BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

i rimborsi Enel stanno arrivando! E la class action dei sindaci?

10 Marzo 2014 Criticarium, Politica nostrana belluniadi, blackout-cadore, cadoriadi, scripta-manent, sindakos, tra-le-righe

Il giorno in cui il Corriere delle Alpi riporta la notiziona del rimborso di 10 milioni che, sottostando ad un obbligo di legge, l’Enel sta iniziando ad elargire alla popolazione colpita dal black out di Natale, mi ritorna in mente … bella come sei … forse ancor di più …

la class action dei sindaci

A che punto è?

Da quelle solenni dichiarazioni sono trascorsi circa 70 giorni.

Cari sindakos!: dateve na mosa, ditece!

sindaci

mi hai rotto le mimose …

8 Marzo 2014 Criticarium, Curiosando, Turismo e dintorni curiosando, promozione-turistica, turismo-cadorino

Del resto, se fra Alta Pusteria e Dolomiti Bellunesi si palesano queste differenze (qui, quo e qua), dev’esserci un perché!

(premio Sputizer al Consorzio Dolomiti per l’originalissimo post augurale: la mimosa ce la puoi anche mettere, ma prima contestualizza, contestualizzza, contestualizza, contestualizza … . E se proprio non ci riesci, metti al centro la donna, porca puttana! Vuoi vedere che quella sopra è postata da una donna mentre quella sotto da un uomo? Si accettano scommesse)

vivaledonne

 

rilanciamo la stagione turistica in Cadore (vediamo chi arriva più lontano)

8 Marzo 2014 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni belluniadi, cadoriadi, della-confutazione, scripta-manent, supercazzole, turismo-cadorino

In primis fu il presidente generale del CAI, tal Umberto Martini, che dopo aver brucato assenzio nelle sterminate praterie della retorica se ne uscì con alcune perle dialettiche da me raccolte e commentate in:

  • il presidente generale del CAI e le riserve indiane ‘montaniche’ /1
  • il presidente generale del CAI e le riserve indiane ‘montaniche’ /2

Sull’onda del fattore lisergico, il nostro portò il proprio pensiero a vette esplorative di inusitata bellezza espressiva che ho incastonato in e ora, per salvare i montanari, una legge sul gemellaggio montagna-pianura:

L’interesse di far lavorare anche le guide alpine e quelle di mezza montagna che stanno nascendo, è fondamentale per far vivere la gente nei paesi in quota».

… prima gemma dello sforzo pensante, seguita dal vero postulato fondante questo grandioso edificio di pensiero:

L’unico modo [per salvare i montanari] è di stabilire con la pianura e con le città legami stabili sotto forma di gemellaggi che porti all’organizzazione di escursioni fatte in collaborazione con chi in montagna ci vive: aumentando il lavoro anche degli operatori per far sì che possano vivere dignitosamente, con un reddito decente, e non solo sopravvivere».

Allucinazioni di così vasta portata non sono per fortuna frequenti anche se, me ne accorgo solo ora, il presidente del CAI potrebbe avere un emulo fra i cosiddetti giornalisti Rai (e forse quest’ultimo particolare potrebbe spiegare l’accaduto). A Pieve di Cadore, nel corso della presentazione della 16a Settimana nazionale dell’escursionismo del CAI nella quale ha svolto il ruolo di moderatore, tale Bepi Casagrande (giornalista Rai, per l’appunto, è più di un indizio) sarebbe riuscito a dire:

[…] L’obiettivo primario della manifestazione, come ha sottolineato il moderatore Bepi Casagrande (giornalista RAI) è permettere ai partecipanti di toccare con mano cosa è presente e cosa è possibile assaporare in un territorio montano come questo, in modo da poter rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.

La prima parte della frase è scontata, concetti così te li elabora anche un pesce appena lesso. E’ sulla seconda parte della frase che ti si drizzano i peli del culo, cioè lì dove si dice:

…in modo da poter rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.

Ora, la frase riportata sullo Scarpone non è virgolettata e quindi non è attribuibile con certezza a Casagrande, anche se la costruzione sintattica lascerebbe pochi dubbi a tal proposito. Io vivo la segreta speranza che un giornalista, tanto più della Rai, possa anche pensare una “puttanata” del genere (tale a me pare), ma che poi si guardi bene dal diffonderla urbi et orbi.

Perché, vedete, se bastasse la settimana escursionistica del CAI a risolvere i problemi turistici del Cadore (anche mettendo in conto futuribili effetti traino), saremmo tutti delle emerite teste di cazzo a non averci pensato prima. Quelli del campionato del mondo di sci da portare a Cortina, per dire, che ci stanno provando per la terza volta di fila, dilettanti! (a dire il vero, se penso alla figura di marmellata fatta in Corea, un po’ di dilettantismo affiora …). Del resto, basta andare in Carnia, dove la settimana escursionistica del Cai si è già svolta, e verificare lo straordinario fiorire del turismo colà radicatosi a seguito della manifestazione. E Bepi Casagrande l’ha fatto di sicuro, no? (è giornalista Rai!).

Quindi no, non dev’essere stato lui a pensare che tutto ciò … possa rilanciare in quest’area una stagione turistica che permetta ai residenti di continuare a vivere in montagna.

(il che sarebbe anche un bene visto che gli hanno dato la direzione de “Il Cadore” dalla quale dà voce, come non mai, alle municipalità del Magnifico Cadore; diversamente, fatemelo sapere, che taro il tiro)

come-lanciare-bene-un-frisbee

(immagine: sportpower.it)

Zaia da grande farà l’indipendente

7 Marzo 2014 Indipendenza del Veneto indipendenza, veneto-stato

(la vita è piena di incertezze: non si sa esattamente da cosa sarà indipendente, non si sa tra quanto diventerà grande, a parte questo …) 

Alla domanda di Minoli: “Qual è la parola d’ordine che resta oggi alla Lega” Zaia risponde…

Indipendenza

L’ho anche maiuscolata, l’Indipendenza. Quindi, come dire, ci conto.

Bella, frizzante, serrata intervista di Giovanni Minoli a Luca Zaia su Radio 24 (dal minuto 7:35; al minuto 17:50 alcune considerazioni sullo sciopero fiscale e l’Indipendenza del Veneto).

 

collegamento Auronzo-Comelico e fondi Brancher: comodo ‘fare i froci col culo degli altri’

7 Marzo 2014 Autonomia, Cadore - Dolomiti belluno-autonoma, cadoriadi, politiche-cadorine, referendum-comunali, referendum-secessionisti

Chiedo scusa alla categoria ma il paragone utilizzato mi sembra il più efficace per spiegare le mie ragioni. Si parla dell’ipotetico collegamento (con valenza principale di carosello invernale) tra Auronzo e Comelico via S. Antonio. Anch’io, che pur non conto nulla, voglio guardare con moderata condiscendenza al progetto-sogno (anche se mi sono dato un’occhiata su Google Map al tragitto e secondo me Mosè quando scappò dall’Egitto si trovò di fronte meno problemi).

Ancor più se guardo alle difficoltà in cui si dibatte da anni l’offerta turistica auronzana, comprese le osservazioni già svolte sull’andamento delle stagioni estate-inverno e i recenti impietosi confronti tra Cadore e Alta Pusteria (la trilogia completa qui, quo e qua).

L’assessore al bilancio del comune di Auronzo di Cadore, tale Dario Vecellio Galeno, dice che:

[…] Nulla vieta che si possa ragionare anzitutto sui fondi Brancher perché il nostro è un comune di confine con Bolzano. 

I fondi Brancher, quindi.

Comodo, no, fare i froci col culo degli altri!

I fondi Brancher sono nati come risposta dello Stato talian (più o meno anestetizzante, ma questa è un’altra storia) al profondo e montante disagio manifestato dai cosiddetti referendum secessionisti celebrati e vinti a suo tempo. Ed è solo grazie all’impegno dei comitati referendari che si son fatti il culo portandoli a compimento se oggi i fondi sono diventati operanti (fra varie difficoltà peraltro non ancora sciolte del tutto).

Non so quale sia la posizione personale dell’assessore, ma non mi parrebbe fuori luogo, visto che si prospetta anche per Auronzo l’indizione del referendum per il passaggio di regione, che l’Amministrazione comunale prendesse posizione – anche tiepida, mica furoreggiante – a favore e sostegno del SI.

Se fosse per me, per ciò che ho visto finora, Auronzo non vedrebbe neanche un boro dei fondi Brancher. E – detto a tu per tu all’auronzano medio – se fossi costretto da una forza superiore a darveli, ogni euro – singolarmente – ve lo farei passare attraverso il tubo digerente. E sono convinto che l’invocata forza superiore mi concederebbe questo lazzo.

 

contrappunti ciaspolistici (la ciaspaltissima vista dalla poltrona)

7 Marzo 2014 Curiosando curiosando, della-confutazione, supercazzole

(Lentamente, molto lentamente, glielo infilai con garbo. Lei alla fine si disse appagata anche se notai nei suoi occhi lucidi una vaporosa insoddisfazione. Mi convinsi quindi che la volta dopo avrei potuto agire con più determinazione, una qual sorta di mite rudezza. E iniziò così quella lunga attesa destinata a consumarsi lentamente nel tempo che ci è rimasto)

er cipolla mi segnala …

Per chi la montagna preferisce assaporarla con lentezza, d’inverno le ciaspole sono la scelta più naturale (‘sticazzi: a portrona è mejo). Sono comode (chi te o dice?), economiche (davero?), democratiche (stamo a vedé). Niente skipass, corsi di sci o attese in fila: per ciaspolare basta la neve, che quest’anno nel Bellunese davvero non manca.

Per gli amanti dei record (mo’ namo piano co ‘sti recor eh, che a noi ce piace a vita lenta), c’è la Ciaspaltissima, la ciaspolata più alta del mondo (comoda, economica…): non può che disputarsi in cima alla montagna più alta delle Dolomiti (naturale no?), la Marmolada.

La gara parte alle 15,45 da 2950 metri. Da punta Serauta (ci si arriva in funivia, naturalmente) (ma na funivia democratica eh, e senza fila eh, garantito al limone da a casa)

Non restano molti posti (nartra vorta democratica: chi prima riva se pija tuto se pija): l’organizzazione ha previsto un numero massimo di 300 partecipanti, e a due giorni dalla gara le iscrizioni sono a quota 260 (noi semo lenti, no je a famo sta vorta).

Dopo il brindisi all’arrivo, in omaggio alle donne (è l’8 marzo anche a tremila metri di altitudine), (che, se famo pure na sveltina lenta, ‘n omagio?)

“E pensare che nel 2000, quando ho organizzato la prima ciaspolata veneta in Nevegal – ricorda Renato Bortot – sono andato a prendere 150 racchette su in Val di Non. Tre degli iscritti hanno dovuto aspettare che i primi terminassero la gara, per poter partire: non c’erano ciaspe a sufficienza” (tre cojoni, nsoma; però je ano regalato a boticela de rum e n bono sconto de du sterline da consumase da Arod)

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