BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

magari alla class action c’arrivano prima i cittadini contro i sindaci del Bim-Gsp che questi contro l’Enel…

26 Marzo 2014 Politica nostrana belluniadi, bim-gsp-buco-dell-acqua, blackout-cadore, cadoriadi, scripta-manent, sindakos, tra-le-righe

Sono passati quasi 90 giorni – tre mesi tre – da quanto i sindakos si sono gonfiati il petto dicendoci che avrebbero intentato una class action contro Enel e Terna per le responsabilità connesse al cosiddetto black-out di Natale (bla, bla, bla, bla …). Me ne sono già occupato in:

  • i rimborsi Enel stanno arrivando! E la class action dei sindaci?
  • black out in Cadore: cari sindaci, a che punto è la ‘vostra’ class action?

 

Per ora nada de nada!!

Nel frattempo, però, in un universo parallelo …

Buco Gsp, la parola passa agli avvocati

Sabato l’assemblea pubblica di fronte ai legali che tulelano i cittadini. Raccolta firme a quota 15 mila

BELLUNO. Superato abbondantemente il muro delle 10 mila firme, è tempo di tirare le fila per la battaglia contro il caro bollette. Sabato alle 10 alla Nogherazza è in programma un’assemblea pubblica nel corso della quale gli avvocati veneziani Augusto Palese e Alberto Pagnoscin spiegheranno quale strada si può percorrere d’ora in avanti. […]

Con le prime bollette rincarate è scoppiata una protesta popolare, che ha trovato nella raccolta firme capillare in tutta la provincia il suo megafono. «Il cittadino fa bene a lamentarsi, perché non è ammissibile un aumento di questo tenore», conclude Pagnoscin. Sabato i due legali dipaneranno l’intricata matassa che avvolge la vicenda Bim Gsp. (leggi tutto sul Corriere delle Alpi)

Ovviamente è presto per dire se tutto ciò scaturirà in una vera e propria azione legale “contro i sindakos”. Ma magari, chissà, potrebbe essere che con la class action c’arrivino prima i cittadini contro i sindaci del buco Bim-Gsp che questi ultimi contro l’Enel per il black-out di Natale (riguardo a quest’ultimo punto: a mio parere i sindaci se la stanno facendo sotto per le loro eventuali responsabilità, stante anche la fumosa normativa riguardante le problematiche connesse alle vicende occorse, quindi la class action contro l’Enel non si farà, ma posso sbagliarmi. Vedremo.).

(mi chiedo invece che posizione abbiano al riguardo i partiti “provinciali”: che ne pensa il M5S, che ne pensa la Lega Nord, che ne pensa …)

 

ma Crozza non lo sa che la Liguria è una regione parassita del nord

26 Marzo 2014 Criticarium Itaglia, Indipendenza del Veneto della-confutazione, indipendenza, residuo-fiscale, scripta-manent

Maurizio Crozza fa il suo mestiere. Prendere per il culo. Lo ha fatto, per esempio, nei confronti dei veneti e dei non-veneti (io non lo sono) che hanno votato SI al referendum per l’indipendenza del Veneto recentemente svoltosi. Dice, Crozza, che prenderebbe in giro anche i liguri se si proponesse un referendum per una Liguria indipendente dall’Italia.

C’è da credergli sulla parola.

Anche perché la Liguria è una regione che parassita il nord.

Basta verificare: la Liguria aveva nel 2012 un residuo fiscale di -1.470 milioni di euri, pari a 939 euri procapite (pagati da Lombardia, Emilia Romagna e … pensa un po’ te, dal Veneto). La Liguria, peraltro, è un parassita da lunga data: basta dare un’occhiata allo storico dei CPT Conti Pubblici Territoriali (cercarsi il grafico relativo).

Col cavolo, quindi, che i liguri si sognerebbero mai di andarsene dall’attuale Italia, visto che “sopravvivono” grazie al foraggiamente (anche) del Veneto. E questo spiega anche il perché Crozza prenda per il culo i veneti e la loro necessità d’indipendenza (al ga da magnare…).

Te ga capìo deso, mona, parché i veneti vol l’indipendensa?

TREVISO. Maurizio Crozza scrive ai veneti indignati. A quelli che lo avevano riempito di crtiche dopo la satira sull’Indipendenza. In un post pubblicato sulla sua pagina ufficaile il comico ligure ha scritto: “Amici veneti, io sono un comico genovese, nato e cresciuto a Genova, la gloriosa Repubblica marinara. Per 700 anni, noi genovesi, abbiamo dominato il Mediterraneo, ma se oggi un ligure proponesse un referendum per una Liguria indipendente dall’Italia, io farei il mio mestiere e lo prenderei per il culo. #Venetistatesereni”

 

sarò breve e circonciso

26 Marzo 2014 Criticarium Itaglia, Curiosando curiosando, M5S, scripta-manent

Letta l’avevo letta, non mi ricordo più se in La mia azianda sta stirando le cuoia o Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano, ma non l’avevo ancora sentita “dal vivo”. E’ capitato ad un pentastellato forse spinto dall’emozione, parlando lì dove cagano le aquile, cioè in parlamento, meglio, alla camera dei deportati. Fa parte della serie “ho il patè d’animo“, “dispongo di un grande bagagliaio culturale“, fino ad arrivare alle più elaborate “Sapete perché i generali sono così imbecilli? Perché li scelgono fra i colonnelli” oppure “Mi sono sempre chiesto chi è che va in giro a costruire quadrati sull’ipotenusa“.

Io avrei potuto dirlo senza suscitare l’ilarità dell’emiciclo. Mia madre mi dice che fin da piccolo mi tirava che era un piacere (ho scoperto poi che è cosa normale anche negli infanti). Veramente tanto piacevole non dev’essere stato, ma le ci volle un po’ per rendersene conto. Credeva, mia madre, che piangessi perché avevo fame: e allora mi allattava finché mi usciva il latte dalle orecchie. Ed io niente, continuavo a piangere. Insomma, per farla breve, ad un certo punto si è accorta che quando mi andava in tiro iniziavo a piangere, mentre smettevo quando il pistolino ammainava le pretese. Alla fine, dopo breve consulto medico, … ZAC, ed eccomi qui breve e circonciso (breve, insomma, nella media: diciamo un dignitoso 14 cm quando è nel pieno del fulgore).

Che poi uno lo scopre crescendo. Già quando da ragazzini facevamo la gara a chi pisciava più lontano (anche sputava più lontano, certo) notavo che ero il solo ad averlo così. E non è stato piacevole perché certe domande mica era facile farle, a quei tempi. Poi venne il momento in cui iniziai a leggere il libretto rosso di Mao (tutte le mattine, in corriera verso Pieve, mentre gli altri si affannavano a studiare: me l’aveva dato un mio cugino, insieme a Che fare? di Lenin e tante altre perle comunistoidi). E per compensare queste letture pesanti ogni tanto volgevo lo sguardo a Tex Willer e Diabolik. Casualmente anche a Messalina. Ed è stata lei, Messalina, la lettura, a trarmi d’impiccio riguardo all’affaire.

Non si sta poi così male circoncisi. Anche Gesù fu circonciso (nel rituale ebraico la circoncisione  rappresenta un segno dell’alleanza fra Dio e l’uomo). Una volta si credeva che la circoncisione rappresentasse un valido deterrente alla successiva pratica masturbatoria. Non è vero! Non è assolutamente vero (di diottrie me ne mancano 6, e peggioro col tempo; e poi Guccini aveva ragione: “Dà: perdita della memoria, perdita dei riflessi, poca voglia di lavorare e vengon dei buchi così… nella pelle, da tutte le parti: un mio amico li ha avuti.“)

Comunque – per tornare ai giorni nostri – i pentastellati, oltre ad essere (mica sempre) brevi e circoncisi, hanno anche qualche (preoccupante) problema lato euro …

in Alto Adige l’autonomia soffoca la vocazione al sacerdozio?

25 Marzo 2014 Criticarium, Curiosando chiesa-vaticano, curiosando, della-confutazione, scripta-manent, spazio-laico, trentino-alto-adige

Magari non c’è nessuna relazione tra l’autonomia altoatesina e la vocazione al sacerdozio. Qualcuno ha dati regionali o provinciali (o diocesani) da porre a confronto (a parte quelli di wikipedia)? Il Trentino, per esempio, darebbe l’idea di essere terra più fertile seppur di “pari” autonomia. E la cenerentola Belluno, che autonoma non è ancora? Chissà, invece, quanti seminaristi in procinto di legarsi a Dio ci sono in Campania o in Sicilia. Magari ne vien fuori una mappa come quella dei 26.000 forestali o come quella degli spalatori di neve a luglio.

In Alto Adige solo cinque seminaristi

Tre studiano a Bressanone, uno a Roma e uno si sta preparando alla parrocchia di Don Bosco

[…] “Bisogna ammettere che sono pochi!”, sottolinea il rettore del Seminario, don Michele Tomasi, in riferimento alla Giornata del Seminario, delle scuole e convitti ecclesiali, che si terrà domenica prossima, 30 marzo 2014,“ma il numero esiguo non deve oscurare il valore e il significato della vocazione sacerdotale”.

Sul terreno della decimazione dei sacerdoti in Alto Adige già c’eravamo spinti, traendo la conclusione – non noi ma la Conferenza episcopale – che è tutta colpa della pratica abortista. Io resto dell’idea di allora:

Lo dico da anni che prima o poi dovrete aprire alla patonza sacerdotale, pena l’estinzione.

 

(per @dartagnan: patonza va bene o è preferibile passerina? O quale altra a scelta fra le varie alternative?)

 

distribuzione delle presenze turistiche nelle province del Veneto (grafico a colonna)

25 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

Qualcuno mi ha fatto notare che i dati già pubblicati riguardanti la distribuzione delle presenze turistiche nelle province del Veneto avrebbero una maggior carica di drammaticità se resi in forma di grafico a colonna. Essendo io incline tanto alla grettezza quanto all’esaltazione della drammaticità, ho provveduto di conseguenza (credo che il “dramma” si possa riferire al peso delle presenze attribuite alla nostra provincia – anche in considerazione dell’effetto traino del pataccume uneschian-dolomitico – quando viene posto a confronto con quello delle altre). Per il dettaglio delle presenze anno per anno in valore assoluto e percentuale si veda la tabella riportata al primo link segnalato. Per vivere un altro momento di “drammaticità bellunese” potete eventualmente consultare l’andamento delle presenze nelle varie province dal 2000 al 2013.

Distribuzione delle presenze turistiche nelle province del Veneto

presenze turistiche a Domegge di Cadore: un anno sull’altare, un anno nella polvere!

24 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana, Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino, turismo-cadorino-analisi

A Domegge l’anno scorso scorrevano fiumi di gaiezza per l’apprezzato aumento delle presenze turistiche (1.620 in più, pari al 12,1% sul 2011, per un totale di 14.998). Di questa effervescente gaiezza si era fatto testimone il CorrierAlpi dedicando al “botto” un articolo (seguono alcuni passi) nel quale il sindaco si era lanciato nella descrizione di varie ipotesi alle quali attribuire il merito dell’impennata:

Domegge, i numeri del turismo sono con la freccia all’insù

Dati positivi per il paese del Cadore: merito della posizione e delle strutture facili da raggiungere Fedon: «Il nostro sistema ricettivo funziona e il lavoro della Pro loco sta dando i suoi frutti»

[…] «Sono dati che ci fanno piacere», commenta il sindaco Lino Paolo Fedon, «e che confermano l’interesse dei turisti per Domegge, pur considerando che, diversamente da altre mete poco distanti da qui, noi non siamo una stazione sciistica né possiamo contare su musei, o su altre attrattive particolari».

Qual è allora la ragione di questo incremento?

«Credo che l’aumento sia dovuto a un interesse per le proposte del nostro sistema ricettivo, anche quelle legate allo sport e al tempo libero, oltre alle esigenze delle famiglie. A Domegge, poi, è molto attiva la pro loco e le manifestazioni sono tante, in un anno superiamo anche i cinquanta appuntamenti. Inoltre, nel 2012 c’è stata l’accoglienza di un gruppo internazionale di ragazzi, sempre tramite la pro loco e il Consorzio delle pro loco. Un’iniziativa che indubbiamente ha aiutato a rafforzare il dato statistico».

«Va sottolineato soprattutto», prosegue il sindaco, «che la possibilità di pernottare in rifugi comodi da raggiungere e accoglienti rappresenta un valore molto ben apprezzato da parte della clientela, che oggi più di ieri preferisce soggiorni brevi e magari ripetuti nel corso della stagione, estiva o invernale, raggiungendo località diverse nello stesso anno. Per questa ragione gli affittacamere si sono organizzati in modo da poter fornire proprio la possibilità di soggiorni brevi».

«Fra gli italiani», prosegue Lino Paolo Fedon, «la metà della clientela è veneta e senza dubbio la facilità di raggiungere il Cadore dalla pianura è un elemento importante. Inoltre, come è emerso in un recente convegno, la nostra tipologia di montagna, facilmente accessibile dalla pianura, con poco traffico, ben inserita fra località come Auronzo, il Comelico e San Vito, è quello che il turista ricerca in questo periodo».

Insomma dati significativi e che fanno ben sperare per la prossima estate, anche perché, chiude Fedon, «la nostra clientela è in stragrande maggioranza estiva.

Ad un anno di distanza quelle “gaie” statistiche si sono (nuovamente) sgonfiate riportando le presenze a 13.040, inferiori anche a quelle del 2011, con una contrazione rispetto all’anno gaio di 1.958 unità pari al -13,1%.

L’anno scorso avevo già espresso qualche argomentato dubbio, in presenze turistiche a Domegge di Cadore: ah, se solo ci fosse un museo …, sulle reali capacità attrattive delle strutture museali e similia, che andrebbero considerate come una tessera del grande mosaico dell’accoglienza.

E che dire ora di fronte a questi dati ammosciati?

(provo ad abbozzare qualche ipotesi pescando dagli estratti dell’articolo appena proposto)

L’interesse dei turisti per Domegge vacilla? Che ci voglia lo skilift di paese e quel museo che a Domegge manca? Le proposte del nostro sistema ricettivo, anche quelle legate allo sport e al tempo libero sono venute meno? La Pro Loco si è disattivata? Le manifestazioni non sono state così tante (anche 50 appuntamenti)? I rifugi comodi da raggiungere si sono scomodati? Gli affittacamere hanno perso l’organizzazione che permetteva loro di fornire soggiorni brevi? Il Cadore si è spostato lungo il meridiano al punto da non essere più così facilmente raggiungibile dalla pianura? E’ aumentato il traffico? Il turista non cerca più quelle cose?

E’ un attimo salire sull’altare, è un attimo cadere nella polvere. E comunque, peccato che quest’anno non ci sia un quotidiano cantore della caduta domeggese (con dettagliata analisi sindacale delle cause). Resta quindi confermato che, rispetto al 2000, la perdita di presenze per Domegge si è inchiodata al 68,5% (e senza il contributo di Attila e gli Unni, Hitler e le SS, l’invasione delle locuste o altre piaghe bibliche).

Presenze dal 2000 al 2013 anno per anno. Differenze anno su anno. Differenze % di ogni singolo anno dal 2000 preso come anno base - Domegge di Cadore

«‹ 350 351 352 353 354 ›»

Commenti recenti

  • GIUSEPPE ZANELLA: "2+2" Tutte le sue argomentazioni si sono inizialmente limitate a contestare il mio ragi…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Io sono aduso a confrontarmi con persone civili e dalla dirittura etica ineccepibile, non…
  • Un lettore: ....come sempre dimostra di voler essere l'unto del signore....che tutto sa.... e che gli…
  • 2+2: Mio caro Giuseppe, innanzitutto, lei non sa per chi ho votato, e se vuole saperlo, non h…
  • GIUSEPPE ZANELLA: Breve replica a "un lettore". Io non sono 'un leone da tastiera'. I miei interventi, div…
  • Giuseppe: Quindi ,caro Signore "2+2", il suo arzigogolato argomentare la porta a dire che gli asten…
RSS Dolomiti RSS

Naviga nel BLOZ

  • Cerca nel BLOZ con Google
  • Etichette (elenco di tutte le voci)
  • Tutti gli articoli ordinati per data
  • Ultimi 10 articoli per ogni argomento

Pagine

  • BLOZ – Mappa del sito
  • Consigli per la navigazione
  • Elenco delibere comunali
  • Info sul blog
  • Programmi elettorali e bol-com

Etichette - Tag

  • Qui l'elenco completo dei tag usati

Links

  • Antichi Sentieri
  • Danilo De Martin (sito)
  • Dolomitiche
  • Flickr
  • Google+
  • Parco della Memoria
  • PhotoLoz
  • Youtube
logo provincia di belluno
banner della pagina facebook del BLOZ
Tweets di @blozdicadore
Privacy Policy
© BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti 2025
Powered by WordPress • Themify WordPress Themes