giugno 2013
vara vara che anca a Calalso i xe drio fare come a Loso
Vara vara che anca a Calalso i xe drio fare come a Loso: i xe drio consumar i panei …
“fino al loro completo deterioramento per sfruttarli al massimo” ***
I xe drio aplicar a fioxofia xaneliana (asesora de Loso ideatrice dea nova fioxofia). Se podaria dire che i xe drio spetar che l buxo se xlarga (e/o che e scrite se consuma). Pena che go tempo faso l sketch n diaeto veneto che go prometuo… ntanto ste sintonixai.
***= massima tratta dalla risposta comunae all’interrogazione sullo “Stato indecoroso in cui versano i pannelli “geografici” presso Loreto” (punto 2, per la precisione) presentata da Per la Gente di Lozzo.
Ulteriori approfondimenti in gli indecorosi pannelli di Loreto. Indecorosi?? Indecenti!! e aspetti filosofici qui e quo. Come ricordato, prima o poi Bepi Peoceto troverà il tempo per un video in lengoa veneta sull’argomento. Foto tratta dal video … Primi caldi, primi turisti.
e anche tu, oh Magnifica (addormentata), svegliati !! Oltre le galline ovaiole c’è il ‘Cadore terra magica’!
A meno che non si sia prodotta in qualche “special” multimediale a me sfuggito (sto scherzando), anche la Magnifica Comunità di Cadore sembra essersi dimenticata della guida Cadore, terra magica, progetto che pur è dichiarato “realizzato in collaborazione con la Magnifica Comunità di Cadore” (va del resto rilevato che essa è in buona compagnia in quanto i sindakos, che della Magnifica fanno pure in qualche modo parte, non hanno ancora aggiornato – lo faranno mai? – i propri siti web).
Anzi, il presidente dell’ente, tale Bortolot, avventurandosi in un consunto repertorio di frasi reiterate fino allo sfinimento, giunge ad auspicare:
… che la Guida riesca a promuovere turisticamente il Cadore come un territorio unico, fatto di tante particolarità e di tante preziosità da scoprire.
E allora, perché relegare la notizia dell’iniziativa in una grigia e anonima rassegna stampa “insieme” alle 1000 galline ovaiole di Costalissoio (per fare un esempio), e non darle invece il risalto che meriterebbe, non foss’altro che per lo sforzo profuso come ente?
Di più: per un’iniziativa “Patrocinata dall’Unesco“, direttamente dall’Unesco eh (così è scritto), mica dalla Fondazione Dolomiti Unesco come verrebbe da pensare, considererai l’idea di mettere la cosa perlomeno “in evidenza” no? Mica per tutto il mese, magari solo 15 giorni: tanto “in evidenza” – sul sito – non è dato di vedere altro che spazio bianco. E se proprio non ti pare opportuno metterla “in evidenza”, ‘sta cosa, cacciala almeno in “archivio eventi”. Ecchecazzo!
Cadore terra magica: dai sindakos, fatecelo vedere!!
Su dai, fatecelo vedere. Non importa se è piccolino, lo vogliamo vedere lo stesso. Ci piace un sacco, il pipiolino. Un linketto, piccolo piccolo, ma che ti può aprire un mondo fantastico, con tutte le caprette che fanno Ciaoooo!
Nooo, non ditemi che per farcelo vedere avete bisogno di un coordinamento unitario. Niente trombate, anzi, strombazzate: un qualcosa di sobrio, com’è vostra abitudine. Avete già fatto lo sforzo, in 22, di aderire all’iniziativa – chissà quanto sudore vi è costato – e fatelo no quest’ultimo piccolo passo per coronare “La Fatica” dell’anno! Tanto più che nella guida ci sono tutti i link, ma proprio tutti, che a voi rimandano. Lo dovete solo far presente ai vostri dipendenti, ci pensano poi loro a metterlo in mostra. Hanno fatto il corso!
E’ passata una settimana dalla presentazione della guida Cadore terra magica. Che aspettate? I sete che leva?
dai sindakos, ‘Fate Rete’, fatecelo vedere !!
Dal Pelmo al Peralba – porca troia – fate rete, coordinatevi in questo sforzo unitario, divulgate sui vostri siti la notizia della pubblicazione della guida Cadore terra magica, metteteci un link, magari nudo-nado, ma fatecelo vedere. Fateci vedere che potete andare oltre il “rutto libero” sui giornali (e sui bollettini comunali).
(immagine: toscana-notizie.it)
Cadore e turismo: di cosa stiamo parlando?
Anche se si parlasse di Universo, qualche paletto nel discorso andrebbe posto, se non altro per capire a “quale Universo” ci si sta riferendo. Per il turismo cadorino vale lo stesso principio: di cosa stiamo parlando? Vediamo.
Con le stesse finalità abbiamo recentemente definito il comprensorio Montagna Veneta scomponendolo nei suoi elementi: provincia di Belluno, STL Dolomiti, Cadore nel suo insieme storico-geografico (comprendente cioè Cortina d’Ampezzo e Selva di Cadore) e la sola Cortina. Nel grafico sottostante si può prendere atto del valore, in termini di presenze, dei differenti “segmenti” considerati e del peso relativo che ognuno ha in rapporto tanto al totale delle presenze in Veneto quanto al totale di quelle registrate nel comprensorio Montagna.
Il Cadore (ripeto: in questo caso con Cortina e Selva) vale il 3,3% delle presenze in rapporto al totale del Veneto (che è la regione italiana con il più alto valore di presenze turistiche, 62.351.657 nel 2012) e il 42,3% rapportato al totale delle medesime nel comprensorio Montagna.
Prendiamo ora in considerazione la segmentazione territoriale “C-CC-VB” – Comelico, Centro Cadore e Val Boite – (nella quale, nei casi che seguono, Cortina d’Ampezzo è considerata autonomamente e della quale Selva di Cadore non fa parte, essendo conteggiata in “resto della provincia di Belluno”) e confrontiamola con il territorio della “provincia di Belluno” e le presenze turistiche ad essa collegate.
Proposta: non riuscendo io a definire l’insieme di tutti i comuni appartenenti a Comelico, Centro Cadore e Val Boite, con l’esclusione da quest’ultima di Cortina d’Ampezzo, con l’appellativo “Cadore” (senza far torto alla storia, ma il discorso sarebbe lungo…), propongo di associare a tale aggregazione funzionale l’appellativo “Cadore Turistico“. Così è deciso all’unanimità!
Stabilito ciò, dunque, quello che si nota è che le presenze nel Cadore Turistico (899.081) valgono il 21,53% del totale provinciale (4.175.874), che è come dire – scusate se mi ripeto pur con altre parole – che su 10 presenze consumate in provincia solo 2 trovano collocazione in esso.
Del Cadore Turistico, del resto, Auronzo è da considerarsi la perla per eccellenza, portando a casa 290.197 presenze – il 32,28% – sul totale di 899.081 (il 6,95% sul totale provinciale). Ecco come appare la situazione considerando Cortina e Auronzo “a parte”: tolta la “Principessa delle Dolomiti”, al Cadore Turistico resterebbero 608.884 presenze, meno del 15% del totale provinciale.
Se si guarda al Cadore Turistico in funzione delle sue componenti – Comelico, Centro Cadore e Val Boite (esclusa Cortina) – la ripartizione delle presenze è invece la seguente, dove il Centro Cadore assume il ruolo principale con il 10,34% delle medesime (tenuto sempre conto che Auronzo di queste se ne pappa il 6,95% cioè quasi il 70%), seguito dalla Val Boite (senza Cortina) con il 5,8% e dal Comelico con il 5,39%:
Tornando al ruolo e al peso di Auronzo nell’economia turistica del Centro Cadore, ecco quali sono i rapporti di forza in campo: ad Auronzo si concentra il 67,18% delle presenze, mentre a Pieve, Vigo e Calalzo se ne registrano, rispettivamente, l’8,98% l’8,26% e il 7,99% (negli altri paesi le briciole):
Ecco come sono invece distribuiti i “rapporti di forza” relativamente alle presenze, comune per comune, nell’intero Cadore Turistico: Auronzo, la prima destinazione, vale da sola il 32,28% (un terzo), seguono San Vito con il 14,6%, Sappada con il 13,76%, Borca con il 10,15% e Comelico Superiore con il 5,61%. Queste prime 5 destinazioni coprono da sole più dei tre quarti di tutte le presenze del Cadore Turistico, significando che il restante 25% viene suddiviso fra le altre 15 destinazioni (Pieve, Santo Stefano, Vigo, Calalzo, Domegge, Lorenzago, Valle, San Pietro, Cibiana, Vodo, Lozzo, Danta, San Nicolò, Perarolo e Ospitale).
Rispetto quindi al “resto della provincia di Belluno” nel suo insieme, il Cadore Turistico così si presenta in campo con i propri singoli attori:
E per finire, volendo inquadrare analiticamente i singoli comuni del Cadore Turistico nelle rispettive posizioni della “classifica provinciale” (sempre in relazione alle presenze), ecco l’ultimo grafico:
l’accento accentua: Ciarèido o Ciaréido? Chiedilo al marinaio!
La regola canonica è: meno ne metti e meglio è. Ma se lo metti, lo devi mettere per agevolare la pronuncia, nel senso di renderla certa a chi non la conosce. E non il contrario.
Il problema è però classico: se Tizio sbaglia a riportare l’accento, Caio copia l’accento sbagliato e Sempronio pure, contribuendo così al perpetuarsi dello sbaglio. Basta guglare (volgarizzazione di googlare) la parola Ciarèido per rendersene conto (con la “e” aperta).
Ovviamente “quella” parola c’è anche chi la sa pronunciare correttamente (chiedilo al marinaio!) e correttamente rendere in forma grafica (se richiesto), usando allo scopo le risorse tecnologiche conquistate dall’uomo in questi ultimi anni: provate dunque a guglare Ciaréido.
Non è la stessa cosa scrivere, per fare un esempio, Càdore o Dolòmiti: la pronuncia corretta è – a detta dei più – Cadóre e Dolomìti (anche se solitamente tali parole sono rese senza accentazione). Lo so che ci sono problemi più seri di questo, come l’invasione delle zecche da noi e delle cavallette in Israele, ma certe storture vanno risolte nella culla, altrimenti poi diventano pandemiche.
Inoltro quindi pressante preghiera affinché nella guida Cadore terra magica recentemente pubblicata l’infausto refuso sia corretto immantinente, almeno sui pixel giacché sulla carta stampata l’onta è già consumata 🙂 (pregasi cortesemente di considerare l’idea di metter mano anche al pdf della guida), contenendone così la possibile propagazione e diffusione sul globo terracqueo.
Comunque questi sforzi non varranno a niente nei confronti dei vicentini: io c’ho provato ma il nome Ciareido lo pronunciano sempre con la “e” aperta, si vergognano proprio a pronunciarlo con la “e” chiusa. Magna-gati!