a disposizione qualche euro, si potrebbe tentare di portare l’intera squadra ai piedi del Ciarìdo. Chiamando a raccolta le fede de Lucio ne verrebbe fuori un servizio fotografico di risonanza planetaria. La squadra della Lazio con alle spalle il Pupo di Lozzo non avrebbe prezzo.

Quasi quasi ci provo anch’io (a chiedere all’amministrazione di Lozzo di Cadore un contributo per il BLOZ )

20 Giugno 2010 Digo la mea blozzando

E’ proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci. Matteo Gracis prende carta e penna e spedisce all’amministrazione di Pieve di Cadore una richiesta di contributo per il progetto NuovoCadore.it. L’amministrazione, pur non chiarendo quale sarà la misura del sostegno finanziario, così risponde con delibera n.71:

C’è sempre qualcuno che apre la pista. Allora penso: in fondo, anche il BLOZ ha come obiettivo quello di “valorizzare e migliorare la zona del Cadore, con la raccolta di informazioni, notizie, spunti, per essere un punto di riferimento, di incontro e confronto fra tutte le realtà presenti in questa zona”. E che cacchio! Quasi quasi ci provo anch’io! Magari ne mando due di richieste: una anche alla Ciotti, nel caso la prima non dovesse essere accolta. Ma perché NO!?

Chesta é roba da ZELOZ. Giuro solennemente che se mi danno un sostegno, anche minimo, mi faccio la Traversata del Cadore a piedi, andata e ritorno, in una sola giornata (compreso l’attraversamento della Ruoiba, prima naturalmente degli interventi previsti che ne garantiranno la stabilità idrogeologica).

Ma questo è niente: prometto anche che indosserò, per tutto il percorso, una maglietta bianca “che più bianca non si può” con la scritta “Il sindaco di Lozzo fa solo peccati veniali” (vedere per questo l’ultima parte del rifiutino special edition).

La giunta di Lozzo di Cadore compra i terreni a corpo, un tanto al chilo (ma non si usava il metro quadro?)

19 Giugno 2010 Digo la mea non-trasparenza, pubblicazione-delibere

Un attento, solerte ed arguto lettore del BLOZ mi ha fatto notare una piccola increspatura nel mare d’olio dell’azione amministrativa lozzese. La cosa mi è apparsa, sulle prime, da annoverarsi fra le formalità, ma poi ha assunto un nuovo contorno che qui voglio proporre alla vostra attenzione.

L’attento osservatore cosa fa? Legge il BLOZ e vede che, sotto la sezione Commenti recenti, nella piccola sezione articoli su PLGDL (per i foresti, PLGDL sta “Per la Gente di Lozzo”), compare un nuovo articolo nel blog del gruppo di minoranza “Per la Gente di Lozzo” (il servizio pesca in automatico gli ultimi due articoli del blog dell’opposizione; ho attivato questa funzione proprio per aiutare eventuali interessati a tenersi aggiornati su quel che succede “di là”, senza doversi necessariamente collegare al sito). Il “nuovo” articolo è Pubblicazione delibere di giunta dalla n. 38 alla n. 42.

E qui l’attento osservatore si arma di solerzia e va a leggersi le delibere. Cari signori, questa funzione civica di base (stiamo parlando di leggere una delibera) CI È TUTTORA NEGATA DALLA MAGGIORANZA e ci è possibile solo in virtù (e finalmente …) della minoranza che ce le offre sul proprio blog. Ogni volta che leggo una delibera mi appare alla mente (è una compulsione) una figura istituzionale indistinta che si arrotola a terra coprendosi le pudenda e dicendo “Ahi che mal, ahi che mal …”.

In una di queste delibere, esattamente la 38 ACQUISTO TERRENI PER REALIZZAZIONE CENTRALINA IDROELETTRICA SUL TORRENTE VELEZZA,  trova la descrizione di un acquisto di terreni da parte dell’amministrazione comunale in cui i riferimenti sono “a corpo”. Nella delibera, insomma, non vi è cenno all’estensione in metri quadri, are, ettari, piedi veneti o altro. Il terreno viene comprato a corpo. Se il segretario comunale così ha fatto vuol dire che così deve essere? Non credo proprio. Non sono un esperto ma tu Comune,  alla collettività (noi), devi dire che l’acquisto ti è costato un tot. al metro quadro. Spero che l’opposizione si faccia avanti e pretenda l’annullamento della delibera o una sua modifica (non so come funzioni la cosa) aggiustando il tiro.

Cari concittadini, tutto ciò non è un cavillo. E’ chiaro che al mondo ci sono problemi più grandi, ma l’essere così approssimativi da parte di una amministrazione comunale, in situazioni in cui la precisione dovrebbe essere  un obbligo (che nulla costa),  “me fa tremà le gianbe”.

L’osservatore è però anche arguto quando mi segnala, cosa questa da verificare in relazione all’effettivo grado di parentela, che in uno degli acquisti il vice-sindaco si troverebbe ad avere un legame di parentela con il venditore,  in virtù del quale (ripeto che la cosa andrebbe verificata in base alle disposizioni di legge ed all’effettivo grado di parentela) la sua presenza in qualità di presidente (come si evince dalla delibera) non sarebbe del tutto consona.

C’è una importante e profonda morale in quanto scritto finora. Non ci interessano le formalità (che però vanno rispettate, soprattutto da chi DEVE per la posizione che occupa). Ora avete capito perché QUESTA MAGGIORANZA si ostina a NON PUBBLICARE LE DELIBERE. Perché non vuole che qualcuno vada a romperle i coglioni.

Faccio notare che io qui ho solo DATO VOCE, contentissimo di farlo, a quanto verificato pubblicamente (ora che si può) da un CITTADINO DI LOZZO. Personalmente non credo che me ne sarei reso conto. Ecco allora che la citazione che ho letto su un recente commento sul BLOZ, “LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE INFORMATA”, acquisisce un particolare e solenne valore. Meditiamo gente, meditiamo.

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